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Quell’illusione che “non ti succede nulla” se non “fai niente di male”!

[L’immagine viene da qui]

Dalle amiche di Fb: “Oggi è il Sorry-Day, due sorry al prezzo di uno, sorry for Genova e sorry for Aldro, sorry for everything or for anything and thanks Manganelli per le “pronte” scuse che arrivano puntuali e “celeri” (i know, c’ho un brutto sense of humour) dopo una decina d’anni. Meglio tardi che mai. Really thanks. (It’s satira, of course, non se la pigliasse, please!)“.

Perché oggi c’è questo e questo. E siamo in linea con il tempo della società del cordoglio inaugurato dal presidente della repubblica, dove un po’ tutti, cordogliando cordogliando, rimettono a posto i pezzi, un po’ di divise a testa bassa per il buon nome delle istituzioni, un po’ di NoTav a farsi ancora arresti preventivi per fare un po’ di compagnia alle guardie carcerarie che tra immigrati vari, ‘sti poverini, oramai non comunicano più.

E vuoi mettere quanto è bella quest’arietta di pacificazione sociale mentre la gente che scende in strada, disoccupati, precari incazzati per la riforma della Fornero e di Monti, viene manganellata da persone in divisa?

Perché di fondo, diciamolo, e lo so che dico cose scontate ma magari fa bene dirlo: queste scuse cambiano qualcosa? No. Il prossimo uomo beccato a sparare ad un manifestante godrà comunque di impunità e ci vorranno vent’anni per stabilire che l’ha fatto e forse no fino a che non ti dirà che è stato per legittima difesa. Le prossime persone pestate in piazza perché dissentono saranno chiamate “terroriste” da quegli stessi quotidiani che oggi sono così disponibili a dare spazio ai fatti di Genova, ora che Genova subisce un riaggiustamento, con tanto di divisione tra buoni e cattivi e con questa versione favolistica della storia in cui nella polizia ci sono i buoni e i cattivi. Ché certo, sono sicura, che dappertutto ci sono persone buone e persone cattive ma diciamo le cose come stanno: il lavoro della polizia è di sorvegliare la proprietà e di difendere i poteri e dunque io rischierò di essere manganellata a prescindere e tutta la retorica che dice che “non ti succede niente se non fai nulla di male” sappiamo bene che è una stronzata.

Li ho visti a Genova quelli che a mani alzate piangevano sanguinanti, con le teste spaccate dai tonfa e urlavano “ma io non ho fatto niente” come se bisognasse fare qualcosa di male, per davvero, per meritare il giudizio divino e la punizione corporale di bestie e torturatori con la divisa.

Tu fai qualcosa di male in quanto esisti e pensi e hai senso critico e dissenti e non stai zitt@. Fai qualcosa di male perché ragioni con la tua testa. Perché lo Stato è un padre padrone e i poteri sono padri padroni che non ti consentono spazio e libertà in una concezione autoritaria – sorvegliare e punire – della gestione della società.

Vogliamo andare avanti? Basta pensare a quante volte da quegli stessi uffici in cui oggi vengono diffuse scusissime all’umanità vengono anche conferenziate alla stampa le versioni fantasiose secondo cui anche l’afa sarebbe riconducibile alla pista anarchica.

Di che parliamo? Sono persone come noi che guadagnano più di noi, non sono precarie quanto noi, e lavorano per picchiarci e rinchiuderci e limitarci nel libero esercizio della nostra intelligenza. E scusate la franchezza ma davvero, ha ragione Patrizia Moretti quando dice che non se ne fa niente delle scuse se gli agenti che hanno ammazzato suo figlio sono ancora lì a prendere lo stipendio per un lavoro che non dovrebbero più fare.

D’altronde, non ce lo siamo inventato noi il concetto di eserciti/forzemilitari/servizi deviati. Avete mai sentito di società civile deviata? La deviazione è connaturata all’esercizio di una funzione di sorveglianza e repressione della società tutta per dirigerla ovunque comandi il potere esistente, qualunque esso sia. Nulla di deviato. E non abbiamo ancora i responsabili politici per quello che è successo a Genova e altrove. Che enorme presa per i fondelli!

Ps: la condizione di chi ritiene che non sarà colpit@ o punit@ se non farà nulla di sbagliato è già implicitamente una condizione di sottomissione. Così come nelle relazioni in cui siete vittime di una persona violenta e la prima insicurezza che viene instillata, l’intimidazione costante, consiste nel fatto di convincervi che quanto vi accadrà sarà per “colpa” vostra. 

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


3 Responses

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  1. antonellaf says

    “Tu fai qualcosa di male in quanto esisti e pensi e hai senso critico e dissenti e non stai zitt@. Fai qualcosa di male perché ragioni con la tua testa. Perché lo Stato è un padre padrone e i poteri sono padri padroni che non ti consentono spazio e libertà in una concezione autoritaria – sorvegliare e punire – della gestione della società.”
    Straquoto. Il nocciolo della questione è il sorvegliare e punire di foucaultiana memoria, a cui la polizia è strumentale. La dicotomia tra poliziotto cattivo e buono e la conseguente retorica apologetica del poliziotto buon padre di famiglia, che serve onestamente la patria, sono funzionali a mantenere la gestione autoritaria della società e dunque il controllo sulle nostre vite. I morti in carcere, così come Genova, la Val di Susa, il 15 ottobre, le repressioni di chi manifesta in piazza, non sono l’errore fatale di qualche scheggia impazzita nel corpo sano della polizia. Sono “effetti collaterali” del sistema di potere che organizza e comanda le nostre vite.

  2. Maurizio says

    Per fortuna è arrivata un pò di Giustizia, anche se purtroppo in modo blando e soprattutto con un’ inaccettabile ritardo non degno di uno Stato che si professa “civile” e “democratico”. Purtroppo l’ Italia è un Paese caratterizzato da una sistematica impunità per quanto concerne le malefatte e le violenze statali, e quindi non ci si poteva aspettare di più.

  3. Paolo84 says

    non si tratta solo di persone buone o cattive, ma di persone in divisa che fanno il proprio lavoro con coscienza e per difendere le altre persone e persone in divisa che si comportano come e peggio dei criminali che dovrebbero arrestare. E finchè non sarà la parte sana della polizia a ribellarsi contro quella marcia non cambierà mai nulla.
    Sì, anche nella società civile ritengo ci siano “persone buone e cattive” (per semplificare), non tutto ciò che viene “dal basso” è buono e giusto di per sè