Skip to content


La splendida realtà dei ragazzi normali

Continua il giro di post di Malafemmina che giocano sul termine “normale” tirato fuori dal Corriere qualche giorno fa e ripreso, come era prevedibile, da alcune, le solite, realtà di donne che in quella “normalità” pare stiano bene. Stavolta parla di uomini. In un altro post, che condividiamo subito dopo questo, parla di ragazze A-normali. E uno! Buona lettura!

>>>^^^<<<

di Malafemmina

Leggo tante opinioni e molte parlano di quel che io dovrei fare per essere ritenuta “normale”. Ebbene io sono così e mi ritengo normale. La cosa che però mi lascia perplessa in tutto ciò è come mai non ci sia nessuno che abbia voglia di distinguersi da quella massa di magnaccia che sfuttano le donne in ogni senso. Io ho già detto cosa mi piace in un uomo ma a questo punto, tanto per ribadire che si tratta di un problema generale e che l’uomo magnaccia sta al portatore sano di maschilismo tanto quanto lo spostare il problema sul giusto atteggiamento da tenere in quanto donne sta al ripercorrere il mito di Eva nefasta e causa di tutti i mali, terrei a incoraggiare chi ha voglia di rimettere in discussione quel modello maschile al quale conviene che tutti gli occhi siano puntati sulle donne, cattive, mentre loro dichiarano di essere sempre carne debole, vittime di diaboliche tentatrici, di immonde portatrici di fica, mai responsabili delle loro azioni, assolti per invisibilità ottenuta a furia di connivenze e omertà.

Esistono uomini che non la pensano così e io ne conosco tanti. Sono anche quelli che amo frequentare, con cui mi piace condividere tante cose, dai pensieri al piacere di un momento. Con cui mi piace dividere un boccone a pranzo o fare sesso contando sul fatto che di me hanno rispetto e che nel rapporto siamo pari, in tutti i sensi.

La normalità dei ragazzi non è fatta da quelli che approvano il ruolo di sorvegliante della verginità delle donne, ché quello è un ruolo che viene loro imposto perché vengono eletti ad aguzzini di uteri che devono servire la patria. Suocere e madri le sorveglianti/kapò e mariti o partner i padroni e i carcerieri, così loro producono al servizio del libero mercato e noi produciamo a rifocillare l’economia che vuole figli nasci/produci/consuma/crepa dei quali non importerà nulla a nessuno tranne a chi li fa.

Conosco uomini perfettamente consapevoli di questo che mi guardano come alleata e non come nemica. Hanno il coraggio delle proprie idee, lottano, con determinazione, distinguendo gli sfruttatori dagli e dalle sfruttate, senza cadere nella trappola che divide i poveri in bianchi e neri, donne e uomini, per frammentare le lotte e disinnescarle alla radice; non stanno proni a farsi sodomizzare da nessuno e rifiutano il ruolo di soldati nell’esercito del consumo e dello sfruttamento e se ne fregano di rimettere le donne al proprio posto vincolate a ruoli di cura e di riproduzione.

Conosco uomini che guardano le donne con desiderio come io guardo loro, ne più e ne meno, e in questo non c’è un’idea di sfruttamento ne può esserci senso di colpa. Non mercificano, loro, non vogliono una donna in vendita. Hanno una idea della seduzione per fortuna più complessa e fanno attenzione a non mettermi in condizione di ricattabilità, meno che quando sono emotivamente dipendenti, ma quella è un’altra storia e lì si parla di relazioni e intimità che valgono in termini soggettivi e non di genere.

Esistono uomini che trovano idiota e volgare qualunque riferimento sessista e che si sentono imbarazzati dall’atteggiamento da porco esibizionista di certi vecchiacci che non li rappresentano.

I ragazzi “normali” faticano per costruire la propria strada, proprio come me, si fanno il bucato, cucinano benissimo, sono ordinati, non hanno bisogno della balia, sanno spazzare il pavimento e organizzare un ambiente in cui vivere e stare bene. Sono indipendenti salvo che per il fatto che sono precari, come me, e che spesso sono costretti a ritornare a casa dalla mamma che li vuole di nuovo dipendenti e dal padre che li vuole di nuovo fedeli ai vecchi ruoli.

I ragazzi “normali” hanno cura delle proprie compagne e partecipano allo scambio di autonomie da mettere in comune perché l’autonomia dell’altra/o è ritenuta una risorsa e non un limite, perché loro nelle relazioni vogliono trovare un’alleata e non una schiava. Ed è questa, per fortuna, la normalità.

I ragazzi normali sono quelli che non tengono i calendari delle show girl nude in casa perché di farsi una sega su una fotografia rifatta su photoshop non c’hanno voglia. Invece si eccitano vedendo crescere la compagna che hanno accanto e mentre tutto dice che è strano che gli piaccia la cellulite di quel corpo loro se ne fregano perché sanno che la chimica è una questione che non si può imporre per estetica unica e nazista.

I ragazzi normali non vogliono la donna santa fuori e puttana a letto. La vogliono in gamba, autentica, che collabori a quel patto di esistenza e che non abbia remore a sperimentare il sesso in mille modi. Soprattutto è una stronzata che gli uomini vogliono le donne vergini. Non avviene più da tanto. Io non ne ho incontrato uno che mi abbia detto di essere interessato a questa cosa, ché anzi per qualcuno sarebbe stata pure una gran paranoia, il sangue, il dolore, la responsabilità di rappresentare un trauma in quella “prima volta” culturalmente appesantita da una retorica familista e cattolica che imprime in un imene tutto il senso cosmico dell’essere femmina.

I ragazzi normali tengono il conto delle mestruazioni della partner perché si sentono corresponsabili e sanno prevenire gravidanze e trasmissione di malattie.

I ragazzi normali vomitano appena qualcuno tira fuori una battuta sul divieto di essere “finocchio”, ché di sembrare virili non hanno voglia perché non gli interessa. Non sono stalloni da monta. Non sono animali buoni per ingravidare vacche. Sono uomini che amano lo sport per muoversi e non per rinvigorire i pettorali e fare i tronisti, amano i libri e la cultura, amano restare come sono con l’attenzione dovuta al loro aspetto ma senza seguire le mode da fighetto yuppie perché sono uomini che studiano, lavorano, hanno viaggiato, sanno quanto è provinciale e bigotta questa terra e non hanno voglia di appartenergli, almeno nell’aspetto.

I ragazzi normali non vogliono fare i soldati. Non gli interessa. A tal punto che è andato in tilt il sistema militare obbligatorio perché le obiezioni di coscienza erano diventate più del resto. Non hanno voglia di fare la guerra e hanno voglia di costruire cose buone rivendicando uno spazio che non coincide con termini quali “onore” “dio” “patria” “famiglia”.

I ragazzi normali hanno i capelli colorati o forse no, comunque hanno i colori nell’anima e poi hanno le note sulla pelle e hanno le labbra che sorridono e uno sguardo luminoso che è degno di quelli che non partecipano alla compravendita di schiavi. Sono belli, strabelli, strafighi, i ragazzi normali, perché fanno sesso meravigliosamente, ché non danno giudizi sulle partner che incontrano e non sono schiavi di logiche sessuofobiche che hanno tentato di costringerli entro recinti fatti di pregiudizi e stereotipi e mille ricatti e bugie.

I ragazzi normali si masturbano e sanno che non diventeranno ciechi. Fanno sesso in modo consensuale perché di stuprare o molestare non hanno voglia e non li eccita neppure, ché sono brave persone e che hanno una concezione del rispetto tra individui che supera ampiamente quella dei loro nonni o dei loro vicini di casa maschilisti.

I ragazzi normali sono quelli che non vengono mai invitati in discussioni pubbliche a rappresentare se stessi per dire che no, quegli altri uomini non gli somigliano e che loro invece sono cosa diversa, orgogliosi, intelligenti, mai puttanieri e mai magnaccia. Persone che stanno con altre persone e che distinguono le questioni di genere, che esistono, quelle di classe, che esistono, quelle culturali, che esistono pure quelle, da tutta la montagna di bugie che ogni giorno viene loro scaricata addosso per dire come si fa e come non si fa a essere uomini “normali”.

Gli uomini normali se ne fregano di avercelo piccolo, medio, storto, introverso, trasversale o trapezoidale. Loro sono un tutto e il tutto non si identifica con il loro pene e farci sesso è bello perché se non punti tutto su una cosa che è sopravvalutata il sesso funziona a meraviglia.

Gli uomini normali si liberano dall’ansia da prestazione e non prendono il viagra, non vogliono essere pompati tutti i giorni da scienziati o sedicenti tali assai cretini che insistono per imprimere altri stereotipi di genere facendo derivare alcune caratteristiche dagli uomini e altre dalle femmine, sicché le donne sarebbero predisposte a far questo e quello e gli uomini devono sentirsi inadeguati se per caso amano fare cose che ai “maschi” non sono permesse.

Gli uomini normali piangono, sono fragili, di una fragilità orgogliosa e dichiarata, si commuovono davanti un film, hanno empatia e si spogliano della propria pelle per accogliere il dolore altrui, così lo sentono e non sarebbero mai in grado di fare male a nessuno. Sono imperfetti e chi non lo è, e non credono nel mito del super uomo e neppure vogliono mai somigliare ai super eroi sicché non si sentono spodestati se in strada e con la ruota a terra è lei a occuparsi della cosa ché lui non lo sa fare, e perché mai dovrebbe.

Gli uomini normali li vedo ora, che lavorano, di varie provenienze e culture, cresciuti e vissuti in mille modi, che quando si rivolgono a me, a parte alcuni, non mi mancano di rispetto ma sono persone, individui con i quali è bello condividere l’intimità, ai quali confidare segreti, che mi colgono e mi capiscono fino in fondo per quanto sia difficile e non lo pretendo affatto far comprendere loro cosa siano per esempio le mie mestruazioni. Ché ci sono cose che posso dedicare soltanto alle sorellanze.

Questi uomini, che nessuno rappresenta e che con difficoltà colgono quanto sia feroce la censura sulle loro vite, quanto prima di tutto loro siano vittime di una propaganda che li vuole in un certo modo perché siano fedeli al brand, sono quelli con i quali solidarizzo per le lotte, che compiono estremi atti di eroismo ogni volta che si rifiutano di interpretare il ruolo che volevano ricucirgli addosso, sono traditori, anzi, disertori.

E a me i disertori eccitano tantissimo! :)

Posted in Anti-Fem/Machism, Disertori, Pensatoio, R-esistenze.