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Report dalla presentazione di “Voci dalla rete. Come le donne stanno cambiando il mondo”

Sabato 10 dicembre mi sono recata alla manifestazione “Più libri più liberi” presso il Palazzo dei Congressi a Roma.

Moltissimi gli stand così come gli incontri con gli autori che hanno certamente ravvivato l’evento.
Con mia grande sorpresa alle 14 si teneva la presentazione del libro “Voci dalla rete.
Come le donne stanno cambiando il mondo”, con Elisabetta Addis, docente di Economia Politica dell’Università di Sassari e componente del Comitato promotore nazionale ‘Se non ora quando’, e Tamar Pitch, docente di Filologia del Diritto dell’Università di Perugia.

Non potevo certo perdere quest’occasione e sebbene l’incontro fosse già iniziato da mezz’ora  sono entrata nella Sala Ametista curiosa di ascoltare e capire cosa avessero da dire.

Il tema delle relazioni di potere tra i generi e delle condizioni di marginalità di molte donne è stato centrale e a lungo dibattuto.

Tamar Pitch

Tamar Pitch

Tamar Pitch ha affrontato con grande professionalità e precisione anche argomenti quali la genitorialità, l’aborto, le nuove tecnologie riproduttive e la libertà femminile, non solo con un taglio prettamente femminista ma anche con uno sguardo oltre le discriminazioni che puntava all’inclusione dell’omogenitorialità e delle tematiche omosessuali.
Devo dire di aver provato invece una certa delusione sfociata in disappunto nell’ascoltare le riflessioni di Elisabetta Addis.

Elisabetta Addis

Elisabetta Addis

Casus belli una domanda posta da un ragazzo del pubblico che chiedeva ad entrambe cosa ne pensassero della maternità ottenuta con fecondazione assistita per avere un figlio a tutti i costi e del fatto che ciò, a suo avviso, rendeva il bambino una sorta di pacco da portare a casa.

Mentre la Pitch rispondeva che è propria della donna la capacità generativa del corpo intesa non solo come vocazione alla maternità ma anche come scelta di autodeterminazione, la Addis si allontanava da tale posizione, dicendo che anche per l’uomo è così, (sebbene l’utero sia delle donne, n.d.r) e in particolare che sebbene si professi laica e pro-aborto vede la possibilità della fecondazione assistita e della genitorialità solo all’interno del binario uomo-donna, in virtù di quell’asse invisibile ma presente, specie in Italia direi io, e che rende politically correct le dichiarazioni stesse della Addis.

Al momento di fare altre domande il tempo a disposizione era terminato, ed io vado via da quella sala con la sensazione di un’occasione persa, proprio da parte di una donna che fa parte di un movimento “storico” – come amano definirlo – ma che ho sentito così lontana nei toni e nei contenuti.

Mi chiedo allora come quel libro che dovrebbe contenere un messaggio per tante donne, che leggendo delle esperienze di altre donne per consegnare loro la forza di agire in prima persona, possa davvero essere tale dal momento che un fardello eterocentrista e filocattolico segna fortemente le riflessioni di alcune femministe.

Niente evolverà se non si metteranno in campo spazi di riflessione politica sui rapporti di dominazione, non solo uomo/donna ma anche etero/LGBT, poiché non basta dire di voler abbattere il patriarcato attraverso i padroni quando l’ordine morale permea certi pensieri e comportamenti.
Proprio questi ultimi vanno modificati se si vuole ottenere davvero un cambiamento concreto.

Posted in Anti-Fem/Machism, Critica femminista.