13 maggio a Roma Marcia per la vita.
Il video in homepage è agghiacciante http://www.marciaperlavita.it/
per non parlare degli articoli (una donna che abortisce porta la sua anima all’inferno)
e l’intervista alla delegata pari opportunità del comune di roma ancora di piùIl comune ha dato anche il patrocinio e assicura la partecipazione di alemagno.
La marcia si configura come una “grande manifestazione pro-life, la prima in Italia da quando è stata approvata la legge 194Che poi io non ho mai capito cosa significasse per un pro life essere a favore della vita.
Che fa comodo occuparsi di un mucchietto di cellule per controllare i corpi delle donne, torturarle psicologicamente, fisicamente, cosi da renderle fragili e dipendenti.
Se la vita è un bene fondamentale per tutti, come proclamano dai loro siti, allora perchè questi signori e signore si arrogano il diritto di decidere quale vita è degna di essere vissuta e quale no?
Perché la retorica pro-life non si esprime sulle donne morte ammazzate quotidianamente e su quelle che quotidianamente subiscono oppressione, violenze psicologiche e fisiche? Quelle non sono vite? Che hanno da dire in proposito?
Perché la retorica pro life non si esprime sulla strage quotidiana di milioni di esseri senzienti rinchiusi, torturati, macellati solo ed esclusivamente per mantenere in vita i nostri privilegi di specie? Quelle non sono forse vite?
Perché non si esprime sulle stragi silenziose e quotidiane di uomini e donne morti in mare, nei deserti, rinchiusi (per status e non per “colpa”) e stuprati nei cie, torturati nelle carceri libiche o marocchine? Quelle non sono forse vite? (Eh no perché li poi ci sarebbe da toccare il privilegio di essere bianchi e occidentali)
Perché i pro life non si esprimono sullo sfruttamento quotidiano, sui morti sul lavoro, sui suicidi (anzi qui si esprimono ma per condannarli) perché si perde il posto di lavoro o perché non lo si trova, quelle non sono vite?
Perchè non una riflessione sul proprio essere soggetto di oppressione, non un cedimento sulla messa in discussione di ognuno di quei dispositivi di potere che piegano la vita e perpetuano privilegi attraverso l’oppressione e la repressione?”
Chiedo, chiediamo, quante sono le persone che hanno firmato l’appello contro il femminicidio che sfileranno in questa marcia? Sarebbero queste le donne con cui dovremmo fare il “patto di genere“?
Qualcun@ di loro spiegherà mai perché questa gente sia così tanto orientata a impedire ogni forma di prevenzione all’aborto (educazione sessuale, contraccezione)?
Il punto è che noi vogliamo fare sesso – non necessariamente etero – comunque non riproduttivo (e non smettiamo). Risolveteci il problema e saremo tutti/e felici, no?
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Mi sembra la conseguenza diretta di quello che sta succedendo in questo Stato, che di laico non ha niente. E’ davvero una mossa reazionaria in linea con le spinte religiose, un po’ come l’ipocrita giornata del Family Day. La verità è che nessuna di queste persone che marcia capisce di cosa stanno parlando e il significato culturale e politico di questa iniziativa. Ormai la maggior parte degli ospedali sono “obiettori di coscienza” e gli altri sono al collasso: a quando le cliniche clandestine per gli aborti? Mi sembra una retrocessione al medio evo. Ma proprio questo è il momento di lottare. Quando c’è una reazione così forte è perchè la spinta al cambiamento si fa sentire!!!
Le affermazioni sono vergognose! cui sono anche donne stuprate tra quelle che abortiscono. non ho parole!
Che vergogna…il 13 maggio dovremmo scendere in piazza per fare una contro-manifestazione.
Non restiamo in silenzio nessuno si deve permettere di imporre cosa deve fare una donna col suo utero!
Ah che bello, si profila all’orizzonte una di quelle grandi scene romeriane con tutti gli zombie che avanzano.
una roba schifosa e indecente.