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Cinquantaquattro

Nella mailing list di coordinamento dei blog femministi si discute dei vari modi attraverso i quali comunicare e raccogliere contenuti e proposte contro la violenza sulle donne. Tante hanno già detto e stanno già dicendo parole, ciascuna a partire dalla propria sensibilità ed esperienza. Contrarie alla modalità a reti unificate che appiattisce differenze e sensibilità uniformandole al parere di chi ha più visibilità mediatica, noi continuiamo a ribadire, contro ogni egemonia culturale e dal margine, che ogni singola voce è importante. Incluso la nostra. La proposta di una di noi, che potete discutere, integrare, sottoscrivere, spammare, è quella che leggete sotto. Per Vanessa, per Stefania, per tutte.

Cinquantaquattro

Sono #54 le vittime di violenza maschile in Italia dall’inizio del 2012. Inclusi bambini e uomini, nuovi partner, che diventano vittime trasversali di delitti finalizzati a sancire un diritto di proprietà degli ex o attuali partner sulle donne.

L’ultima vittima, Vanessa, aveva vent’anni. Nei media ancora una volta si avanzano moventi che realizzano un terreno di legittimazione della violenza sulle donne. Gelosia, raptus, droga, insistendo sul dettaglio dei contesti che da nord a sud vedono ripetersi esattamente le stesse dinamiche.

Il termine corretto per classificare questi delitti è “Femminicidio”, ovvero un delitto che limita, prevarica, la libera scelta delle donne nel momento in cui vorrebbero lasciare un uomo, decidere con chi stare, chi amare. Le vittime di questi delitti muoiono per la propria libertà e in Italia nel frattempo si continua a diffondere una cultura che invece impone la limitazione delle libertà di tutti incluse quelle delle donne a partire dai provvedimenti che le rendono più precarie, senza reddito e dunque dipendenti economicamente dagli uomini che spesso poi le uccideranno, a partire da quelle regole che impongono alle donne ostruzionismi e obiezioni circa la propria sessualità, la contraccezione, l’applicazione della legge 194, i consultori, a partire dalle leggi che isolano e marginalizzano molte donne perché migranti costringendole alla clandestinità e dunque nelle mani di sfruttatori, ricattatori e clienti assassini.

La libertà di scelta delle donne in Italia viene limitata sempre salvo poi riconoscere diritto alla “tutela” da parte di quello stesso Stato che impone restrizioni e regole morali degne degli anni ’50.

Le donne in Italia non muoiono per caso. Lo sanno le donne e gli uomini che non agiscono e non concepiscono quella violenza e che ogni giorno combattono, insieme, per realizzare una società che elimini ogni forma di discriminazione.

La violenza sulle donne non si può risolvere imponendo una prigione morale alle vittime e neppure imponendo soluzioni che operino esclusivamente sul terreno repressivo senza mai parlare di prevenzione, cultura e di supporto alle vittime.

Servono più centri antiviolenza. Serve parlarne nelle scuole. Serve che le donne che sfuggono la violenza possano poggiare su una rete di riferimento ampia che offra loro l’opportunità di trovare servizi concreti, strumenti, supporto concreto, quando è utile. Serve poi che le donne vittime di violenza non siano dimenticate mai. Bisogna parlare di loro e seguire i processi (come quello per il delitto di Stefania Noce) che derivano da quei delitti perché bisogna impedire che i loro volti ricorrano sui media giusto il tempo di fare audience per poi vederli cancellati dalla memoria di tutti sostituiti dalla notizia del delitto successivo.

Sono #54. #54 persone uccise. E’ il momento di cominciare a pensare alle soluzioni. Quelle concrete. Insieme.

Noi ci siamo.

Posted in Comunicazione, Critica femminista, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici.


8 Responses

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  1. cloe says

    L’assassiniodelle donne in quanto donne non èun problema di ordine pubblico, è una questione culturale e sociale, le pene detentive più aspre non servono se non a ribadire che il problema è lontano dall’essere affrontato.In Messico la legge contro il femminicidio è stato un fallimento, perché la corruzione e la volontà di non indagare è più forte delle leggi. In Italia il riconoscimento del delitto di femminicidio servirebbe per lomanoo a far capire a tutti che abbiamo una questione irrisolta, che il delitto d’onore non esiste e neppure l’attenuante passionale, esiste un crimine d’odio.

  2. Mary says

    Pero’ che noia, che stizza, ogni volta si scatena sempre questa guerra tra i sessi…ma cosa si deve fare per non discrimare gli uomini? Lasciamo che le donne vengano uccise e stuprate in silenzio cosi’ l’onore maschile e’ salvo! Perche va bene cosi’, lasciamo che gli uomini si tappino gli occhi anziche’ lottare contro la violenza di una minoranza e lottare con le donne affinche’ si dica no alla violenza!

  3. fasst says

    No vabbè, Claudio ha detto la sua opinione. Noi di uomini ci occupiamo perché gli uomini sono parte attiva del nostro collettivo. Ci occupiamo di vittime di ogni genere come puoi vedere dal blog e se ti riferisci agli uomini che sono vittime di violenza da parte delle donne se ne sta occupando non senza difficoltà una di noi. Era lei mi pare che rilevava in una discussione recente che questo voler usare le vittime maschili a contrapposizione ogni volta che c’è una donna uccisa da un uomo è un fatto che implica che le notizie in se’ non emergono o meglio emergono solo come argomento a discredito della lotta contro la violenza sulle donne. Le donne non sono forse esseri umani dei quali occuparsi? E’ scritto da qualche parte che sono esseri “superiori”? Bisogna lasciar passare sotto silenzio la morte orribile di una ragazza ammazzata per niente? lasciamelo dire, claudio, ma le tue due righe polemiche sono fuori posto. proprio fuori posto. c’è un momento per tutto. è questo è il momento di vanessa. è morta, capisci? morta. sii solidale e empatico appena un po’. di tutto il resto bisognerebbe avere il buon gusto di parlare in un’altra occasione.

  4. Serena says

    Claudio, vai a fare il troll da un’altra parte.

  5. Mary says

    Parlavo oggi a cena con i miei: i deterrenti non sono sufficienti. Mio padre mi ha detto che in certi Paesi arabi le pene sono più aspre delle nostre ma malgrado questo i reati contro le donne non diminuiscono, è infatti una questione culturale da sradicare e i deterrenti ( con pene aspre e la galera) servono ma fino ad un certo punto.

  6. Claudio says

    Quando muoiono gli uomini ovviamente non frega nulla a nessuno, giustamente noi uomini siamo una razza inferiore, quindi più moriamo e meglio è

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  1. Gli assassini di donne strappano la carne a morsi e ci lasciano con le ossa nude « Meno e Pausa linked to this post on Aprile 28, 2012

    […] è morta invece è qualcun altra e questa cosa mi trafigge l’anima perché ho visto su internet che amici e amiche hanno […]

  2. Morte di una donna | Just Laure' linked to this post on Aprile 27, 2012

    […] Vanessa non è morta per la passione di qualcuno che la amava. […]