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Uomini che odiano le donne (antifemministi reply)

Gli squadristi e i cyberstalkers, quelli che limitano la nostra libertà di espressione, che copiano e clonano siti e blog femministi per censurarne il pensiero, che lo fanno sistematicamente, in modo organizzato, con una complicità in associazione tra vari individui, al nostro post [LEGGI] che informa su quello che succede (e che non sostituisce affatto ogni altra azione che abbiamo compiuto e compiamo per denunciare quello che accade, ché c’è una differenza tra “controinformazione” e squadrismo arrogante, cyberstalking molesto che include le intimidazioni e gli insulti che nel corso del tempo abbiamo ricevuto) rispondono così:

E si, infatti, con la protervia e l’arroganza di sempre immaginano di poter dire che “basta al femminismo lo diciamo noi”. Obiettivo è il nostro AZZERAMENTO finale (la soluzione finale?). Come scritto QUI.

Poi c’è l’approccio della satira antifemminista o così ritiene di potersi considerare. Lo spiritosone che ha pianificato il nostro totale AZZERAMENTO che sogghigna a proposito di:

Dopo la prevaricazione anche il dileggio. E siamo alla tortura. Cos’era quello che facevano i nazisti alle loro vittime nei campi di concentramento e di sterminio?

Infine ci sono gli antifemministi doc, quelli che si autocertificano come tali ma che hanno un buon feeling con il piano di AZZERAMENTO di massa delle femministe.

Gli stessi soggetti sulla loro pagina facebook passano direttamente al braccio di ferro. Sono molto virili, pieni di muscoli e ci invitano a rinchiuderci da sole, con loro, in una stanza per vedere chi ha più paura. E in effetti un po’ ce lo siamo chieste pure noi come mai questi soggetti non si presentano MAI con le loro facce a parlarci di persona, perché sappiamo bene che a prescindere dal fatto che i loro comportamenti violenti potrebbero farci “cagare addosso” comunque i nostri argomenti avrebbero sicura garanzia di vittoria.

Tra di loro il vittimista che prima molesta una nostra amica per giorni e giorni lasciando commenti indesiderati e quando lei gli dice chiaro e tondo che deve lasciarla in pace allora lui si inventa un’altra ragione per avere “diritto di replica”.

I luoghi di libera aggregazione di questi soggetti – in modi più o meno liberamente sguaiati, offensivi, o pacatamente “riflessivi” a seconda delle circostanze – sono QUI, QUI, QUI, QUI e in molti altri posti che conosciamo, monitoriamo, del web.

Ore e ore a discutere di quanto sono cattive le donne e di quanto sono poverini gli uomini che sono “costretti” loro malgrado, causa della cattiveria intrinseca di noi femmine, ad ammazzarci una dopo l’altra.

Ripetiamo, per le persone di buon senso, nessuno a queste persone proibisce di riunirsi, se non quando compiono apologia di reato e istigano alla violenza sulle donne e sulle femministe, noi incluse, dove vogliono e sviscerare o argomentare il loro odio contro le donne. Sono loro dopotutto che devono convivere con se stessi e i loro branchi.

Ma l’assenza di totale libertà di cui ci privano sta nel fatto che pretendono di zittirci rubando le nostre identità politiche, clonando i nostri blog e falsando le informazioni sulla violenza sulle donne.

E’ paura, terrore, che si conoscano i numeri della violenza maschile sulle donne. Paura della verità. Paura di noi. O di se stessi. Ma noi non siamo psicologhe né assistenti sociali e dunque il compito di chiarire le violenze di cui siamo oggetto è di altri luoghi e di altre professionalità.

A noi che facciamo comunicazione spetta il compito di dire alle altre e agli altri sul web che subiscono i nostri stessi affanni che la verità sta tutta qui. Conoscere e non tacere è già combattere. La conoscenza è alla base di ogni lotta di liberazione. Condividere le conoscenze diventa vitale. Passarvi queste informazioni è necessario perché voi sappiate e possiate dirlo ad altre.

D’altronde se non creiamo noi una documentazione per storicizzare un fenomeno sul quale le nostre figlie, spero, in futuro, rifletteranno spaventate affinché non torni più, chi lo deve fare?

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Posted in FaceAss, Misoginie, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.