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Burqa di cemento su donne e uomini stranieri/e!

E così, mentre in televisione facevano vedere le decine di bare degli immigrati morti in mare, dimenticandosi che quei cadaveri restano nella coscienza sporca di chi li costringe a viaggiare senza dignità, nascosti come sorci, sotto ricatto di uno scafista che li fa morire rinchiusi in un fondo di merda, nel frattempo il nostro governo otteneva di allungare i tempi di “permanenza” nei Cie per gli immigrati che sopravvivono alle traversate in mare e per terra.

Possono restare graditi “ospiti” dei lager di casa nostra, i centri di identificazione ed espulsione,  per ben 18 mesi. Un tempo erano due, poi tre, poi sei, ora 18 perché a questi qui non gli basta mai ché evidentemente più si allungano i tempi e più possono lucrare sulle vite di questa povera gente.

Rimarranno rinchiusi in queste galere senza tempo per un anno e mezzo per aver dimenticato un documento, essere entrati in italia senza permesso di soggiorno, aver fatto nulla di più che viaggiare e aver sbagliato approdo immaginando di sbarcare in una terra più civile.

Rimarranno a farsi maltrattare, picchiare dalle guardie, a farsi stuprare, molestare, sedare, per 18 mesi. Rimarranno senza vita, libertà, spiegazioni, attenzione sociale, per 18 mesi. Staranno a gridare aiuto, con ripetuti atti di autolesionismo e poi di ribellione, per 18 mesi. Tenteranno di farsi sentire, aspetteranno, poi la pazienza finirà e allora tenteranno di accendere riflettori su di sé, a partire dal proprio materasso bruciato perché qualcuno veda, senta, sappia, che in quelle città c’è un lager.

Saranno a fare niente, incarcerati/e per 18 mesi, senza la possibilità di farsi un sonno decente, di vivere in modo decente, vivendo da carcerati perché l’Italia è un paese razzista.

Lo è in mille modi e uno di questi è ben rappresentato dall’altra proposta diffusa oggi che parla del divieto di indossare il burqa.

E mi piacerebbe capire: una donna arriva in Italia, per lavorare, vivere, esistere, l’Italia le impone di togliere il velo e così avremo l’orgoglio di rinchiudere questa donna senza velo in un Cie?

La ministra delle im-pari opportunità dice che si tratta di una cosa epocale, come quelle altre cose epocali che riguardano la violenza sulle donne: una legge sullo stalking, meno di un articolo, preso dalla proposta del governo precedente e privo di qualunque altro dispositivo da affiancare di modo che la lotta contro la violenza sia davvero a 360%. La legge sullo stalking non serve a niente perchè lo stalker non si ferma davanti a nessuno e lo dimostrano, per parlare di un tempo recente, l’omicidio e il ferimento di due stalker che erano talmente arroganti da scontrarsi anche con la polizia.

E poi? Ah si, c’era il piano antiviolenza. Nulla di fatto. Diciotto milioni di euro presi e buttati da qualche altra parte mentre i centri antiviolenza si vedono mancare le risorse e le donne muoiono sempre di più per mano di padri, mariti, fidanzati, ex.

E poi? Poi c’è qualche apparizione della ministra quelle rare volte, sulle tantissime delle quali alla ministra non importa niente, in cui la vittima di violenza maschile è di radice culturale islamica e allora la ministra si spreca per dire che la violenza ha una radice etnica perchè noi qui in Italia stiamo da dio e le tante donne ammazzate, bruciate vive, massacrate, vilipese, da maschi italiani in realtà sono un’illusione.

Poi vediamo la ministra legittimata dalla parlamentare anti/omofobia, che sta là solo per fare quello perché se le chiedi di occuparsi d’altro chissà se ne avrà mai il tempo.

Il governo vuole liberare le donne facendole imprigionare in casa, punendole per il pezzo di stoffa che su di loro ci offende e su di noi invece è tanto figo. Facciamo allora anche una legge per vietare il velo alle suore di clausura e liberiamole queste prigioniere del clero che stanno rintanate lì sicuramente non per scelta.

Andiamo a sfondare i cancelli dei conventi e liberiamo i capelli di queste donne. Poi chiediamo ai preti che la smettano di costringere le donne a entrare in chiesa con il velo. E basta con il velo da sposa e il velo della prima comunione e il velo nero per andare a fare visita al papa. Basta con queste tradizioni anacronistiche. Ma liberiamole ‘ste donne, su.

Dopodichè liberiamo le donne e gli uomini rinchiusi nei Cie, questa specie di burqa di cemento che il governo, mattone dopo mattone, gli costruisce addosso.

Tante persone sepolte vive. Altro che burqa. Sono tombe e sarà ingestibile e non basterà la repressione e tutte quelle balle sugli immigrati brutti sporchi e cattivi perché più tempo li tieni rinchiusi là dentro (da impiegare come? in lavori di pubblica utilità? come dei magnifici campi di concentramento?) e più ci sarà occasione per dimostrare al mondo quanta crudeltà nazista risiede nelle poltrone di questo governo.

Dico: esiste una sorta di obiezione di coscienza in questo caso? E le associazioni cosiddette umanitarie che gestiscono i Cie quando saranno disertate da volontari e operatori? Quando comincerà il boicottaggio di questa violazione dei diritti umani?

In sicilia il burqa di cemento era una colata che inghiottiva uomini e prove contro la mafia. E la mafia ha esportato un metodo che pare insostituibile. Com’è che non ficcate ‘sti immigrati direttamente nei piloni di cemento? O fategli un tot di file di ritagli orizzontali, così occupano meno spazio e vi portate avanti con il lavoro di sepoltura.

Chissà che potendo ammantare la questione di burocratico spessore non si riesca a far passare anche una cosa così, no?

I Cie vanno chiusi e la violenza sulle donne va combattuta sul serio a partire da quella che viene praticata dentro i Cie. Non c’è altro da dire.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


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  1. La terra non ha padroni né confini! « Malafemmina linked to this post on Agosto 3, 2011

    […] appena letto un post che mi ha fatto venire in mente tante analogie. Il post parla del burqa di cemento che stanno […]