Anni. Sono anni di militanza che incontro donne generose. Ti dicono cose, ti confidano segreti, raccolgono per te testimonianze che possono esserti utili. Ti raggiungono anche in culo al mondo ti servisse aiuto e poi leggono, traducono, pensano, ragionano, lottano, militano, si svegliano presto alla mattina per scrivere quella cosa utile a tutte prima di andare al lavoro, mettono a letto i piccoli e poi vanno a seminare cose preziose per quelle che sono in difficoltà
Anni. Tanti anni in cui incontro donne che si abbracciano, realmente e virtualmente, e si prendono, riprendono, si amano, si odiano, si sfanculano, si dicono tante cose ma comunque lavorano, abbarbicate su quella cosa semplice che è la propria libertà, che se l’hai vista, presa e raggiunta, sai che vuol dire e la racconti alle altre, o la senti dire se non l’hai raggiunta e allora lotti per te e per le altre. Tutte insieme.
Anni. Che vedo donne che crescono con noi, con me, in rete e fuori dalla rete, che imparano e insegnano, che diventano grandi, sempre più disincantate, amareggiate, mai sconfitte, arrabbiate, quello si, ma non in modo distruttivo. Sono sagge. Preziose.
Anni. Che mi scontro con quelle che ci mettiamo in discussione. Noi. Ragioniamo sulle virgole. Noi. Ci guardiamo dentro e siamo intellettualmente oneste. Noi. A costo di ferirci. Perché senza una ferita non si cresce. Con i pugni stretti. Con parole di rabbia. Aperte. Chiuse. Vicine. Lontane. Noi. Ed è bello così.
Dietro ogni cosa che leggete c’è un lavoro immenso e una grande generosità. E ciascuna si dedica a quello che può e che vuole. Non si può fare tutto. E d’altronde non si tratta di un lavoro. A gestire le aree tematiche va così. Come si dicesse ad uno che si occupa di antirazzismo che non va bene vedergli pubblicare post in cui si parla di violenza sugli immigrati. Se vuoi mostrare un fenomeno lo denunci. Lo analizzi. Lo rendi visibile mentre c’è tutto un mondo che lo banalizza e nega la sua esistenza.
Anni in cui ci poniamo il problema di essere corrette mentre la scorrettezza realizza accerchiamenti. Anni per segnare una differenza. Anni di ascolto delle donne con tanti guai che derivano da mille situazioni. Anni di vita spesi a progettare il futuro e a realizzarlo. Poco per volta. Pazientemente.
A tutte queste donne io dico grazie. Per i mille regali che ricevo da loro ogni giorno, perché non si può pensare a loro se non con grande gratitudine.
E domani, chissà, torneremo a dissentire su pratiche e metodi e parole e vite e speranze e qualunque altra cosa ci sembrerà fondamentale. Ma se siete vive, intere, antisessiste, antirazziste, antifasciste, e ci metto pure antispeciste, siete mie sorelle.
Così. Mi sembrava necessario ribadirlo. E il resto è storia.
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