Ieri doveva esserci l’inaugurazione della Casa delle donne a Napoli che però si è tramutata in un’assemblea pubblica, dato che il sito destinato dal Comune, l’ex asilo Filangieri, si è rivelato già occupato dal Collettivo dei lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale La Balena. A quell’inaugurazione c’erano anche Serbilla e MisTic di cui condividiamo il report:
“Grazie alla mediazione di Elena Coccia, il collettivo la Balena, che occupa i locali dell’ex asilo Filangieri, e la neonata Casa delle donne di Napoli, alla quale quei locali erano stati destinati, convivranno per un periodo di tempo ancora da stabilire, almeno fino a quando non verrà trovato un nuovo edificio. La Casa, quindi, per ora abita al pian terreno mentre la Balena resta al terzo piano.
Alla presentazione assembleare erano presenti Udi, Arcilesbica, Sportello Antiviolenza Lilith, Centro donna e varie associazioni.
Dopo le performance artistiche di un’attrice e una cantante, l’unico tipo di attività pubblicizzato per ora è un corso di yoga e ginnastica dolce che, per quanto la promotrice fosse gentile e simpatica, non ci sembra essere una priorità, dati i drammatici problemi della condizione femminile, specie legati alla chiusura dei reparti in cui si pratica l’IVG. La questione scottante è stata portata all’attenzione del sindaco con richiami dalla platea, poiché l’argomento non era stato affrontato nella prima ora di presentazione, il sindaco si è detto disponibile e già impegnato, non ha detto come, sulla risoluzione del problema. (oggi alle ore 11 al Policlinico un presidio dell’Udi per denunciare la chiusura del reparto, ma altre saranno le iniziative dei prossimi giorni per richiamare attenzione sulla situazione anticostituzionale del Policlinico federiciano).
Per accedere alle attività della Casa sarà necessario tesserarsi, trenta euro all’anno che serviranno per il sostentamento delle attività.
Hanno distribuito degli stampati da riempire con ciò che ognuna si aspetta dalla Casa e cosa vorrebbe, mi sono sbizzarrita tra migranti, educazione sessuale, aborto, seminari per riconoscere e affrontare la violenza e ovviamente momenti di incontro e confronto con le associazioni maschili come Maschile Plurale.
L’impressione generale, nonostante la buona volontà, non è stata per ora di grande apertura agli input del territorio, ma più di resistenza. Speriamo che la Casa delle donne, che ancora non ha un vero e proprio tetto sulla testa, non risulti essere un’altra di quelle azioni “dall’alto” che poco bene si inseriscono in un territorio ricco di potenzialità ma anche messo in ginocchio da problematiche che devono essere affrontate con serietà, apertura e molta attenzione (la comunicazione tra le parti e tra le associazioni, il problema luoghi, il servizio IVG interrotto) poiché il rischio è che negli ingranaggi del potere politico la questione femminile passi come al solito in secondo piano.”
Concordo sulle impressioni, lascio solo una nota: a Maschile Plurale è stato chiesto di parlare, non lo si è fatto solo per mere questioni di tempo.
Grazie, però, per averci pensato. 😉
io ieri c’ero e sono d’accordo sulle sensazioni descritte nell’articolo come pure ho avvertito tanta disgustosissima retorica. Insomma il solito Bla, bla, bla.