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Fotografate un livido sulla faccia del creativo sessista

Le Dumbles lo chiamano Glamour Bastards e scrivono alcune cose che riporto in basso:

Una ne era già arrivata qualche giorno fa; una notizia su uno spot pubblicitario con la donna pesta, capelli cotonati, occhio nero e il sibillino dictat: «Mostrati al tuo meglio qualsiasi cosa ti succeda». Oggi ne arriva un’altra, cioè un altro occhio pesto su una faccia da Barbie ripresa in pose da vittima delle incombenze domestiche. L’ultima frontiera del glamour, (assieme a quella che fagocita le bambine vendendone l’immagine di bambole sexi):  l’ingaggio della violenza domestica contro le donne -sintetizzata nel classico ematoma all’occhio- per vendere prodotti, fare notizia, far parlare del brand… poi eventualmente, se qualcun* protesta,  arrivano le ipocrite scuse… Noi, a fronte della violenza sulle donne e sulle bambine, le riteniamo  provocazioni da bastardi. Qualcuno ammicca, altri eseguono.

A questo noi aggiungiamo che l’immagine di donna con lividi che ride mentre piazza il ferro (freddo, se il filo è staccato) sul pene di lui è quella che ci sembra la peggiore di tutte.

Non è divertente, non è nulla di particolarmente originale ed è offensiva, si lo è, perché dice una cosa fondamentalmente sbagliata, ovvero che le donne che subiscono violenza riescono in qualche modo a rendere vulnerabile colui il quale pratica violenza. Non è così. Quella donna nel mondo reale sarebbe all’ospedale, in fin di vita o sarebbe all’obitorio, morta per mano di quell’uomo che la teneva legata con il filo del ferro da stiro.

E non è divertente neppure la modalità di chi finge di cadere dal pero, come per le immagini della boobs & bloomers all’aquafan di riccione, già segnalata e bocciata dall’Iap in giugno 2011. Dunque sapevano già che quella pubblicità era offensiva e vorremmo capire come mai quelle bambine erotizzate stavano ancora là fino a chiusura della stagione.

Chi inventa o mette in circolazione immagini negative per donne e bambine si comporta come un bambino pescato a rubare la marmellata. Non c’ero e se c’ero dormivo o stavo scherzando. Il profitto prima di tutto e di donne e bambini chi se ne frega.

Intanto il numero di vittime di violenza maschile per il 2011 è salito a #99. Più altre donne in fin di vita, ferite gravemente, mutilate, sopravvissute per pura fortuna. Novantanove volte una donna con quei lividi non ce l’ha fatta. Vorremmo capire a questo punto cosa impedisce ad una agenzia di pubblicità di tirare fuori, come è già successo, immagini di cadaveri di donne, morte ammazzate, che fa ancora più glamour, e viene fuori la moda cimiteriale da femminicidio d’autore. Chi ammazza meglio la modella con la migliore foto vince.

Non so. Per chi ammazza qualcuno per strada c’è il ritiro della patente. Per chi ammazza o picchia simbolicamente una donna nelle immagini pubblicitarie non è contemplato almeno il ritiro del rullino? Il ritiro del patentino da bastardo stipendiato?

Fare una serie di ritocchi fotografici per vedere i lividi che potremmo fare noi ai creativi se ci lasciassero ritoccare le loro foto? Anzi potremmo lanciare dei contest: rendi livido il tuo pubblicitario preferito. E dare così inizio di una bella serie di immagini di fotografi, creativi con un bel livido in faccia. Che ne pensate?

—>>>Guarda questo video

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Francesca - Donne Pensanti says

    la deriva violenta che sta prendendo la pubblicità che strumentalizza il corpo della donna (non ci si ferma più al mero oggetto sessuale, diventa oggetto di aggressione) è davvero inquietante. I bipolarismi si fanno sempre più forti e invece di cercare/trovare il dialogo inter genere, si ricorre sempre più spesso alla guerra dei generi, a cui queste campagne fanno eco. Grazie per averlo raccontato