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Federico Aldrovandi e il sesto senso

Sapete degli insulti che ha ricevuto la madre di Federico nella pagina del gruppo facebook di Prima Difesa Due (QUI le screenshot).

Una delle persone querelate da Patrizia Moretti, alla quale va tutta la nostra solidarietà, è Simona Cenni, fondatrice dell’associazione e amministratrice del gruppo. Lei risponde con una intervista su Vanity Fair – senza contraddittorio – e tutto ci lascia davvero basite.  I poliziotti sono stati condannati con sentenza definitiva in cassazione perché Federico è morto delle loro percosse. E l’Italia è l’unico luogo in cui chi viene condannat@ e chi li difende può continuare attraverso i media a fare dichiarazioni opinabili che mettono in cattiva luce le vittime.

Così Simona Cenni si concede una prosa in cui si scopre che lei, la cui associazione difende due dei poliziotti condannati per la morte di Federico e 7 dei capisquadra imputati a processo Diaz (g8 genova 2001), continua a imputare responsabilità alla madre (il poetico “Può succedere a tutti di non accorgersi dei problemi di droga del figlio“), parla di Federico come un drogato e dotato di una forza pari a quella di Bruce Lee e non si capisce dove voglia andare a parare. C’è una qualunque ragione per cui si possano spezzare sul corpo di un ragazzo inerme due manganelli?

Dopodiché lei dice che dobbiamo fidarci del suo istinto. Il “sesto sensodelle donne che viene citato come prova provata di innocenza dei poliziotti. In quanto ai manganelli si sarebbero spezzati perché “vecchi”. E secondo lei sarebbe tutto un processo politico. Un complotto comunista. Certo. Chiaro. Questa la debolissima linea di difesa. Stessa determinazione alla difesa ad oltranza anche per gli imputati al processo per la Diaz.

Questa è l’Italia. Il posto in cui un poliziotto può picchiarti per strada fino a ucciderti e comunque di te si dirà sempre che sei colpevole. E noi dovremmo fidarci di queste rappresentanze delle forze dell’ordine?

—>>>Leggi la lettera di Ilaria Cucchi a Patrizia, mamma di Federico

Posted in Omicidi sociali, R-esistenze.


One Response

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  1. Claudio says

    Il mejo è questo: “[…] Io parto dal presupposto che NESSUN POLIZIOTTO, NESSUN COLLEGA picchia una persona per divertimento o senza motivo… Si parla di eccesso di misure di contenimento, tu Paola hai mai avuto a che fare con una persona sotto effetto di alcool e droghe e per giunta in grado di usare arti marziali??”.

    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

    Non meritano manco il disprezzo, solo le risate.