A due giorni dal Feminist Blog Camp, tutto è più frenetico e anche l’allegria però diventa incontenibile, perché ci incontriamo, con alcune ci reincontriamo dopo tempo, perché colmare le distanze su internet non basta e vedersi è una gioia per tutt*.
C’è la conferenza stampa, invio comunicati ed è un esperimento che possiamo annoverare tra quelli di cui parleremo al fem blog camp. I giornalisti, questi sconosciuti, averci a che fare è una avventura trash. Non importa se gli dici che Il Fem Blog Camp è l’evento più importante dopo il big bang. Quelli vogliono il sangue. Potrebbe forse andare bene una chiamata tipo:
“Senti, pronto, tu scrivi per…? Si? Sai che questo fine settimana abbiamo un black bloc vero che possiamo fartelo toccare? Si Si, come no, è uno che è stato a stage anche a Femminismo a Sud, si si, certamente, oltre che in Grecia e in tutti quei bei posti che avete elencato… Palestina? Bhé, lui c’è nato…Ma si, certo… potete intervistarlo e vi consegna una falange da mostrare come prova della sua esistenza… attenti però perché fa delle apparizioni estemporanee e dopo un po’ scompare… lui è convinto di resuscitare, capirai… si, mi pare di si, ha anche un’aureola, si, una specie di sovversivo… ma non saprei, si oppone al potere… il suo nome? Turiddu, Totò, Salvatore… ma tutti lo chiamano Gesù… e noi abbiamo la fortuna di conoscere la madre… Maria, si, giusto quella… la trovi sempre alla testa del corteo con lo striscione… madri a sostegno di figli ribelli… che ha ‘sto figlio che si caccia sempre nei guai… non sa che fare, la poverina…”
Non usare i media, essilo, diceva un vecchio slogan, e noi lo siamo, media, come lo è InfoAut che ha scritto un bell’articolo per descrivere ciò che amerà del Feminist Blog Camp, perché è quello che faremo e perché la tecnologia e il web ci danno modo di veicolare i contenuti che vogliamo e di farli diventare “notizia” quando nessuno le considera tali.
Finalmente è arrivata Slavina, arriveranno anche molte altre amiche, da domani, una dopo l’altra, ed è festa parlarne e sancire turni per farsi trovare in attesa in questo andirivieni di corpi e cervelli e idee e affetto, e volontà e determinazione e allegria.
Si parla del menù delle tre giornate, esclusivamente vegetariano e vegano. Domani si va a fare la spesa. Saremo noi, a turno, a cucinare, i turni di cucina sono aperti a chi vorrà aiutare. Ho mezza giornata per completare un po’ di cose organizzative, la griglia da aggiustare e da riadattare alla suddivisione delle stanze, poi c’è da pensare alle cose da comprare, le slide da preparare perché cavolo, i nostri interventi sono ancora in alto mare, finirà che li faremo a braccio, ché tanto sono cose che conosciamo a memoria, e pazienza, si farà quel che si può, noi ci siamo per condividere quello che sappiamo e possiamo farlo durante le ore assegnate ma anche in cucina tra una patata da sbucciare e una pentola da mescolare, nei corridoi, a pranzo, a cena, possiamo condividere saperi in ogni momento, anche durante la doccia.
Le ragazze di Sguardi Sui Generis, infaticabili, assieme agli altri compagni dell’Askatasuna, ripuliscono altri ambienti e sembra tutto a posto, quasi mancate solo voi che arriverete piano piano e che riempirete quel luogo che già è pieno di questa cosa prima ancora di cominciare.
Le ragazze prendono appunti, gli ultimi scambi di informazioni, mail, telefonate, e continuano ad arrivare adesioni e iscrizioni, dove le mettiamo? Ci stringiamo, in qualche modo si farà. L’importante è che si faccia.
Abbiamo una serata per correggere, elaborare, mettere a posto gli ultimi dettagli e poi raccontare e decidere e fare in modo che tutto vada bene. Il cavetto di collegamento dei computer si adatterà ai proiettori? Da verificare anche quello. Ci stiamo mettendo l’anima, il cuore, tutto quello che abbiamo, e quello che conta è che ci divertiamo.
Venite a divertirvi assieme a noi! 🙂
Vi aspettiamo!
—>>>Se ve lo siete perso leggetevi il programma. Scegliete il vostro itinerario e scriveteci (feministblogcamp[chiocciola]grrlz.net) se volete chiedere informazioni.
