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Fascismi, Diaz e punto G

Ieri è stata una giornata tutto sommato abbastanza soddisfacente. L’antifascismo che ha legittimità o se la riprende nell’unica giornata, pare, salvo qualche caso, in cui antifascisti e antifasciste non vengono malmenati da qualcun@ che difende il diritto alla libera espressione di quegli altri che vanno in giro armati di spranghe, bastoni e tanta voglia di “eliminare” le “zecche” rosse. E noi, come si fa nell’ora d’aria per i carcerati, ci siamo fatti le manifestazioni, abbiamo continuato a incazzarci per tutte le sconcezze dette e fatte, abbiamo bevuto un sorso di vino e ricordato quelli e quelle che hanno lottato e sono mort* per la loro e la nostra libertà e per finire siamo andat* pure al cinema a vedere una delle cose in un modo o nell’altro da vedere in questo momento e abbiamo preso una tranvata in faccia mentre il film Diaz ci riportava alla memoria le tante cose non fatte, dette, ciò che il film ha completamente cannato e ciò che gli estimatori solertemente rimuovono, l’eccessiva fedeltà alle versioni processuali, che mitigano e rimuovono una verità tanto peggiore di così, e quelle figurine di soggetti sparsi che sembrano in un villaggio vacanze quando chi c’era sa benissimo che già dal venerdì mattina e ancor di più al pomeriggio con la morte di carlo giuliani a nessuno era rimasta la benchè minima voglia di farsi schitarrate, manco fosse un fottuto rave, ché c’era solo da restare vivi e resistere nella consapevolezza di essere in uno stato di “sospensione del diritto”, a chiamarlo secondo le versioni dei politically correct, come se normalmente il diritto esistesse e fosse ripristinato, e poi il bilancino tra buoni e cattivi, nella pretesa di ricavare una complessità guardando tutto e tutti dall’alto senza capirci granché e in definitiva a mancare il ricordo di quello che successe dopo, di quel movimento che c’era e che implose per necessità di far quadrato con la versione ufficiale della storia, quella compatibile con le istituzioni malate di questo paese, dei politici che non vollero una commissione di inchiesta, a partire da Di Pietro, sbirro ora e semper fidelis, che oscilla tra il “sinistrismo” e la voglia di “legge reale” e di spalleggiare la polizia per partito preso, e tutto quello, poi, che è già stato detto e, dunque, non ripeterò, e, insomma, la giornata è trascorsa all’insegna del siamo tutti uniti e in lotta.

Qualche scazzo con commentatori o loschi figuri che tra un “e allora le foibe?” e un “partigiani criminali e repubblichini santi”, legittimati da presidenti e ministri concilianti che puntano alla canonizzazione, tentavano di mischiare le carte con l’intenzione di fotterci l’unica giornata antifascista ormai rimasta, ché certe volte, accidenti, si, la merdità o il merdume è possibile che stia da una parte sola, come dimostra genova 2001, la dualità, il bene e il male, non è per fare banali frazioni dell’umana specie ma è che la storia è storia e da che mondo e mondo ci sono oppressi e oppressori e come tali vanno considerati, senza revisionismi, senza incertezze e dubbi, perché quelle camicie nere che massacravano gente inerme sono esistite e se non fosse stato per partigiani e partigiane tanta gente in più avrebbe patito. E poi la guerra è guerra e fa cagare e la legittima difesa è sacrosanta e se un partigiano ha ammazzato una merda di fascista ha fatto bene, ha fatto, ché ora pare che tutti si vergognano a dirlo e pure a pensarlo, ma che alternativa c’era? Che alternativa avevano?

Volendo proseguire con la narrazione del giorno dopo diciamo che ci si sveglia rinfrancati, si va al lavoro, si dà uno sguardo a internet, si piglia confidenza con i social, si guarda che fanno quelle amiche lì e ti segnalano un articolo di merda in cui c’è un tale che dice di aver sezionato il cadavere di una donna di 83 anni usandola come cavia da laboratorio. Potremmo vagamente immaginare di trovarci di fronte ad un novello Pacciani e invece lui dice di essere uno scienziato che per tutta la vita avrebbe cercato il punto G e infine pare l’abbia trovato.

Le nostre amiche scrivono: “Pensate che c’è davvero qualcuno che passa tutta una vita alla ricerca del punto G, come quando si cerca un punto fisso all’orizzonte per dimostrare che le donne che non ce l’hanno (il punto G) sono sbagliate e mancanti di qualcosa. Che le donne abbiano una sessualità autonoma, differente, magnifica e non patologizzabile non viene proprio in mente a nessuno. Chissà perché! […] La cosa buffa è che ci usano come cavie come quei tronfi medici dell’800 e poi si pubblicano i loro bravi risultati nelle loro brave rivistine e godono. Riescono a godere anche su qualche centimetro di carne sezionato da una donna morta di 83 anni. Come si può definire tutto ciò? Necrofilia?

Ma la domanda che a me viene spontanea è: quante altre donne sono state sezionate per stabilire l’esistenza del punto G? Quanti altri corpi di donna dovranno essere vilipesi per rintracciare un cazzo di bottone che faciliti l’approccio degli uomini ad una sessualità diversa che da androcentrici non vogliono accettare? Quando smetteranno di prescriversi le istruzioni per l’uso evitando accuratamente di ascoltare le donne?

Che ve ne fotte, insomma, dell’esistenza di questo punto G? Abbiamo un corpo intero di zone erogene e sensi e il capitolo del piacere femminile bisogna che lo lasciate indagare a noi che se non c’eravamo noi armate di speculum e buona volontà col cavolo che ci avreste capito qualcosa.

Che c’entra il Punto G con l’antifascismo e la Diaz? Il fascismo è normativo dei corpi, delle loro funzioni e limita fortemente la libertà di scelta finalizzando il sesso alla sfera riproduttiva e ritenendo inutile, malata, deviata ogni altra forma di sessualità. E in quanto alla Diaz di battute di merda e doppi sensi al manganello e torture che eccitavano individui sadici ce ne sono state troppe. In fondo, si, sono un po’ troppi quelli che cercano un punto G per circoscrivere e normare la sfera sessuale delle donne. Lasciateci un po’ in pace, lasciateci libere e cercatevi un punto N di neurone nel cervello. Potrebbe sempre servirvi prima o poi.

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.