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Sono un uomo e scrivo di UDI.

Qualche problema? Adesso dico il perché.
Ho conosciuto UDI attraverso un’amicizia allora solo virtuale, Simona. Dopo tante chiacchierate antisessiste, vado sul sito di UDI seguendo i link che ci scambiavamo e scopro le tante cose che ha fatto: una di queste, la campagna “Immagini amiche“, mi fa venire l’idea di Questo Uomo No. Dopo aver iniziato con le pubblicità sessiste nelle quali si rappresentava un uomo che proprio non mi piace, creato da un sessismo che mi piace ancora meno, è diventato un blog nel quale denuncio i tanti diversi sessismi degli uomini, oltre la pubblicità.

E già questo basterebbe a far capire cos’è stato per me UDI; e invece è solo l’inizio. Poi ho conosciuto Milena, e Pina; e siamo a tre persone eccezionali, con le quali si parla di tutto e ci si scambia esempi di tutto, sia virtualmente che di persona. E poi c’è la sede romana di UDI con due preziosi tesori: la biblioteca, che per un umanista come me è una meraviglia, e l’archivio, una vera storia parallela della repubblica italiana che ancora non ha trovato – per quello che ne so – qualcuno disposto a farla conoscere ai più.
Ho imparato tantissimo dall’UDI. Dal veder fare le cose a UDI.

Per esempio il separatismo: se preso come un valore di per sé è un’inutile violenza, se usato come uno strumento per lavorare in particolari “momenti” è una misura necessaria e salutare. Un altro esempio è la scuola politica: una cosa enorme in un paese come questo, andate a vedere cos’è e chiedete a chi l’ha fatta. E mi sta anche bene che io, come uomo, non ci possa andare. E’ anche questo un esempio utile: mi sta facendo lavorare per organizzarne una io, di scuola politica come quella, per uomini, che ce n’è proprio bisogno.

UDI – queste persone, questi esempi – insieme a tante altre realtà diverse e con storie diverse accomunate (anche) dall’antisessismo, è tra quelle cose che mi fanno ben sperare per il futuro dei miei figli. Perché da quando sono padre di due maschi e vivo in una città dove il modello maschile positivo è Totti (uomo e calciatore che io personalmente amo alla follia ma che, in tutta onestà, proprio non proporrei come modello a nessuno)  mi sono parecchio interessato a questi problemi politici. Eh sì, politici, perché riguardano tutta la comunità in cui vivo io e la mia famiglia, sia quella locale che quella nazionale e mondiale, che di antisessismo avrebbero tanto ma tanto bisogno.

Scrivo qui, oggi, adesso, perché questa cosa che è UDI mi sembra che qualcuno, qualcosa, non voglia farla esistere più come io l’ho conosciuta. Io non voglio dire nulla nel merito, perché non c’ero e non ci potevo essere nelle sedi UDI a sentire e vedere cosa è successo. Lascio la parola alle testimoni: Lorenza, Milena, Alessandra, al quale aggiungo il blog “UDI che siamo“.

Cosa vedo io da fuori, da uomo che sta fuori? Vedo insinuarsi dall’esterno organizzazioni e modi di fare che non hanno niente a che spartire con UDI. Dov’erano le altre sigle menzionate in quelle testimonianze dal dopoguerra a oggi? Che hanno fatto di paragonabile a Immagini Amiche, a 50E50, alla Staffetta contro la violenza – così, al volo, le prime tre cose che mi vengono in mente? Vedo meccanismi politici e partitici che fanno schifo. Al di là delle questioni di genere, sia chiaro: fanno proprio schifo. Si parla di visibilità, del peso delle tessere, della conta dei voti, dell’identificazione geografica: meccanismi partitici che fanno schifo. Vedo lo spregio delle regole: come si fa ad essere credibili verso chiunque se non si rispettano le proprie regole?

UDI sembra passata in poche settimane dall’essere un modello di sorellanza apartitica – con una storia formidabile ancora tutta da scoprire e una riserva di persone e idee che lavorano al presente e al futuro – a un rifornitore di truppe cammellate per il gruppo political trendy del momento. Ma de che aho!?

Che sia chiaro: per i miei figli sono tranquillo lo stesso. Quelle persone che ho conosciuto continueranno a fare quello che hanno sempre fatto, e se UDI non vorrà tenerne conto ci perderà UDI. Io non faccio la truppa cammellata per nessuno, io ho due figli ai quali dover dare un esempio.

(modificato il 13/12/2011 un link male attribuito)

Posted in Disertori.


13 Responses

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  1. Lorenzo Gasparrini says

    Luisa, mi sarebbe piaciuto che avessi detto dove io mi sono “attaccato alle gonne”, e dove ho risposto agli interventi di donne in quanto donne, e non in quanto interventi che dicevano inesattezze su di me o sulle mie parole – sempre per riguardo a chi legge. Come ho anche scritto, il separatismo assoluto fa male a tutti, e infatti… grazie per averlo ribadito con il tuo contributo. Addio.

  2. Luisa Vicinelli says

    No Lorenzo, nooooooooooooooooo !!!!!
    Leggendo – ammetto sporadicamente – i tuoi interventi su blog femministi/di donne in rete raccontavo ad altre che esiste 1 uomo che si rivolge agli uomini e non ha bisogno di attaccarsi alle nostre gonne come quasi tutti gli amici delle donne: mi era sembrato che nemmeno rispondessi agli interventi di donne. Con umana simpatia… addio
    Luisa Vicinelli

  3. doriana says

    caro lorenzo, il nuovo corso dell’udi ti ha dato il suo benvenuto e lo ha dato a tutte le iscritte (vedi ad esempio la scelta di inviare alle iscritte dell’udi varie mail come la newsletter di noidonne, ma non il comunicato riguardante la manifestazione dell’11, quello no. mi è stato risposto che è stato inviato solamente alle sedi locali ed al comitato snoq, chiedendone diffusione (!)).
    la carla cantatore, sempre gentile e mai supponente, saprà senz’altro che i libretti di rivolta femminile sono verdi, li troverà di sicuro nella sua ben fornita libreria personale. nel mio blog dicevo testualmente:
    “Di ritorno da Roma dove, il il 3 dicembre nella sala Carla Lonzi della Casa Internazionale delle Donne, qualcuna ha iniziato ad avere una sorta di visione mistica trasformatasi quasi subito in incubo : Carla Lonzi attraversava la sala e, non vista, si metteva in un angolo dove preparava una grande pira con i libretti di Rivolta, per dargli fuoco. Il tutto, mentre qualcun’altra leggeva un documento, con il microfono in mano.” a leggere era katia graziosi, a nome delle altre del coordinamento, ma aspetto di riceve il verbale assemblea, ho preso appunti anche rispetto ai voti delle singole mozioni di modifica dello statuto, ma il verbale è ufficiale.
    (http://suddegenere.wordpress.com/2011/12/05/visioni-mistiche/ qui per carla lonzi).
    detto ciò, caro lorenzo, sarai sicuramente contento di sapere che rinnoverò la mia iscrizione all’udi 🙂

  4. Lorenzo Gasparrini says

    Cara Carla,
    un ultimo commento da parte mia, sempre come dovere verso chi legge.
    Io ho ascoltato tutte le campane, e ho dato tempo a tutti di domandare e di rispondere, o di fare domande e ottenere risposte. In più, la tua ultima risposta e il tuo ultimo link riportano cose che confermano tutti i miei dubbi; le parole sono lì, a disposizione di chiunque voglia leggerle. C’è tutto quello che mi ha reso dubbioso, e manca tutto quello che mi avrebbe confortato. Ma non voglio continuare a parlare di parole; sono sicuro che seguiranno fatti più eloquenti, non perdere altro tempo con me. A questo proposito, ribadisco anche qui che le questioni politiche, per quanto personalmente coinvolgenti, vanno discusse pubblicamente per correttezza e garanzia di quanto si dice. Quindi non ti risponderò privatamente.

  5. carla cantatore says

    Invio un link che rimanda alla relazione del coordinamento nell’ Assemblea del 3-4 dicembre 2011

    http://udimonteverde.org/bacheca/files2/Relazione_Vittoria.pdf

    AUGURI DI BUONE FESTE E BUON 2012 A TUTTE E TUTTI

  6. Arguzia says

    La storia dei libretti verdi, per la cronaca, è diversa e la Carla si sarebbe data fuoco (per non sentire altro nella sala della Casa Internazionale delle Donne che porta il suo nome) non era assolutamente Cantatore, ma LONZI: diverse edizioni dei suoi scritti sono, appunto, verdi.

  7. carla cantatore says

    Caro Lorenzo,
    mi sono ricordata di te, con le tue lezioni insegnavi a me e ad altre/i ad usare il computer, ti ricorderai che ero un disastro … Sono passati tanti anni, è proprio vero che il mondo è piccolo. Ti ricorderai che mi occupavo di eventi culturali, dell’allestimento delle mostre, delle feste del tesseramento, sempre valorizzando i talenti femminili, e che nel direttivo di cui ero parte contribuii ad eleggere una delle poche e anche la più giovane Segretaria di Roma. Ricordo di aver domandato, allora, ad altri come mai non ti si vedesse più. Non credo però che sia stato per causa mia, una deludente allieva ma con buona volontà. Comunque poi ho imparato, come vedi.
    Ci siamo anche incontrati alla discussione della tesi di laurea di mio figlio, tu eri nella commissione e fosti molto gentile.

    Torniamo al discorso grazie al quale ti ho ri-incontrato. Cercherò – spero mi scuserai – di rispondere anche alle altre lettere attraverso questa.
    Prima la parte più semplice. Una biblioteca per me è quantitativamente molto più consistente dei libri (indubbiamente di qualità) che sono nella sede. In casa mia, nelle varie librerie, ce ne sono certamente più di mille, ma non penso per questo di possedere una biblioteca. L’Archivio Centrale invece è qualcosa di emozionante, c’è un pezzo di storia unico, conservato in quegli scaffali, riconosciuto come patrimonio non solo per le donne, ma per il nostro paese.
    Chiarito questo, va detto che non c’è nulla di misterioso né di segreto, l’UDI ha fatto un congresso, che avrebbe dovuto svolgersi intorno a febbraio di quest’anno, entro un anno da una assemblea che stabilì questo termine, ma è stato, diciamo … ritardato per troppo tempo e per troppo tempo siamo rimaste senza organi collegiali. Ormai è acqua passata.
    Ora, se pensi che in ogni congresso (è inevitabile) ci sono posizioni e punti di vista differenti, anche per l’UDI in altri congressi è stato ed oggi è così. La posizione minoritaria non desidera colloquiare, non ci ha neanche provato, e le tue espressioni mi sono apparse acriticamente allineate con quelle di chi (sic) “vorrebbe vedermi bruciare su una pila di libretti verdi” mentre intanto un’altra (persona squisita, credimi) “legge la relazione del coordinamento” … ti risparmio il resto. Mi incuriosisce perché mai oltre al rogo, i libretti dovrebbero essere proprio verdi.
    Mi dici che mi hanno scritto, evidentemente non ho ricevuto, altrimenti avrei risposto.
    Quello che mi ha indotta a rispondere a te è che hai usato le stesse frasi, lo stesso tono e linguaggio che questo gruppo di donne sta usando nei confronti non solo miei, ma anche di altre donne che conosco e che stimo, e sono certa che se le conoscessi le stimeresti anche tu. Ora che so con chi sto comunicando lascio da parte l’ironia, che è la mia reazione quando mi fanno inquietare. Permettimi, non conviene mai, proprio mai, ascoltare una sola campana (per es. udichesiamo) se davvero ci si vuol fare una propria idea dei fatti.
    Ti assicuro che l’UDI è in ottime mani, e che tutte noi desideriamo che le donne con cui hai parlato contribuiscano ancora alla politica di autonomia e libertà che sono e saranno sempre il punto cardinale dell’associazione, oggi più che mai.
    Circa la domanda che Iafra porge rispetto al rapporto con SNOQ, lei stessa riconosce come ci siano contraddizioni e criticità, posso rispondere che le sedi locali sono autonome nel decidere se e come rapportarsi con i comitati di base, ogni città ha caratteristiche diverse. A livello nazionale si interloquisce, come è giusto fare tra donne. Proprio l’UDI, con la sua autorevolezza, non ha nessun problema a confrontarsi senza pregiudizi con i movimenti e le altre donne.
    Carla

  8. Ingrid Colanicchia says

    Cara Carla, caro Lorenzo, cara Arguzia,

    anche io, come Arguzia, sono ben contenta che ci siano uomini che nel rispetto dei reciproci spazi, si interessano dell’Udi.
    Io, che la Sede nazionale l’ho frequentata per anni, una Biblioteca me la ricordo bene invece. O forse circa un centinaio di libri specializzati che possono essere liberamente consultati non è una biblioteca?
    Quanto ai toni: quelli di Lorenzo mi sembrano tranquilli e rispettosi.

    Grazie Lorenzo,
    continua a interessarti a noi, che se i frutti sono idee come quelle che già hai avuto e come quelle che sicuramente avrai, ne trarremo beneficio tutte e tutti.

    Ingrid Colanicchia, tessera Udi numero 2980.

  9. Lorenzo Gasparrini says

    Cara Carla,
    così, due parole tanto per precisare.
    Per quanto riguarda il mio “vizio paternalistico” è evidente che non sai né chi sono né che faccio; la prossima volta, dalla “qualcuna che ha pensato bene” di inviarti il mio intervento, se ci sei in buoni rapporti fatti mandare anche qualche informazione, o spendi il tempo a cercartela prima di rispondere a vanvera su cose così personali e politiche. I link sono ancora qui sopra, è facile. Non si tratta di una dimostrazione di forza, sia chiaro: è solo per informare correttamente chi ci legge.
    Per quanto riguarda quello che so di UDI, puoi farti spiegare da Silvana e Ilaria, lì nella sede di Via dell’Arco di Parma, dov’è la biblioteca; comunque, entrando, gli scaffali cominciano subito a destra, dietro il grosso tavolo antico. Almeno fino a ottobre scorso era così; lo so perché ho donato a UDI più volte diversi libri non più in commercio, che possono essere utili a chi studia questioni di genere. Continuerò a farlo – così come continuerò, per esempio, a dare il mio 5 per mille all’UDI – perché è bene che le istituzioni meritevoli, come le biblioteche e gli enti che le ospitano, continuino a vivere oltre me e te che oggi ne parliamo.
    A proposito di cose che non sai, “le tante donne che, quando è il caso, potrebbero anche accogliere le parole di un uomo che sappia porgere un suo contributo con il debito rispetto e sopratutto con un po’ di garbo e di obiettività” ci sono in UDI, le conosco, mi conoscono, e i nostri rapporti sono proprio come tu li hai descritti, e anche da un bel po’. Potresti rispondere anche a loro, che sono tesserate UDI e hanno più diritto di me alle tue parole? So che ti hanno scritto più volte. Non che abbiano bisogno del mio aiuto, ma dato che hai preferito parlare con me, il garbo e l’obiettività ce li metto io. Per esempio, comincia col dire perché rispondi a nome di UDI. Io non ne faccio parte, quindi non so chi sei, e tu non l’hai scritto.
    Conoscevo, anni fa, una Carla Cantatore, quando frequentavo assiduamente la vecchia sezione DS Trastevere. Era una persona il cui modo di fare politica mi fece capire – insieme ad altri modi simili usati da persone simili a lei – che quel partito non faceva per me. Ne sai niente?
    Io scrivo e agisco per gli uomini e con gli uomini – non mi sono mai considerato femminista, né mai ho scritto di esserlo, perché penso anche io che un uomo non possa definirsi tale. Come lo sanno bene tutte le “tante altre associazioni di donne” che mi conoscono e che certamente non hanno bisogno di me dato che sono in grado di fare benissimo da sole. Dovrebbe bastare saper leggere per accorgersi che io ho lasciato la parola a donne UDI, e che da quelle parole ho fatto le mie considerazioni. Sono libero di farlo e continuerò a farlo, perché, come ho scritto sopra, considero UDI una cosa molto importante per tutta la società in cui vivo e per tutte le persone che amo.
    Lorenzo Gasparrini

  10. Arguzia says

    A Carla sembra essere sfuggito il fatto che Lorenzo non ha detto da nessuna parte di “PENSARE DI SAPERE NON SOLO QUALI SIANO LE DONNE MIGLIORI MA ANCHE CHE COSA SIA MEGLIO PER LE DONNE ?”
    Anzi, se non ho letto male, scrive proprio di non poter dire nulla in merito, perché non c’era e non poteva esserci, ma che lascia la parola alle testimoni, tra le quali sono anche io.
    Peraltro, come donna (e come donna dell’UDI), ho trovato che quello che ha scritto è stato detto proprio “con il debito rispetto e sopratutto con un po’ di garbo e di obiettività” che Carla chiede e che sembra però mancare nella sua ultima frase, con l’invito a “continuare il giro”.

    Comunque, fuori dalle polemiche che riguardano solo noi in quanto iscritte all’UDI, io sono ben contenta di vedere che ci sono Uomini che si interessano di quello che facciamo.

  11. lafra says

    Ciao Carla, lorenzo fa parte di Femminismo a Sud da tempo che, come ormai credo sappiano tutt*, non è separatista, al suo interno raccoglie diversi punti di vista, a volte nemmeno così in sintonia, ma a noi piacciono le differenze. Se gli uomini possano essere femministi o meno io sinceramente ho sempre preferito che fossero gli uomini interessati a deciderlo, voglio autodeterminazione per me, ma anche per gli altri e le altre. Ho capito che ci sono tante dinamiche in atto in Udi, che personalmente non conosco direttamente, ne conosco personalmente nessuna sua iscritta. Tutto sommato non mi interessa nemmeno così tanto capirle, dinamiche di fratture e sovradeterminazione ne ho viste in tante situazioni e gruppi che ho attraversato, per cui ne ho già abbastanza da andare a ricercare quelli delle altre. Penso però che diversamente da me ci siano persone, come lorenzo, che hanno avuto più rapporti con Udi e lo abbiano stimato o apprezzato e che meritino chiarezza. nella tua risposta ci sono tanti non detti che ancora una volta indicano la volontà di “lavare i panni sporchi in casa” e di decidere chi ha diritto di parlarne e chi no. In questo caso Lorenzo è stato zittito in quanto uomo (e qui si giocava facile, no?), in altre situazioni, come tu stessa ammetti, hai preferito non rispondere a quelle che dici essere provocazioni (e non entro nel merito perché oggettivamente non conosco né te né le “provocatrici”). L’unica cosa che mi sento di dire e che riguarda solo l’attualità è che quando ho saputo che Udi ha intrecciato relazione con Snoq soono rimasta molto stupita e ho pensato che fosse una mossa stupida. perché una realtà di donne storica come udi si è andata a mischiare con un carrozzone mediatico, oltretutto problematico perché pieno di malcontenti e critiche già a partire dalla sua stessa “base”, ossia i comitati? ecco questa ad esempio potrebbe essere una risposta da dare a chi sta fuori e non sta capendo.

  12. carla cantatore says

    Caro Lorenzo,
    anche tu schiavo DEL VIZIO PATERNALISTICO DEGLI UOMINI DI PENSARE DI SAPERE NON SOLO QUALI SIANO LE DONNE MIGLIORI MA ANCHE CHE COSA SIA MEGLIO PER LE DONNE ? Non sarai mica uno di quegli uomini che vogliono dire alla moglie cosa deve pensare perché crede di capire le donne meglio delle donne ?
    Ebbene, hai conosciuto quattro o cinque donne dell’UDI, e non conosci tutte le altre, circa un migliaio, e ti esprimi come se fossi direttamente coinvolto in qualcosa di cui, ti posso assicurare, sai poco o niente. E niente ti spiegherò perché mi pare che tu sia molto soddisfatto di te stesso e della tua visione parziale. Perciò non voglio infierire, su di te, fine umanista che senza MAI ENTRARE nella sede dell’UDI hai visto una fantastica BIBLIOTECA che, ti assicuro, non c’è, proprio no.
    Vorrei consigliarti, dato che ti sta tanto a cuore la sorte dell’associazione, di lasciare che siano le donne ad occuparsene, le tante donne che, quando è il caso, potrebbero anche accogliere le parole di un uomo che sappia porgere un suo contributo con il debito rispetto e sopratutto con un po’ di garbo e di obiettività.
    Per essere obiettivi però occorre avere una conoscenza e una visione di insieme che a te, evidentemente, manca.
    Potrei indicarti altri luoghi virtuali dove potresti leggere ben altri livelli di linguaggio e di contenuti, oltre al blog che citi. Non lo farò perché non vorrei turbare le tue certezze.
    Di una cosa certamente potrai vantarti, di avermi fatto venire voglia di spendere un po’ di tempo a risponderti.
    Pensa che alcune di quelle meravigliose creature con le quali ti trovi così bene, mi hanno provocata più volte, con più o meno insolenza e non mi è mai venuto in mente di rispondere. Tu ci sei riuscito, grazie anche a qualcuna che ha pensato bene di inviarmi il tuo intervento. Già che ci sono, vorrei dire anche a Giovanni che i sedicenti “uomini femministi”, oltre a non convincermi, sono una contraddizione in termini.
    Posso chiederti un favore? Ci sono tante altre associazioni di donne, ora che hai detto la tua sull’UDI … se ne hai tanta voglia, continua il giro, forse anche altre possono aver bisogno di te.
    Carla Cantatore

  13. Giovanni says

    Non ci trovo nulla di male e di sbagliato per un uomo scrivere di udi, anche un uomo può essere un femminista