http://www.youtube.com/watch?v=aU0tVZlS-8Q
Prendi una bambina di otto anni, che vive come vittima di violenza assistita, quella violenza che il padre fa contro la madre e che colpisce anche lei in tutti i sensi, perché i bambini sono vittime di qualunque genere di violenza un uomo faccia sulla madre.
Prendi una bambina così che assiste ad un tentato omicidio, il padre che sta per gettare sua madre dal balcone, per ammazzarla. Una piccina che vive vittima di quella violenza e che è terrorizzata da quell’uomo che vuole portarle via la madre cosa fa?
Prende un coltello e lo punta sul padre. Così salva la vita alla mamma che ha il tempo di chiamare aiuto e di salvare entrambe.
Questo è quello che è avvenuto in Italia, non altrove.
Una notizia inferiore, di quelle archiviate alla voce “maltrattamenti”, e che invece rivelano il quadro atroce che è ignorato da chiunque e rispetto al quale è stato sollecitato nei confronti del governo italiano un intervento legislativo perfino dall’Onu.
In Italia tutto ciò è considerato un semplice maltrattamento e in sede di giudizio potrebbe essere archiviato come qualcosa di involontario, dovuto a chissà quali oscure ragioni, non meritorio di attenzione da parte dei giudici. Oltretutto in Italia accade che se una coppia di questo genere si separa, lei si rivolge ad un centro antiviolenza e la bambina giustamente va con lei, l’ex marito può appellarsi per ottenere il controllo della ex moglie tramite la legge sull’affido condiviso che non prevede l’esclusione di custodia dei minori in caso di violenza. L’Onu si è pronunciata anche in questo senso rilevando come sia gravissimo che in Italia non sia previsto alcun provvedimento contro la violenza assistita a tutela dei bambini.
In Italia accade anche che chi ha presentato ulteriori disegni di legge, attualmente in discussione al senato, (ddl.957 senato e ddl. 2209 alla camera) per il peggioramento della legge esistente (la 54/2006) sull’affido condiviso vorrebbe introdurre l’uso di una sindrome inventata che favorisce i mariti violenti e i padri abusanti, mai riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale e completamente bocciata da interi comparti istituzionali/giudiziari di mezzo mondo.
Rispetto al fatto di cui stiamo parlando l’ex marito supportato dalla “ideologia” misogina e reazionaria dei padri separati potrebbe contare sul fatto che il giudice valuti perfino l’opportunità di includere una perizia ove sia patologizzata la normale e giustificata ritrosia della bambina di avere a che fare con il padre violento e ove sia richiesta l’applicazione di una terapia (Pas) per convincere la bambina che il papà è molto buono e che la madre invece sarebbe colei che avrebbe tentato di allontanare la figlia dal padre condizionandone il punto di vista.
E’ così che l’Italia affronta queste questioni. E’ così che la maggioranza di governo è orientata a (non) tutelare donne e bambini da quella cosa atroce e devastante che si chiama violenza maschile, violenza di genere, femminicidio, abusi sui minori.
Prendi una bambina di otto anni costretta a difendere sua madre da un padre che vuole ammazzargliela e poi diteci se in Italia non c’è bisogno di un intervento serio che tuteli donne e bambini nelle centinaia di migliaia di casi in cui sono in pericolo.
Più centri antiviolenza, più interventi che facciano attenzione ad allontanare gli uomini violenti da donne e bambini. Più attenzione e prevenzione per salvare la vita di donne e bambini. Perché delle lacrime da coccodrillo di chi finge di interessarsi della sorte delle donne uccise (#89 è il numero di vittime dall’inizio del 2011) non sappiamo che farcene se quelle lacrime sono versate da chi non ha mosso un dito per salvare quelle vite.
non c’entra colo post. volevo solo copiarvi questo link http://slutwalkberlin.de/ sulla slut walk che si terrá il prossimo sabato qui a berlino. molti post sono sia in inglese che in tedesco. spero vi possa interessare 🙂
Per Mary: lodevole iniziativa. Mi sento chiamata in causa in modo diretto, in quanto femmina ed in quanto lesbica. Quando lavoravo per un’azienda italiana di multillivello, una collega spiò una telefonata fatta da me in pausa pranzo alla mia compagna e disse a tutte le persone dell’ufficio che convivevo con una donna e non con un uomo. Il giorno dopo venni convocata nell’ufficio del capo del personale: mi venne detto, senza spiegazione alcuna, che di lì a qualche giorno sarei passata dall’orario full a quello part-time. Io compresi e non potei battere ciglio, ma dovetti accettare il ricatto poiché avevo bisogno di soldi, di un introito, seppur minimo (€ 557 mensili), per contribuire a mandare avanti la MIA famiglia, composta da me e dalla mia amata. Purtroppo i capi delle aziende, in Italia, non devono giustificare modifiche contrattuali o licenziamenti. Lo stesso licenziamento per giusta causa, almeno nel privato, non esiste più. Per questo motivo, molte donne sottoposte alla lesbofobia, come me, devono chinare il capo e, in caso di licenziamento, hanno poche possibilità di vincere un’eventuale causa di lavoro, anche perché è il lavoratore o la lavoratrice, per il diritto italiano, a dover dimostrare che il datore o la datrice di lavoro hanno mancato nei loro confronti. Battaglia persa.
Ho messo il vostro interessantissimo blog fra i miei preferiti sul mio. Lo potrete trovare qui: http://lidiaborghi.blogspot.com/
Un caro saluto e buon lavoro
Lidia Borghi
Le discriminazioni sul lavoro contro le donne possono finire solo se viene approvata una legge che le vieti Per questo ho creato una petizione per applicare alcune leggi contro la violenza sulle donne e le discriminazioni secondo il modello spagnolo. Questo è il link della petizione
http://www.firmiamo.it/unaleggecomequelladizapatero/list, firmarla è facile perchè lo potete fare anche da facebook. L’applicazione di una legge è molto importante ed è stata richiesta dalla CEDAW pochi giorni fa…Quando avremo raggiunto le firme la gireremo al governo. Vi chiedo gentilmente di firmarla e di diffonderla perchè è una cosa urgente affinchè le donne possano godere di diritti.
Mary