Update: Corteo #Notav in Piazza Carlo Felice, Torino, di sabato 28 ore 14 e 30. (presidi di solidarietà in tutta Italia di cui trovate info QUI)
Un gran risveglio stamattina, a sentire che i compagni e le compagne NoTav sono diventati di nuovo oggetto di criminalizzazione, ché era da un po’ che i grandi quotidiani non ci si rifacevano le homepage con la merda buttata addosso alla gente che lotta per il diritto alla sovranità territoriale, per il diritto a poter dire di no alla devastazione di un territorio bellissimo orribilmente deturpato da gallerie profonde che vanno a ledere l’equilibrio di quella zona, l’assetto idrogeologico, l’andamento delle correnti d’acqua, tutto per costruirci una rete di ferrovie “veloci” che non serve a niente, a partire da quell’ente delle ferrovie che divide in quattro la carne umana, relegando i “negri” negli ultimi scompartimenti e riservando poltrone in pelle umana nella classe d’eccellenza per quelli che fottono la vita, soldi, speranze e futuro a tutt* noi.
Grandi titoli, sgominata la banda notav, presi i duri notav, sezionato il movimento notav, e la verità è che l’unica banda di violenti che ha lanciato lacrimogeni in faccia alla gente se ne resta a fare la storia come gli pare e la banda in tenuta antisommossa si prepara a servire altro regime collaborando i recinti che privano i/le valsusin* di un territorio che appartiene a loro.
Sarebbe Giorgio il “duro”? Quello che mi parlava sottovoce mentre diceva che la sua stanza era la nostra per il Feminist Blog Camp? Quello che mi stringeva la mano orgoglioso della sua storia e del luogo che rappresentava?
Sarebbe uno qualunque dei compagni che ho visto a fare festa in marcia, in un cammino insidioso, reso difficile da quella polizia che rabberciava trappole per farci inciampare, per farci cadere, affinchè ci facessimo male?
Sarebbero quelle donne le “dure”? Quelle che tagliavano la rete che separava il diritto dalla prevaricazione?
E i morbidi o le morbide chi sarebbero? Quell* che obbediscono? Che dicono sempre di si? Che accettano supinamente le decisioni di speculatori che grazie a leggi infami vedono militarizzati territori in cui loro sono liberi di fare quello che gli pare? Ma che bel modo di dividere l’umanità per arrivare a conclusione che la cacca sciolta, quella morbida per l’appunto, sia vagamente rappresentativa dell’umanità. Mi preferisco umanamente solida, forte e mai piegata a chi mi spezza per farmi passare addosso i binari delle ferrovie. Ché l’opposizione liscia e vellutata non è dissenso ma carta igienica o è Pd, che poi è la stessa cosa. La finalità resta la stessa.
Quella che fanno codeste rappresentanze del potere, quelle che amano dividere il mondo tra buoni e cattivi, si chiama “rubare”. Si chiama arrestare il dissenso, reprimere l’opposizione. Arrestare chi non è d’accordo. Metterl* a tacere. Mostrare la paura di un regime che non sopporta l’idea di un popolo che si autorappresenta, che si difende, che non indietreggia pavido mentre c’è chi lancia loro addosso proiettili di gomma, di gas, colpi di pietre in testa.
Solidarietà ai compagni e alle compagne No Tav.
Liber* tutt*, subito! La Valle non si arresta!
—>>>Aggiornamento su NoTav, Infoaut, RadioBlackOut, Radio Onda Rossa.
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