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La carezza del celerino. Repubblica alla testa del movimento

Un intervento della redazione di SenzaSoste, per la categoria delle “Memorie collettive” dove potrete trovare tutti gli interventi e i racconti che stiamo raccogliendo sul #15ott. Buona lettura!

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In queste ore tutti gli organizzatori che affermano “i black bloc ci hanno rubato la manifestazione” non farebbero male a dare un’occhiata a chi si è preso la testa del movimento. Già perchè settimane di “percorsi”, riunioni, scazzi, mediazioni fatte e disfatte sulla composizione e sulla testa del corteo non hanno ovviamente impedito che Repubblica, al momento ritenuto opportuno, si prendesse il movimento.

E’ bastato valutare, nel fine settimana, la redditività dell’affare. Stiamo scherzando? Proprio no. Un ala di movimento frammentata, rissosa e confusa che ha puntato tutte le sue carte identitarie sull’estraneità dei “violenti” dalla manifestazione adesso ha solo i media che la tengono in piedi. E che certificano il catterere civile, nonviolento e propositivo della manifestazione. Basta però un clic di mouse, che avverrà quando gli indignati saranno notizia vecchia o dovranno fare posto al processo su Sarah Scazzi, che la visibilità di questo movimento è destinata a dissolversi.

Dopo la giornata di sabato dal punto di vista mediatico, quello che conta in politica altro che la testa del corteo, gli indignati sono una notizia minore. Piaccia o non piaccia in questi giorni le star non hanno la faccia perbene del collettivo che scrive a Napolitano, del creativo che vive a metà tra il mondo pubblicitario e i cortei post laurea, tutta roba che fa audience per il genere  pietistico “sono come noi ma non trovano lavoro”.
Le star televisive, che per qualche giorno conteranno più di X-Factor, hanno felpe, cappucci, sono agili, veloci. Tv generaliste, satellitari, grande stampa.

Tutto quello che un precario perbene che crede nella mediazione di Napolitano per principio non avrà (giustamente) mai nella vita. Si tratta quindi per Repubblica di gestire una notizia oggi minore, gli indignati, prendendo di fatto la testa di un movimento messo nell’ombra, impaurito e confuso. Perchè le aspiranti star del venerdì possono finire nell’ombra il lunedì , i media sono impietosi, ma la gestione della loro caduta può comportare un certo profitto.
Perchè un giornale e un sito si riempiono anche con le notizie che, giocoforza, sono destinate a scendere in basso nella foliazione o nelle feature. Ma le notizie minori non è detto che non scatenino i creativi.

Primo punto della linea di Repubblica sul movimento: creare un’empatia tra poliziotti e manifestanti pacifici.
Ecco quindi l’effetto carezza del celerino. Recita Repubblica

“in questa sequenza gli occhi di un celerino incontrano quelli di una manifestante e teneramente la mano del poliziotto si poggia sul viso della ragazza quasi ad anticiparle un bacio”.

Ecco la fotosequenza

Come si può vedere titolo e didascalia sono completamente inventate rispetto alle foto. Ma la linea è creare empatia tra indignati e forze dell’ordine. E, si sa, le forzature servono a far passare la linea. Il giornale di Ezio Mauro è alla testa di un movimento mica sorbole.

Secondo punto. Creare un recinto per reti e collettivi del movimento pacifico dove si dà loro visibilità in cambio della condanna ai violenti…

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Posted in Memorie collettive.


One Response

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  1. DANY says

    A proposito lo avete letto oggi l’articolo su Repubblica: Le cattive ragazze del sacco di Roma ? Io sono INCAZZATISSIMA !!!!!! Si comincia con una cronaca di cosa hanno fatto “queste ragazze violente” per continuare a descrivere (con nomi e cognomi) le vite di queste donne. E cito:”Nora è figlia di … (omissis) non ha mai saccheggiato un supermercato del padre (sig!) ma invaghitasi dell’anarchico … lasciò la sua villa… per andare a vivere a Verona con gli amici insurrezionalisti…” Non so voi mai io ne sono rimasta sconvolta, arrabiata è dire poco. Ma che siamo animali in uno zoo? Anche le ragazze lanciano sanpietrini… non sono solo fiancheggiatrici? Ma dove siamo? Io che non sono mai stata d’accordo con un’azione di attacco violento ed in anni non pacifici, mi ritrovo a leggere su un giornale queste cose e mi vien voglia di uscire di casa raccogliere dei sanpietrini e tirarli. MA CHE SIAMO NELL’OTTOCENTO!!!! E DOPO CI SI LAMENTA CHE I GIOVANI NON SONO SOLO INDIGNATI MA ANCHE INCAZZATI. … VEDETE UN PO’ VOI!!!