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Massimo Fini: vai un po’ a cagare! (domani ti faccio le mie scuse)

Ora sappiamo che se oltre ad essere stuprata sei pure uccisa e se questo fatto glielo fa ricordare Lorella Zanardo evocando temerariamente l’Ordine dei Giornalisti, sollecitata da lettere di uomini e di donne arrabbiati per la volgarità di quel misogino di merda allora Massimo Fini, lingua inciampata, paraculaggine a iosa, chiede scusa ai “lettori” (ma vai a cagare!). Alle lettrici manco per niente, ma da uno come lui aspettarsi qualche parola delicata e di considerazione verso coloro che reputa nemiche tanto da immaginare gli uomini pistole puntate a fare stragi giustificate ovunque, in Italia come altrove, colui che reputa cattiva la donzella che passeggia e che non gliela dà obbligandolo a rifugiarsi dietro una siepe a farsi seghe, colui che viene ospitato ne Il Fatto Quotidiano che tra una giustificazione e l’altra lo sfoggia come un fenomeno non politically correct quando invece è solo un misero omuncolo da niente che vomita veleno misogino sin dal mattino, da uno così aspettarsi di leggere che le donne siano esseri umani, e non solo da cadaveri ma pure prima, ché le donne che non gliela danno non fanno un dispetto a lui, semmai fanno un regalo a se stesse, insomma, da questo giornalistuncolo a cazzo teso aspettarsi di più è un’utopia.

Personalmente me ne fotto delle sue scuse e sono sicura che se ne fottono le donne stuprate e uccise sui cui cadaveri ha osato banchettare per sfamare il suo odio contro le donne.

Non è soltanto un problema di Ordine dei Giornalisti. E’ che uno come lui può restare appena dentro un quotidiano che ha altre faccette sghignazzanti alle battutone contro le donne, dove il metro di virilità è fare l’antiberlusconiano e dove di violenza sulle donne se si parla se ne parla per sbaglio per non turbare la folta fauna di commentatori misogini che umiliano le blogger donne alle quali non viene neppure riconosciuto il diritto di moderare i commenti.

Della serie: tu scrivi e noi ti lasciamo insultare senza darti neppure uno strumento di autodifesa. Bei coglioni quelli della redazione che producono spacconate da “veri uomini” e si occupano di problemi da “veri uomini” mentre ospitano interventi sull’inchiappettamento formato stupro e sulla meraviglia di un maschio assassino giustificato dalla propaganda dei padri separati.

Ma vedete di andarvene ‘affanculo, tutti quanti, e quando vi sentirete dire che siete uno degli organi di informazione (sigh!) più deteriore e reazionario che esista, bhé, credeteci perché è così.

—>>>Naturalmente domani farò un post in cui chiederò scusa a Massimo Fini e a tutti i redattori de Il Fatto Quotidiano. 

Posted in Misoginie, Pensatoio, R-esistenze, Satira.


10 Responses

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  1. Tiresia says

    Veramente ha fatto proprio quello che fanno tutti quelli come lui…
    Non c’è uno tra i parassiti che ricoprono senza meriti posizioni elitarie che non abbia chiesto scusa piangendo quando la sua ignoranza lo ha portato a fare il passo più lungo della gamba..
    Quello che non fa però nessuno è togliersi dalle palle

  2. luziferszorn says

    Cloro, mica ti starai ammorbidendo, eh?

  3. cloro says

    si è messo da solo il cartello “figurante di merda” sui giornali. L’equivalente della lettara scarlatta. Non lo condannerei ad oltranza. Ha fatto quello che nessuno oggi fa.

  4. cloe says

    Ma perché le giornaliste accettano di essere confinate in un blog- ghetto, perché accettano di respirare la stessa aria di Massimo Fini? Mi ricordo le risposte paracule di Gomez, all’epoca del mail bombing del 2010 su Massimo Fini e l’invito ad andare in Afghanistan, l’offerta di uno spazio recintato per parlare di cose di donne, ma non hanno intuito il trappolone? In ogni caso il direttore del giornale on line è Gomez e dovrebbe essere responsabile! @ Giovanni e basta con ‘sto grande” giornalista navigato qual’è” è un gran paraculo e basta: anche mia madre che ha l’Alzheimer si ricorda che due delle ragazze sono state uccise sulla Maiella e non erano “D’Abruzzo” ma escursioniste venete! E non in un passato lontano ma nel 1997. E si chiamavano Diana Olivetti e Tamara Gobbi e l’unica superstite Silvia Olivetti sorella di Diana. Le scuse di Fini NON sono richieste e non sono gradite.

  5. Flavia says

    Caterina Soffici montare su tutte le furie contro Massimo Fini? Ceeerto, se voleva perdere la rubrica… Invece cuor-di-coniglio ha fatto l’atto di chiedere scusa, non voleva storie con l’Ordine… ma che accozzaglia di personcine nell’italico olimpo degli “intellettuali”.

  6. Giusi Salis says

    @Giovanni Massimo Fini non ha fatto uno sbaglio grosso, lo sbaglio è un una tantum, il suo è un atteggiamento continuo e ripetuto, cerca un po’ di suoi articoli. la tua risposta dimostra una patetica presa di parte senza neanche conoscere l’argomento.

  7. Mara says

    Eh, no! non ci provare nemmeno a chiedere scusa! Io condivido in toto quello che hai scritto e mò lo condivido pure su FB (le scuse non le condividerei, nemmeno se fatte in senso ironico)… Vai così!

  8. Giovanni says

    Doveva allora davanti alle telecamere del fatto tv cospargersi di benzina, darsi fuoco e nel mentre le il fuoco dilaniava le sue carni chiedere, possibilmente con compostezza, chiedere, scusate se potete?
    Certo Massimo Fini ha fatto uno sbaglio grosso, e per un giornalista navigato qual’è non lo si può certo mettere al muro per la fucilazione, vorrà dire che per la legge del contrappasso scriverà un articolo pro-donna al posto della giornalista con un alto senso del femminismo qual’è Caterina Soffici che non mi pare sia montata su tutte le furie nei confronti del collega

  9. Giusi Salis says

    Questi non sono veri uomini, per quanto si sforzino di dimostrarSElo, sono veri coglioni. E scusate il francese, ma ogni tanto mi sento esterofila.

  10. Olympe says

    Si infatti… Massimo Fini, sali sull’aereo Easy Jet tu e tutti i vari viscidi bavosi maschilisti misogini che ti applaudono, e andatevene a fanculo. E domani le scuse non te le faccio!