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Misoginia, titoli, media: basta correggere!

Dalla mailing list un post a più mani (come è nostro uso). Clarissa segnala che su Sicilia Media Web (grazie a Valentina per la screenshot) viene riportata la notizia di un grave incidente con un titolo davvero fuori luogo. Si tratta di una macchina finita in una voragine piena d’acqua a causa del maltempo. La testata online titola però inspiegabilmente “Donne al volante” come per attribuirle finanche le condizioni climatiche della zona. Ed è una brutta cosa attribuire ad una madre la morte di suo figlio se non ne è minimamente responsabile. Il dolore è sufficiente senza infliggere ulteriori pensieri. Clarissa scrive al media ciò che pensa e che riportiamo sotto e la testata online, cosa strana ma vera, cambia il titolo che diventa “Tragedia a Siracusa. Precipita in una voragine. Muore il figlioletto.“.

Ecco dunque un esempio finalmente positivo che può rinfrancarci di tante arrabbiature e tanta tenacia nel monitorare la comunicazione dei media. Ci complimentiamo con Sicilia Media Web per la tempestività e invitiamo altri media a prendere esempio da loro.

QUI i commenti all’articolo che in quella sezione conserva il titolo precedente assieme ad una dose di buone – quanto inusuali, commoventi e apprezzate – scuse da parte della redazione “Ci scusiamo con i lettori, per avere urtato la sensibilità collettiva su un tema così scottante. Non era nostra intenzione uscircene con un luogo comune o una banalità su una questione davvero delicata e drammatica e pertanto chiediamo scusa per la leggerezza e la superficialità, consci che ciò non sarà di certo ripetuto. Grazie

Ecco cosa aveva scritto Clarissa a tal proposito. Buona lettura!

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Sul sito Siciliamediaweb è uscito un articolo dal titolo: “DONNE AL VOLANTE. Precipita in una voragine, muore il figlioletto”.

Sì, proprio così: la logica, piuttosto esplicita, è che la morte del bambino in questo incidente sia stata causata dal fatto che la madre non sapesse guidare. E la madre non sapeva guidare in quanto donna.

Come lo stesso articolo informa, però, l’incidente è avvenuto in seguito alle condizioni climatiche che hanno colpito la Sicilia orientale ieri, quando l’auto è stata trascinata dentro (cito) “un avvallamento pieno d’acqua, una voragine causata dalle piogge torrenziali”.

Ma no, la vera causa, quella di fondo, è che a guidare fosse una donna. Si sa, quelle sono inette, non sono capaci, mica come gli uomini… i maschi sì che sanno mantenere il controllo di una vettura.

“Donne al volante”. Eccolo qui, ancora una volta: lo stereotipo da bar, da barzelletta, da commedia all’italiana. Ancora una volta il giornalismo italiano ci butta in faccia questo fango, questo maschilismo radicato, questo sessismo gratuito, così, per il piacere di farlo, senza vergogna di sé, neanche di fronte al dolore di una madre e alla tragedia di un bimbo morto.

Lo stereotipo delle “donne al volante”, cristallizzato nel proverbiale “donna al volante, pericolo costante!” è troppo facile da decostruire o da contestare, e non vale la pena neanche perdere tempo a sottolineare che le statistiche degli incidenti stradali dimostrano esattamente il contrario, che gli incidenti sono causati molto più da uomini che da “donne al volante”. Non è questo il punto. Le donne non devono dimostrare niente a nessuno.

Il punto è che – come avviene con le notizie di violenza sulle donne e femminicidio – l’abietto giornalismo italiano mette in atto, con rare eccezioni, pratiche “culturali” (nel senso ampio del termine) che riproducono e alimentano la mentalità maschilista, patriarcale e misogina di cui l’Italia contemporanea non riesce a liberarsi, ma di cui al contrario, sembra avere un disperato bisogno.

Posted in Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. mary says

    Ma quale cambiato! io quando vado a commentar elo leggo ancora! che verogna non ho parole, avete fatto bene a protestare sono stufa di vedere come i media rappresentano e sviliscono le donne.