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Sacrifici ‘umani’

 

Ieri, a Belfast, un cane è stato ucciso (n.b.: in inglese si dice “humanely destroyed”…vi viene in mente migliore ossimoro???).
La storia potete leggerla qui e anche qui.

Lennox ha pagato con la vita il suo essere ‘altro’ rispetto ad una norma di cui non sapeva né poteva nulla.
A nulla sono valsi gli appelli internazionali che chiedevano di poter salvare una vita incolpevole da una morte insensata e indegna. Trovate assurda l’ostinazione dei carnefici? E perchè mai?

Ieri non è stato ucciso “solo” un cane: ieri è stato compiuto un sacrificio, l’ennesimo, che a ben vedere si compie quotidianamente e in ogni parte del mondo: il sacrificio di tutt* coloro che vengono considerat*, in qualche modo e a totale discrezione di chi di volta in volta detiene il potere,  ‘altri’, perciò “diversi”, “alieni”, “pericolosi”… da dominare e, se e quando ciò non sia possibile o auspicabile, eliminare.

Perché la norma, il patto sociale (come ha ben spiegato Luisa Muraro nell’ imperdibile “Dio è violent*”) prevede che il singolo rinunci alla forza – anche quella che sarebbe legittima e spesso necessaria – ma lo Stato, il Potere dai cittadin* “liberamente” delegato, chiamatelo come vi pare… a quella forza che oramai continuamente sfocia in violenza brutale (parliamo di quello che è successo ieri a Madrid?) non rinuncia per nulla, anzi.

Come non notare l’escalation di violenza benedetta da un potere intollerante, irrigidito e incancrenito che in ogni modo, e in maniera peraltro sempre più arrogante ed esplicita, cerca di espellerci tutt* catalogandoci come devianti, indesiderabili, pestilenza da cui mondarsi? Nessun* può essere tollerat*, costituirebbe un pericoloso precedente, potrebbe aprire una breccia in una supposta “normalità” tanto rassicurante quanto mortifera… no, il braccio violento della legge deve essere implacabile, granitico.

Ieri non è morto ‘solo’ un cane – con buona pace di tutt* coloro che al sentimento di dolore espresso da tant* per l’ingiustizia e la barbarie di quest’atto, rispondevano con i triti luoghi comuni del “ci sono cose più importanti”. Spiacente di contraddirvi affermando che questa è una delle tante cose importanti da non passare sotto silenzio (e noi abbiamo abbastanza mente e cuore per comprenderne molte, di queste brutture, direi perfino troppe).

Che lo si voglia capire (o ammettere), ieri si è compiuto l’ennesimo sacrificio simbolico dell’ ‘altro’. In nome dell’omologazione, della violenza arbitraria e brutale, dell’ottusità di un contratto sociale che reclama ormai a gran voce e continuamente il proprio pagamento in sangue. Ieri, oggi e domani, di sacrifici ne sono stati e saranno compiuti altri mille, e milioni di umani e non umani verranno torturati e giustiziati per un supposto “maggior bene” che non si sa più chi ha scelto, ma che viene difeso con strenuo e cieco accanimento da chi, arbitrariamente ormai, afferma di “rappresentarci”.

Gli occhi vanno tenuti aperti, spalancati: non si tratta mai SOLO…di un cane, di una donna, di un ‘altr*’.

‘Altr*’ lo siamo tutt*.
Addio, Lennox.

Posted in Animalismo/antispecismo, Corpi, Corpi/Poteri, R-esistenze.


4 Responses

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  1. Marco says

    complimenti, davvero un bellissimo articolo. Si stanno già scrivendo tante cose su questo caso straziante, ma poche così lucide. Spesso gli animalisti/antispecisti sottolineano che Lennox non facesse parte davvero della razza “cattiva”, come se il punto fosse quello, o come se fare davvero parte di una razza X potesse giustificare la violenza. E invece, come si dice qui, si tratta di meccanismi di espulsione del diverso.

  2. Claudio says

    Razzismo nello specismo, il top.
    Fortuna che nessuno ha sollevato il sospetto che ‘sto Lennox fosse pure frocio.

  3. antonellaf says

    No, non si tratta solo di un cane. Si tratta di noi, animali inclusi.

  4. wildsidez says

    brava. bell’articolo.