Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato che ci mandano le compagne di Pisa.
Buona lettura!
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Apprendiamo che dall’11 al 13 maggio 2012 si terrà al Palazzo dei Congressi di Pisa l’evento “Quello che le donne vogliono“.
Ma cosa vogliono le donne?
A giudicare dal volantino che pubblicizza l’iniziativa sembra che i loro desideri ruotino intorno a tre concetti di riferimento: essere belle, essere alla moda, essere delle consumatrici. “L’universo femminile è il tema”, recita il sottotitolo: un cosmo dai confini molto limitati, se si riduce solo a questi tre aspetti.
Se “la vera protagonista è la donna” con “le sue mille meravigliose sfaccettature” non capiamo perchè venga offerta un’unica rappresentazione di femminilità aderente ai canoni sessisti di bellezza e ai modelli occidentali di consumo, che creano quelle gabbie culturali contro le quali ci battiamo quotidianamente.
I desideri delle donne possono essere davvero ridotti alle “coccole” e all’essere riempite di attenzioni per 3 giorni all’anno?
Ci risulta banalmente che le giovani donne desiderino lavoro, welfare, politiche di genere e rispetto per le differenze (migranti, comunità LGBTIQ…), ma anche amore e amicizia senza pregiudizi, riconoscimento delle proprie capacità e possibilità di scegliere cosa e come essere senza doversi adeguare a modelli e aspettative basate su stereotipi sempre meno accettabili e reali; le meno giovani, oltre a tutto questo, auspicano per esempio alla possibilità di andare in pensione e a non vedere continuamente calpestate le conquiste ottenute tramite dure battaglie per i diritti di genere.
Non si discute il fatto che una fiera di aziende relative al campo dell’estetica e della cura del corpo si possa e si debba fare, ci preoccupa la reiterata immagine stereotipata che viene perpetrata a danno delle donne attraverso il messaggio dell’evento. Non dimentichiamo che negli ultimi dieci anni la cura del corpo è anche e sempre più materia maschile, ma questo non è conforme alla rappresentazione dominante del maschio virile “che non deve chiedere mai”, quindi si ritorna ad usare la vecchia immagine della donna bella.
In altre occasioni il Comune e la Provincia di Pisa hanno promosso eventi volti alla costruzione di immaginari molteplici legati al corpo e al ruolo della donna; rispetto a ciò, rileviamo una contraddizione nel patrocinare un evento che ha la presunzione di riassumere l’intero universo femminile e i suoi desideri all’interno di una dimensione stereotipizzante ed esclusivamente estetica.
Chiediamo pertanto una presa di posizione da parte di Comune, Provincia e dei rispettivi Assessorati alle Pari Opportunità che risolva questa ambiguità.
ArciLesbica Pisa, Casa della Donna Pisa, Fratelli dell’Uomo, Collettivo le Grif, ¡Mosquíto!, Gruppo il Sessismo nei linguaggi della Casa della Donna
@Paolo84, il modo in cui si sceglie di pubblicizzare un evento, le parole e le immagini che si scelgono di utilizzare, non possono essere sottovalutati. Il titolo “Quello che vogliono le donne” accompanganto dal sottotitolo e dall’immagine di una bella ragazza esteticamente molto curata non sono scelte casuali e, purtroppo, rimandano sempre allo stesso stereotipo. Oltretutto, parlando da un punto di vista comunicativo, questo tipo di linguaggio è trito e ritrito. Quanto sarebbe bella una forma di comunicazione pubblicitaria diversa, più divertente, ironica, non stereotipata… ??
Meno male che almeno c’è la degustazione sperando che non siano foglie di lattuga…che evento terrificante!
Mary
bè ci sono donne (e non solo) a cui queste cose interessano e le vogliono, e non è detto che una donna che cura il suo corpo non possa avere anche altri interessi
“Non si discute il fatto che una fiera di aziende relative al campo dell’estetica e della cura del corpo si possa e si debba fare,” appunto se si fa, allora si deve pure pubblicizzare in qualche modo e deve attirare pubblico. Poi che l’universo femminile non possa essere ridotto all’estetica è ovvio ma queste aziende proprio dell’estetica e della cura del corpo (perchè lo yoga non è solo estetica se fatto seriamente) si occupano. Comunque non penso che il Comune di Pisa debba patrocinare un evento simile pur legittimo e rispettabile