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#15ott: Quel giorno ero a zappare!

Una riflessione per le nostre “Memorie collettive“, da Antonio. Buona lettura!

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Ero a zappare il 15 ottobre

Casualmente sabato ero a zappare, non lo facevo da decenni. Da bambino mio padre voleva insegnarmi i tanti trucchetti per curare un orto ed io, per spirito di contraddizione, ho sempre rifiutato e non ho imparato mai niente della campagna. Adesso che nell’affitto della casa c’è incluso anche un pezzetto di terra, cominciamo a preparare un orto biodinamico, sarebbe da stupidi non farlo.

Sabato ero a zappare, che fortuna non essere andato alla manifestazione. Ero stato tentato di spendere 25 euro per.

Sono passati 10 anni da Genova, ragazzi e ragazze che nel 2001 avevano 10 anni il 15 ottobre ne avevano venti. Ragazzi e ragazze che non conosci, con cui non hai quasi niente a che fare. Ci sono gli indignados che non si capisce chi sono, cosa vogliono, con chi se la fanno…
Ricordo di quando cliccai sul “mi piace” della pagina FB di questi indignati italiani, cercai pure di difenderli, pensavo che fosse una nuova generazione a me sconosciuta e mi entusiasmai. Poi mi accorsi dei loro simboli con le cazzo di bandiere tricolore, i riferimenti al popolo viola e a san saviano: capii di essermi illuso inutilmente.

Questi tizi con il mito della legalità li ho sempre trovati potenzialmente pericolosi, non riuscivo ad immaginare nello specifico cosa potessero fare, mi sentivo però come un marinaio di kronstadt e stavo allerta, fino al 15 ottobre sera.
Ragazzi e ragazze consegnate ai celerini, indignati che incitano la polizia a caricare la folla, la foto su “la repubblica” del celerino gentile che accarezza una giovane indignata…basta, meglio fermarsi, mi viene da vomitare…

Alle medie e in Sicilia, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, ci facevano fare dei cartelloni ritagliando le foto dai giornali; facemmo anche il cartellone contro la mafia (prima di Falcone e Borsellino). L’etimologia del termine, i maggiori fatti di sangue, i giornalisti uccisi.
San saviano, mio coetaneo circa, sarà stato pure lui alle medie in quel periodo e chissà se faceva i cartelloni contro la camorra.
Secondo me era un secchione, un secchione cattivo, di quelli che fanno copiare ogni tanto i compagni (o solo quello di banco) e poi però gli fanno pesare di avergli fatto un grossissimo favore. Quelle cose del tipo -io mi faccio il mazzo a studiare e tu non fai un cazzo, giochi solo a pallone e suoni la chitarra elettrica-. Ad un certo punto, san saviano, escogitò un piano per non far copiare i suoi compagni di classe: si inventò una serie di gesti in modo da comunicare il suo disagio alla professoressa, così che lei richiamasse i potenziali copioni. Gesti che gli rimasero pure da grande, tipo toccarsi la testa, alzare le ciglia e cose del genere.

Gli indignati sono proprio così, convinti che attorno a loro ci siano solo approfittatori, sono quelli che ti gridano da dietro -vai a lavorare-, quelli che vogliono fare carriera e “lottano” per il semplice fatto che a comandare non sono loro ma dei viscidi vecchiacci.
Vogliono cambiare il mondo? Vogliono loro il potere. Per questo hanno il mito della magistratura, trovano che sia l’alleato ideale per togliere il potere ai vecchiacci bavosi. Quindi fanno i bravi nel segno della legalità e hanno un grande senso civico, tipo che non litigano con gli altri automobilisti e si fermano sempre prima che scatta l’arancione…dei bravi ragazzi insomma.
Odiano berlusconi, le banche e forse pure veltroni però, mi raccomando, niente violenza e! Fatevi picchiare dalla celere, fatevi rompere le ossa ma niente violenza, non reagite, non accettate provocazioni.
Ecco che le manifestazioni diventano una cosa antiquata, fatta per prendere mazzate e basta. Il 15 ottobre però qualcuno molto astuto è riuscito a fare incazzare gli indignati. Hanno tenuto per un po’ il guinzaglio stretto agli sbirri in modo che alcuni manifestanti potessero distruggere un po’ di cose. Qui ci fermiamo, non è proprio il caso di giudicare, non serve, fa schifo. Ma gli indignati si dimostrano per quello che sono e gli viene pure la geniale idea di condividere tutte quelle fotine che hanno fatto, con i loro amici della legalità, insomma quelli che picchiano la gente e usano il gas CS solo perché obbediscono agli ordini ma in fondo sono dei padri di famiglia o dei fratelli maggiori e poi le mele marce sono una minoranza della minoranza.
Le fotine finiscono su tutti i giornali online, comincia la caccia alle streghe e gli indignati finalmente sono contenti di mandare tutti in galera. Cazzo, non ci sono riusciti con berlusconi, cominciano con dei ventenni e si incazzano pure che non gli danno l’imputazione per terrorismo ma solo per saccheggio.

In galera, tutti in galera! Questo è lo slogan del momento e chi ce lo doveva dire?
L’ho sempre detto che bisogna incazzarsi quando qualcuno ti scatta una fotina o ti filma senza il tuo consenso, anche se ti stai solamente accendendo una sigaretta. Questi sostenitori della legalità ti faranno arrestare appena fumare sigarette diverrà reato.

Antonio

Posted in Memorie collettive, Pensatoio, R-esistenze.


2 Responses

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  1. suliman says

    questo post mi fa davvero cacare.
    non è che perchè adesso non le fai te le manifestazioni siano antiquate.
    comunque restatene a zappare, è meglio.

  2. il Russo says

    Bellissimo questo post, davvero.