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Marcia per la vita di chi?

Domenica a Roma confluiranno tutti i prolife nella Marcia per la vita.

Continuano a definirsi prolife e io continuo a chiedermi cosa significhi essere a favore della vita quando si impedisce alle donne di curarsi, di vivere consapevolemente e responsabilmente la maternità, la sessualità – che dio, la dea, gli dei, l’invisibile unicorno rosa vi scampi dal vivere una sessualità consapevole! Dirà qualcuno. No agli anticoncezionali, né quelli di emergenza – pillola del giorno dopo, pillola dei cinque giorni dopo, né quelli comuni, i preservativi, la spirale, non sia mai, sono strumenti di Satana! E pure in un libro, di cui non ricordo più il titolo,  molti anni fa lessi che Satana non era altro che l’angelo del dubbio, al quale Dio, con la d maiuscola, quello dei cristiani e degli ebrei, aveva affidato il pianeta più amato, la Terra.

Il dubbio non è forse una delle basi della ricerca della verità? Vorrei chiedere, ancora, alle donne che partecipano alla Marcia per la vita, cosa intendono per vita? davanti ad una madre che decide di interrompere la terza o quarta gravidanza perché rischia di diventare cieca, perché ha l’hiv, perché ha il cancro, perché ha due figli con la leucemia, perché non ha da mangiare – e 250 euro pro-life non cambiano la vita a nessuna famiglia. A chi non ha alcun desiderio di diventare madre, qual è l’alternativa? La costrizione fisica? Alcune risposte le conosco già, perché è tutta la vita che cerco di capire cosa porti una donna, che sa bene cosa significa diventare madre, quale complesso di responsabilità, impegno, sentimenti ed emozioni comporta, cosa la porta dire: io decido per te.

Purtroppo sono spesso domande a vuoto, perché, come mi capita di dire, queste persone somigliano agli zombie, metaforicamente, agiscono in base ad un unico impulso, l’obbedienza ad una ideologia malata, che con la vita non ha a che fare, ma ha a che fare col dominio, con la coercizione e l’imposizione, in definitiva col fascismo.

Se non puoi vivere nella mia pelle non puoi scegliere per me, è un concetto chiaro e semplice, ma a questa chiarezza sono sordi e sorde. A Roma si marcia per impedire alle persone di scegliere liberamente come vivere la propria vita, si marcia per un distorto senso di giustizia che solidarizza con una pallina di materiale biologico e non con una donna fatta e formata, l’umano dov’è? Non credo nelle maledizioni, ma credo nell’esperienza, così auguro alle persone di provare sulla loro pelle cosa significa rinunciare a un figlio al sesto mese, auguro il conflitto che deriva dall’essere incinta dopo un abuso, dall’essere una ragazzina di quindici anni che si è appena affacciata alla vita, quella vissuta materialmente non quella potenziale, e non saper che fare, perché la sua casa è un inferno.
Gli auguro di avere dei dubbi, di tornare a essere persone.

Leggi anche:

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Palermo: chi marcia per la “vita” marcia per la morte

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Corpi/Poteri.

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2 Responses

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  1. Natla says

    http://www.etimo.it/?term=lucifero
    Lucifero = La stella che porta la luce
    Lucifero = Venere
    Ma davvero tocca parlare di questa gente ?

    Sono vili che vogliono regole ferree per “gli altri” a garanzia di vivere in un mondo semplice e prevedibile in cui manipolare i propri figli, finché si trovano in una posizione sociale ed economica in grado di garantire per se ogni eccezione possibile (infatti appena questa viene a mancare, raramente mutano. Crollano).
    Se a loro servisse interrompere una gravidanza al 6° mese direbbero che “è capitato” e che Dio li ha prescelti per una prova. Se restassero incinte dopo un abuso, la vergine verrebbe costretta ad abortire e a partire per un esperienza di studio all’estero. Nessuno lo saprebbe mai.

    Parliamo di gente che ha inventato il “Sacro Vincolo” e la “Sacra Rota”.
    Che si autoassolve credendosi mossa da ragioni più degne, con esistenze meritevoli di eccezioni e su un cammino spirituale che non può essere intralciato. A differenza dei bruti, preda dei bassi istinti, che esistono solo per essere salvati ed per esercitare la propria bontà.

    Odiano “gli altri”. Chiunque sia. Fanno marce per convincere il clan e se stessi di essere migliori. E se anche tutto il mondo obbedisse ai loro precetti, farebbero marce per dire che il colore dei loro bottoni è l’unico giusto, che l’altezza dell’erba del loro giardino è la sola ammissibile.

    Nessuna esperienza, per quanto drammatica, può illuminarti se appena intravedi un lampo di luce SCEGLI di tenere gli occhi ben chiusi.

  2. Mary says

    Secondo me la maggior parte dei partecipanti sono uomini…le poche donne che ci saranno sono le classiche timorate di Dio che restano vergini fino al matrimonio e figliano come coniglie