Un intervento di Silvestra, dalla nostra mailing list, per la categoria delle “Memorie collettive” dove potrete trovare tutti gli interventi e i racconti che stiamo raccogliendo sul #15ott. Per inviarceli scrivete a femminismoasud[chiocciola]inventati.org. Buona lettura!
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No, non sono tra quell* che non sono manipolati* e content*. Questa volta mi ritrovo insieme a moltissimi altr* che erano nel corteo e provano ancora più RABBIA e si prendono la libertà di dichiararla invece che tacerla, perchè la mia non è meno legittima di quella di altr* con la faccia nascosta.
Detesto l’estetica e la logica della guerriglia urbana auto-celebrativa, lo sfogo della rabbia dissociato da tutto il contesto intorno quello che calpesta l’espressione della rabbia altrui che cerca altre modalità e sopratutto condivisione. Detesto il sottointeso sempre strisciante ovunque per cui ‘se non veicoli la tua rabbia nella violenza quando e dove vogliamo noi vuol dire che non provi rabbia ma che vuoi fare una passeggiata sotto il sole, che non sei abbastanza disperato o sei troppo benestante per capire, e di conseguenza non sei che una pecora.
Detesto l’estetica e la logica della guerriglia urbana auto-celebrativa, e sopratutto il maschio a volto coperto immortalato nel suo ‘eroico’ gesto che dovrebbe essere di ribellione mentre spesso è di adolescenziale autorefenzialità e prepotenza, così nel lancio del sasso, della bottiglia e nel lanciare lontano da sè la responsabiltà del suo gesto…lontano sì… sulla testa di qualcun’ altr*.
Detesto chi impone a molti le sue modalità che annullano tutte le altre quando la chiamata era chiara e aveva le sue regole, certo più faticose perchè tessono altri linguaggi -cercano nuove rappresentazioni e condivisione, è troppo semplice irrompere e devastare, ci vuole un attimo e siamo capaci tutt* la rabbia NON è solo di chi la sfoga con violenza su tutto quello che incontra (non sono stati di certo danneggiati solo simboli).
Perchè si capisce questa prevaricazione parlando di violenza domestica e di genere e poi in piazza no? il corpo del corteo aveva i suoi obiettivi in connessione empatica con quanto avveniva altrove in molte città ma qualcuno aveva deciso che non andava bene e che forse era da ‘femminucce’ sperimentare altri modi che non fossero i loro…
Dietro la sagoma incappucciata e arrogante stagliata sullo sfondo di fumogeni NON c’è SEMPRE un significato , una lotta o una ribellione politica piuttosto -spesso -come credo sia successo il 15 oct davanti ai miei occhi ben aperti- c’è invece la strumentalizzazione dei maschi più giovani da parte di quelli più anziani, che subiscono il fascino romantico ed esibizionista legato ai 5 secondi di popolarità che la violenza regala in questo sistema mediatico. Perché la violenza è un linguaggio e uno strumento che si adotta e si utilizza per stabilire criteri di virilità e potere sopratutto tra uomini in queste occasioni come in altre.
La questione non è violenza o non violenza, per me sarà sempre, tra le mie scelte possibili, l’ultima -perchè dal mio punto di vista trasuda solo disperazione e rappresenta l’ultimo modo per non cedere alla resa totale. il punto mi sembra essere invece la RABBIA e capire come usarla e quando e perchè è fondamentale o si agise solo d’impulso, la violenza è un modo per esprimerla e a volte esprime anche paura, forse il 15 oct quella violenza ha solo manifestato la PAURA (piuttosto che la rabbia) di alcuni di perdere il protagonismo e il potere di usare lo scontento della massa, le sue frustrazioni e energie. Per questo sono tra chi si sente manipolat* da quel gruppo che ha dettato le regole forzando e violando quelle che già c’erano * e che non tollera stavolta di tacere la propria rabbia davanti all’ennesima prepotenza e all’ennesimo tentativo di farci subire qualcosa imponendocelo con la forza.
Quel contesto aveva una cornice precisa, qualcuno voleva approfittarne perchè era un contesto capace di chiamare la partecipazione di tant* e perciò visibilità, ma hanno sottovalutato la rabbia, la trasversalità e l’intelligenza di quella massa che si mobilitava proprio perchè stanca delle violenze e delle manipolazioni di chiunque e che ora condivide la disapprovazione per quanto è successo mentre avrebbe voluto condividere ben altro.
Silvestra