Ieri scrivevano che il killer, a quanto pare, volesse proprio colpire le ragazze. In generale, dato il bilancio delle figure di cacca che hanno preso i media su questa storia direi che per ora soprassediamo. Noi restiamo dell’idea che di mafia non si sia trattato, non per altro, ma perché le realtà del sud le conosciamo molto bene e sono quelle in cui il tritolo, le bombe carta e gli esplosivi vengono usati anche solo per fare saltare l’auto del tipo che non paga la tangente, figurati se uno che vuol far saltare una scuola usa attrezzi così sfigati. Dicemmo subito che poteva trattarsi di un singolo, un paio di deficienti, qualche folle, nazista, misogino, chi lo sa. Perché in Sicilia, mi ricorda FikaSicula, tre adolescenti a Niscemi hanno predisposto un piano, preso una ragazzina, Lorena Cultraro, l’hanno stuprata, picchiata, uccisa, gettata in un pozzo, per un motivo idiota e dunque chi lo sa se c’è qualcuno che voleva male alle ragazze per ragioni ancora tutte da decifrare.
Le scuole meridionali di paese, se frequentate da ragazze, sono mira frequente di stronzi che si piazzano là fuori a farsi seghe, quelli che ti chiamano “nipote” e che ti aspettano, quelli che sin dalle medie vanno in cerca della ragazzina da “ddivari” (allevare) perché la vogliono vergine, quelli che se la ragazzetta adolescente, perché trentenni, li pianta in asso si comportano peggio dei bambini. In un paese di quelle dimensioni la strage pianificata con i contorni descritti dalla stampa non ha proprio senso. Ha più un senso il fatto che un demente, deluso, forse sentendosi sfottuto o chi lo sa, o uno che aveva un suo problema personale, abbia voluto mirare e fare fuoco. Il resto sembra davvero funzionale alla retorica di questi giorni e tutto ciò si presta volentieri a creare un alone mistico di santità attorno alle vittime, il che non è in discussione, ciascun@ legge gli eventi come crede, ma se si vuole manifestare si faccia per la ragione giusta e non improvvisandosi antimafiosi/e, tutti e tutte senza sapere un accidente di che cos’è la mafia.
La mafia è quella che ha sfruttato il dolore del terremoto in abruzzo con costruzioni fatte male che sono crollate in un secondo. La mafia è quella che specula e si riprende appalti quando il terremoto fa crollare le costruzioni già realizzate in precedenza. La mafia guadagna dai fondi per la cooperazione, dalle speculazioni sulla finanza, dall’acquisto di strumenti sanitari, dalla redistribuzione di incarichi nei luoghi giusti, dall’alleggerimento di responsabilità di chi non usa garanzie di sicurezza sul lavoro. La mafia non ha bisogno delle bombe in una scuola per sterminare tutta la società. La mafia contro cui si marcia è quella dei libri e delle fiction, quella che sparava negli anni ottanta e novanta ma siamo a vent’anni dopo e la mafia è fatta da grandi imprese che pilotano l’informazione (che si serve e fa media) per criminalizzare le lotte #notav, la mafia è stata al governo e per quanto ne sappiamo potrebbe ancora esserlo.
Che cosa c’entra con la mafia la faccenda di Brindisi? Un bel niente. Ed è la stessa cosa che pensa Elisabetta che infatti scrive:
Ciao,
ieri è uscito il comunicato della manifestazione che si terrà sabato a Brindisi, “Io non ho paura”. Vado a leggere e vedo che proviene da un’associazione contro le mafie ed è firmato e sottoscritto da:“Le studentesse e gli studenti dell’Istituto Morvillo di Brindisi (le rappresentanti Francesca D’Agnano e Vanessa Lapenna); Martina Carpani (Consulta provinciale di Brindisi); Francesca Rossi (Coordinatrice UDS Brindisi)
Raccolgono l’appello e ne sono promotrici a livello nazionale le associazioni
Libera – Rete della Conoscenza (Uds e Link) – CGIL – ARCI – il manifesto – Adi – Flc – Fiom – Nidil – Cgil Puglia – Cgil Brindisi – Agenquadri CGIL – Cisl Brindisi – Legambiente – Gd – Tilt – Gc – Fgci – Errori di Stampa – Fds – Run – Rete degli Studenti – UdU – Legambiente Brindisi – CdA Università degli Studi di Bari -Comitato SNOQ Cagliari – Collettivo Cagliarimonamour – Condotta Slow Food Lucca – Compitese – Orti Lucchesi – Comitato Genitori Mezzago (MB).”
Nel comunicato c’è di tutto e di più, lo potete leggere qui:
http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/6578Questa è la mia nota facebook a riguardo:
“…mi sfugge il senso della manifestazione. Associazione contro le mafie? Ma è stato stabilito che c’è la criminalità organizzata dietro? E poi il comunicato; si parla costantemente di “attacco alla scuola”, come se avessero fatto saltare in aria un istituto scolastico con quel che c’era dentro. Invece è stata uccisa una ragazza, e ferite gravemente altre ragazze, provenienti dalla stessa località (Mesagne), davanti l’ingresso di una scuola.
Si parla di “colpire il futuro di un paese, la speranza di costruirne uno migliore”. Sono sotto attacco le scuole per caso? Sì, ma non dagli stragisti o dallo stragista di Brindisi, ma dai nostri governi attuali e passati, che stanno demolendo l’istruzione pubblica e foraggiando quella privata e cattolica.
E poi c’è il problema della sicurezza dei fabbricati; buona parte sono a rischio di crolli, e nessuno se ne occupa.
Questi sono gli attacchi alla scuola.
“La partecipazione, la democrazia e la richiesta di giustizia sono la risposta ad un atto così grave che ha sconvolto il nostro territorio e tutta l’Italia.”
Valori encomiabili, ma come si può rispondere in modo adeguato quando non si è capita la domanda?
Manifestare contro la “paura” non ha senso. Avrebbe senso manifestare contro quelle politiche che annientano la libertà e diritti civili con il pretesto di rendere sicure le città iniettando il morbo della paura. Ma non mi pare si sia presa una posizione in tal senso.
Sentimenti nobili muoveranno queste persone, ma le idee sono confuse a dire poco.”Ecco, già ieri ero sinceramente perplessa.
Oggi ho visto che hanno cominciato ad aderire molte realtà femministe, e che io apprezzo come Zanardo, Vita da Streghe, Comunicazione di Genere… addirittura questi due ultimi blog ne fanno proprio una rivendicazione femminista (http://vitadastreghe.blogspot.it/2012/05/io-non-ho-paura-anche-in-rete.html), fermo restando che della parola “femminicidio” sull’appello alla discesa in piazza non vi è cenno.
Ma cosa sta accadendo? Che significato hanno le parole sempre se ne hanno ancora conservato qualcuno?Elisabetta perplessa.
P.s. va da sé che è scattato il perverso meccanismo del ‘se non aderisci fiancheggi gli stragisti e io con te manco ce parlo’ seguito dal ‘se non aderisci fiancheggi gli stragisti, nun sei femminista, e io con te manco ce parlo’ 😉
Dal canto suo Giorgia Vezzoli, di Vita da Streghe, dice:
Intanto, una precisazione: io di questa manifestazione non ho fatto alcuna “rivendicazione femminista” se per rivendicazione femminista s’intende usare lo slogan “io non ho paura” in un post per dire cose che a me stanno a cuore sui temi che io personalmente tratto.
Secondo, il testo del comunicato non dice di chi è colpa e non da per scontata che sia stata la mafia, le parole al riguardano sono piuttosto chiare.
Terzo quando si parla di “mafie” non credo si debba intendere, per lo meno io non lo intendo, solo la criminalità organizzata ma anche tutto ciò che è cultura criminale omertosa che si basa e genera violenza.
Ebbene, io – e molte altre di noi, certamente non aderisco/aderiamo. E siamo contro la mafia e siamo contro l’odiosa strage, siamo contro ogni delitto e ogni istigazione all’odio e alla violenza. Di più: c’è tra noi chi ha militato nell’antimafia a proprio rischio e pericolo e sa perfettamente di cosa parla.
Spettacolarizzare è brutto. E oggi spettacolarizzare, alla maniera di Repubblica che ti dà appelli da firmare uno a settimana, con un guadagno in introiti pubblicitari e audience per quanto i click aumentano, rientra nella logica del capitalismo che guadagna sull’emozione e sui sentimenti. Con rispetto verso chiunque, qualunque scelta faccia, noi aspettiamo ancora di sapere chi ha messo quelle bombole.
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