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Identikit del perfetto fascista (in rete)

Segue al primo identikit del perfetto fascista.

Sostanzialmente discute da solo. Gestisce uno spazio in rete, una pagina facebook, un forum. Come tanti fascisti dichiara che per lui perno essenziale della sua esistenza sia la libertà d’espressione. La propria. Dopodiché chiama “fasciste” quelle che scelgono senza dubbio di non parlare con nazisti di ogni genere. La resistenza antifascista assume nuova forma semantica in questa triste epoca di revisionismo e si chiamerà fascismo. Come dire che l’antifascismo sarebbe rappresentato da Forza Nuova, CasaPound, integralisti/cattolici/antiabortisti che danno delle assassine alle donne che non si riproducono. Si. Come no.

Ma lui immagina di essere libero e liberato. E’ cattolicissimo e come tutti quelli animati dall’illuminazione mistica, a parte che frustarsi da mattina a sera e usare un cilicio mentale per espiare, poi si concede esplicitamente pensieri sporchi o osservazioni sessiste se mai si trovasse di fronte una femminista. Le donne per costui sono solo corpi sessuati. O sei trombabile o non hai diritto di parola. Produce pensieri infantili e si diverte a bullare quelle o quelli che non condividono con lui la stessa passione per la tirannia.

Gestisce uno spazio, dicevo, e dice di essere estremamente aperto, non fissa regole apparenti ma agisce la tirannia dei luoghi destrutturati, quelli in cui si finge non ci sia un capo ma quel capo, gerarca, duce, c’è e te lo fa pesare. Non ama essere contraddetto, sfidato, le opinioni altrui finiscono nel cesso, per screditarle userebbe narrare anche gli episodi diarroici della tua bisnonna, accusa, avvisa, si autocita e cita solo quelli che concordano con lui. Fa lunghe discussioni. Da solo. Al chiuso. In thread protetti. Non ammette mai la sua debolezza. Il suo terrore della differenza altrui. I suoi argomenti deboli, anzi ne è privo.

Recita a memoria mantra ideologici antiabortisti, munito di disinformazione mette in dubbio la verità di scienziati e gente variamente informata, perché l’unica verità è la sua, pensiero unico, ideologia violenta, fanatismo. Si autogalvanizza per aver ragione di sputarti addosso. Ti odia e istiga odio.

Strumentalizza il dolore altrui, tratta con condiscendenza chi parla di deportazione e uccisione di esseri umani in nome dell’ideologia nazista e sputa addosso alle donne che non gli danno ragione. E’ chiuso, lì, nel piccolo suo regno, a troneggiare immaginando di ottenere ascolto, terrorizzato e ben intenzionato a tenere al chiuso seguaci e gente dei dintorni.

Se glielo chiedi: “sei un tiranno?” ti dirà di no. Tu che gli chiedi invece – ovvio – lo sei. Non te lo dice che “questa è casa mia e qui comando io”, padre padrone virtuale come ce ne sono tanti. Non te lo dice ma ti insulta e si fa martire trovando ogni banale scusa per motivare sue “pacate” aggressioni. Ammette nel suo spazio la calunnia, come stile, per portare avanti la detrazione, come quelli della lega, i fasci/giornalisti de Il Giornale. E’ scorretto. Il suo potere si basa sulla paura della diversità. Lui/lei/loro sono nemici e dunque restiamo tutti qui – soffocando anche la democrazia interna – stretti in un abbraccio mortale, ché nulla potrà mai dividerci e che “vincere e vinceremo”.

Tanto per dire: i luoghi gestiti in rete da persone così non sono quelli in cui vi banneranno. Un po’ come nell’attuale idea di democrazia agita da politici nostrani. Preferiscono tu te ne vada spontaneamente perché hanno un’idea consapevole del martirio che semmai usano a proprio vantaggio nelle sempiterne strategie della tensione ma ad ogni modo applicheranno qualunque stratagemma per neutralizzare la tua critica. Un fascista fa così: ti umilia, dice di aver ragione di farlo se te ne lamenti e poi ti dice che se resti è perché ti piace.

Ho detto fascista? Non so. L’equivalente consiste anche al femminile, frequentatori e frequentatrici assidui di spazi davvero liberi e libertari, dove le mistificazioni e gli insulti non sono ammessi, sono gli stessi che vivono di microfama, attaccandosi alla popolarità che altri/e hanno conseguito in rete e vivendo solo per contrapposizione. Freddi evangelizzatori con un piglio paziente o insultante, che con te in realtà non vogliono avere nulla a che fare giacché ti sputerebbero addosso volentieri, pienamente intenzionati a lasciare semi di presunte verità considerandoti solo veicolo e mai essere umano, portatore o portatrice sana di semi altrui invece che comunicatrice o comunicatore consapevole per scelta responsabile. Alla stessa maniera degli inseminatori, uomini, patriarchi, che disprezzano e immaginano le donne come uteri buoni soltanto per portare in giro e per far crescere il prodotto dello sperma altrui. Soldati e soldatesse che portano avanti – per scelta – una sacra missione e che restano fedeli al cospetto del tiranno, attenti a non scontentarlo e attenti a fornire ulteriori prove di fedeltà.

Il tiranno in rete si circonda di altre solitudini e accoglie disperazioni cui indica il livore e il rancore come strategia e soluzione. Schiaccia qualunque vagito di rivolta e di dissenso e poi, narciso, dice di se di essere un illuminato. Il loro sangue non è uguale al nostro ché quello che ci scorre nelle vene è rosso di passione e amore e onestà intellettuale. Il loro è sangue nero. Nero come i loro pensieri. Nero come la loro prigione, come il recinto che creano attorno altri esseri umani per tenere dentro quelli che non sfidano i leader e per cacciare fuori tutti gli altri. Nero come il loro piccolo, chiuso e pauroso mondo…

Quanti ne conoscete di individui così?

Posted in Anticlero/Antifa, Misoginie, Pensatoio, R-esistenze.