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Siena, le donne e la puzza del rosa

Siena è finita, per fortuna, e hanno confessato che si trattava di un progetto politico nel quale convogliare tante donne piene di buona volontà, sotto l’egida di Pd, Camusso e Futuro e Libertà. Il trittico dei trittici, quello che sin dall’inizio conduce battaglie moralisteggianti che ora immaginano archiviate solo perchè hanno concesso qualche minuto di spazio a Pia Covre del Comitato per i diritti delle prostitute.

Ma non è questo il punto perchè le donne possono fare quello che vogliono, come vogliono e quando vogliono e a noi non interesserebbe dedicarci alla critica politica di questo scempio non foss’altro che per il fatto che questo continuo riferirsi alla rinascita di un movimento delle donne da un bel po’ mira ad una invisibilizzazione delle altre donne, tantissime, che con Snoq non hanno nulla a che spartire.

Il movimento delle donne c’era già, noi ne facciamo parte e molte tra le donne che hanno portato in piazza per un tot di manifestazioni centinaia di migliaia di donne, alle quali la stampa non ha dedicato un solo rigo, a differenza della enorme copertura mediatica dedicata a questo micro evento senese, a Siena non c’erano, in quel percorso non ci sono.

Perchè la “rete” delle donne è fatta di distinguo, di differenze ribadite, valorizzate e fondamentali (e non di una presunta “unità” che appiattisce e omologa all’insegna del “rosa”), di modalità e pratiche diverse, della voglia di non farsi strumentalizzare per farsi condurre in piazza come burattine solo quando l’anima piddina e finiana del gruppo ordinerà che c’è bisogno delle donne in piazza per dire che il governo berlusconi fa tanto schifo.

Per fare opposizione, come abbiamo sempre detto, ci vuole una politica fatta di reale opposizione, con un programma, scelte difficili, soprattutto differenti e non c’è differenza tra il centro destra e il centro sinistra salvo poche eccezioni. Sicuramente non c’è differenza tra la politica del centro destra e quella del Pd.

Qualcun@, con tutto il rispetto per le tante donne che sono accorse lì perchè ci credono davvero, descrive Siena come una triste ammucchiata di donne che tra un palloncino e un urlo di autoconvincimento alla fine hanno fatto quello per cui erano state chiamate: sancire l’inizio di un gruppo politico (in cui esistono già portavoce e rappresentanze elette non si capisce da chi) e offrire uno scenario mediaticamente utile. E può essere si tratti di una cosa tanto bella e poetica che durerà tantissimo e ne saremo felici ma si tratta di altro da noi. Si tratta di altro rispetto ad un movimento che viene censurato, invisibilizzato, costantemente sottoposto a criminalizzazione, normato, silenziato, delegittimato, relegato al margine. Noi crediamo che la normatività della rivendicazione sia una brutta cosa e crediamo che ci sia qualcosa di troppo sospetto nel fatto che chi vuole mettere in piedi un progetto politico di donne oggi affermi che prima di loro il nulla, il deserto, niente di niente e che tutto il resto sia estremo, vecchio, poco moderno.

Non c’è nulla di moderno nelle pratiche bipartisan, D’Alema ce lo ha insegnato e a noi ha fatto molto schifo.

Non c’è nulla di moderno nell’alternare un intervento di una donna di destra e di una che si dice di sinistra ma che quando c’è da votare in aula qualche legge a garanzia dell’autodeterminazione delle donne si schiera con buttiglione e casini.

C’è qualcosa di molto sospetto nel fatto di voler colonizzare tutti gli spazi comunicativi esistenti quando c’è una rete di donne, che si adoperano anche nella comunicazione, blogger, donne attive nei social network, ovunque, che a Siena non c’erano, hanno scelto di non venire.

Siena è l’evento periodico di chi dice che ieri il nulla e domani la lotta. Ma ieri c’eravamo noi e domani ci saremo ancora noi perchè noi ci muoviamo oltre i partiti, dei quali non ci importa niente. Ci muoviamo unicamente nell’interesse delle donne e combattiamo lo stereotipo rosa perchè il rosa puzza, e non ci sentiamo donne soltanto per poter dire che il governo ci impedisce di fare figli, perchè noi siamo donne prima che madri e siamo donne con esigenze e bisogni anche senza voler essere madri.

Siamo donne, femministe, lesbiche, trans, puttane, migranti, precarie, uomini, disertori, antifascist*, antirazzist*, antisessist* e antispecist* che alla parata senese non avevano voglia di venire, non sono venut* e avrebbero continuato a fare le loro cose se non fosse, appunto, che l’invisibilizzazione è un continuo insulto alla nostra storia e alle battaglie che portiamo avanti.

Una donna intelligente qualche settimana fa ha detto che l’Italia è il luogo in cui si fa la politica dei barboni. Non si riesce a coesistere ma ci si ruba perfino l’osso. Mors tua, vita mea. Questo è quello che sembra faccia Snoq.

Un gruppo che fino ad ora è riuscito a mettere in piedi soltanto una passerella per qualche donna di partito. Le donne di partito che sono state rese visibili con Snoq di fatto, però, in parlamento, non si sono distinte particolarmente per essersi opposte, per esempio, a quell’obbrobrio di progetto sul welfare secondo il piano Sacconi e Carfagna. E non lo fanno perchè quel piano è praticamente assai simile, nella sostanza, a quello presentato a suo tempo dalla Bindi (ministro alla famigghia) e dalla ministra alle pari opportunità del Pd.

Le donne con cui tu Snoq qualunque scegli di parlare, in parlamento non fanno nulla che ti rappresenti o se fanno esattamente quello che tu vuoi allora tu, Snoq territoriale, non sei IL movimento delle donne ma sei un gruppo di donne di area moderata, moralista e anacronistico, che tenta di darsi una rinfrescata con una spruzzata di trangenderismo e un intervento a favore delle sex workers, pretendendo di rappresentare tutte.

Noi non ci sentiamo rappresentate da Snoq e dato che sappiamo che la logica movimentista di Snoq è quella di partito sospettiamo che il loro primo pensiero possa esser fatto di numeri, le quote parte, del tipo io conto decine di migliaia di adesioni su facebook e dunque mi spettano venti assessorati in rappresentanza del movimento delle femmine mentre tu non hai neppure una pagina facebook e dunque al massimo ti spetta l’appoggio esterno al governo delle donne ma alle nostre condizioni.

A proposito del contare vorremmo sapere quanto avrebbe contato Snoq se non avesse avuto un lancio mediatico infinito e perciò sospetto? Ci sanno dire le Snoq perchè alle manifestazioni di donne che non sono di area Pd i giornali non dedicano neppure un rigo? Si chiama egemonia culturale? Colonizzazione mediatica? Censura, come amiamo chiamarla noi? Come la chiamereste voi?

Nel frattempo restano le migranti, resta la legge bossi/fini che viene dalla legge turco/napolitano e se anche livia turco è una Snoq vorremmo sapere se Snoq ama particolarmente i Cie, delega la sicurezza delle donne alle ronde, alle forze dell’ordine, alla “certezza della pena” o cosa. Alle Snoq piacciono i/le Rom nelle loro città o no? Cosa ne pensano le Snoq delle lotte autodeterminate territoriali come quelle della Val Susa? Cosa pensano del fatto che le persone che tentano forme di auto rappresentazione vengono massacrate a manganellate e lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo? Cosa ne pensano delle lotte contro la precarietà? E si intenda che alla prossima apparizione pubblica il singolo intervento dimostrativo della donna straniera, precaria, autodeterminata, piuttosto che della donna rom non dimostrano comunque niente se in parlamento le donne iscritte a Snoq poi votano provvedimenti contro di loro.

Perchè oltre i palloncini e gli urli di estasi collettiva c’è di più. C’è la politica, appunto, quella vera, quella che non si nutre di immagini e di coriandoli e politicanti in passerella. E la politica vera è fatta di leggi, provvedimenti di amministrazioni locali, propaganda che in termini culturali creano le condizioni per l’emarginazione di donne, uomini, migranti, straniere.

Noi facciamo politica. Noi facciamo cultura. Senza colorarci di rosa. Senza palloncini. Senza quelle cose stereotipate da femmine che simbolicamente rimandano ad un ruolo preciso. Senza prestarci alle celebrazioni del centocinquantenario. Senza renderci funzionali ai nazionalismi, ai patriottismi, ai fratelli d’italia che dominano tutto incluse le donne che quella canzone la cantano, la mimano, la celebrano.

Ci saremmo aspettate come minimo, da Siena, una piattaforma politica e invece è ancora una volta solo un evento mediatico. Tante chiacchiere per nulla. E ancora non possiamo entrare nel merito delle scelte politiche che le Snoq vogliono compiere perchè vorremmo proprio conoscerli questi punti di rivendicazione bipartisan così le differenze sarebbero visibili. Ma le Snoq vogliono discutere realmente di scelte politiche concrete o preferiscono solo fare ammucchiate con tante chiacchiere vaghe buone per i media?

Credo di aver detto tutto, e per quello che ci riguarda noi ci vedremo al Feminist Blog Camp, fine ottobre, in un luogo gratuito, autogestito, dove non dovrete pagare per dormire e dove non esiste il concetto di catering per il cibo. Dove si potranno condividere saperi e dove potremo insieme, tutte, imparare a lottare, perchè a noi interessa che tutte abbiano gli strumenti per autorappresentarsi, per combattere, autonomamente, senza farsi strumentalizzare da nessuno.

Soprattutto ci piace l’idea che le donne siano il media di se stesse e che non debbano aspettare Repubblica per sentirsi valorizzate nelle proprie lotte, quella stessa Repubblica che per giorni ha difeso un accusato di stupro e che si schiera con le donne solo per guadagnare click e dare addosso al nemico del padrone del gruppo editoriale.

E’ nata una mailing list di coordinamento di blog femministi (iscrivetevi – se avete un blog, vero e non nato due giorni fa). Le adesioni sono tante e arrivano anche da alcuni paesi europei. Vi informeremo quanto prima su quello che via via stiamo accertando.

Perchè noi non siamo mai state in silenzio e perchè noi non ci facciamo fagocitare o invisibilizzare da nessuno.

Il resto è storia e si vedrà.

—>>>Leggi anche la interessante discussione che a questo proposito si sta tenendo sul blog di Lorella Zanardo

—>>>Leggi il post di Giorgia Vezzoli su Vita da Streghe

—>>>Leggi il post di Francesca Sanzo da Donne Pensanti

—>>>Leggi il dibattito nel blog di Loredana Lipperini

—>>>Leggi l’articolo scritto su XXD, Rivista di varia Donnità

—>>>Da facebook arrivano voci di donne che pur essendo state a Siena dicono di essere state mediaticamente censurate. A loro qualcun@, una nostra amica, risponde: “se il movimento è delle donne allora non serve che tutte siano rappresentate da un unico blog, un’unica pagina, uniche rappresentanti e portavoce. Non serve che ci siano le confederazioni snoq territoriali che annullano le possibilità di partecipazione dal basso nei processi decisionali, tutto questo non è altro che la riedizione di un partito. Scrivete, raccontate, dite di quello che nessuno ha detto, autorappresentatevi perchè nessuno lo farà per voi.” Noi diciamo che la rete delle donne è fatta da tante donne, diverse, che non devono omologarsi, cambiare, sottostare ad un’unica sigla. Differenti, tante e in rete è molto diverso da “unite, omologate e appiattite all’insegna di un’unico colore”. A proposito di pensiero unico e di un colore unico già sono sufficienti le autarchie che tutte noi purtroppo abbiamo imparato a conoscere e alle quali ci opponiamo.

Posted in Fem/Activism, Iniziative, Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici.


16 Responses

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  1. liana says

    grazie davvero. Liana

  2. Pentapata says

    non scopriamo certamente oggi che al PD non piace la partecipazione dal basso, D’Alema dice che le primarie sì però….e Bersani che non appoggia la raccolta firme per il referendun per cambiare la legge elettorale che sottrarrebbe potere ai capi che scelgono gli eleggibili? Snoq è un’emanazione di quel mondo lì, in politica non trovano posto i “giovani” maschi figurarsi le donne che più che al ministero del biberon non arrivano. Spereranno con Snoq di fare paura ai grembiulini azzurri, e per fargli paura bisogna giocare con le loro regole, quindi nessuno considera le esperienze nate in rete, ma solo quelle fisiche perchè c’è bisogno di contare i voti e le signore di Snoq non hanno capito è che tutte noi votiamo eccome solo che voi ( fondatrici di gruppi, forum e associazioni) non sapete assicurare un numero ( perchè loro contano uno per uno) e soprattutto contestate e rompete i maroni, invece di urlare slogan e restare allineate portando in trionfo la donna di turno.
    Come ho già scritto a casa mia: non vorrei aver finito di farmi prendere per il culo da un uomo per farmi prendere per il culo da una donna.

  3. Manuela Mimosa Ravasio says

    avevo già scritto delle mie perplessità sull’entusiamo bulgao intorno agli spot di Snoq nel mio post Se i sogni son desideri (http://www.ipaziaevviva.com/2011/07/se-i-sogni-son-desideri.html)… oggi ho anch’io accolto le vostro voci dissonanti ne il richiamo del padrone (http://www.ipaziaevviva.com/2011/07/il-richiamo-del-padrone.html).. mi piaccione le voci fuori dal coro… soprattutto se non per sterili polemiche e intelligeni

  4. Lilli says

    Io ho visto donne con bambini, qualche uomo, ragazze, donne anziane, persone che abitualmente non vanno alle manifestazioni, di nessun colore. Questo il 13 febbraio. E a Siena ho visto donne che sono venute da tutta Italia, per fondare una progettualità condivisa.

  5. fasse says

    Lilli, in piazza il 13 febbraio, c’eravamo anche noi, in modo critico rispetto all’appello di Snoq, a combattere contro lo scippo del lavoro che tante donne, noi incluse, avevano fatto, salvo poi vedere arrivare questa gente con tanti denari (che vengono da dove?) e tanta copertura mediatica a dire che prima di loro il nulla. C’eravamo con gli ombrelli rossi e c’eravamo a fianco delle prostitute. il 13 febbraio non era una piazza delle donne erano piazze deliranti contro berlusconi in cui nei manifesti e in certi striscioni si parlava di “troie” e lo slogan ricorrente era “fuori le escort dallo stato” (noi lo capovolgemmo in “fuori lo stato dalle escort). Se anche tu hai vissuto quelle piazze non dirmi che erano fatte da persone che hanno interesse per le donne perchè non ci credo.

  6. SaraMago says

    Mi sono già espressa su SNOQ, e più volte. Vi segnalo questo post indicativo sull’apertura ed i metodi di SNOQ http://societausaegetta.blogspot.com/2011/06/donne-in-vendita-ai-media-ed-alla.html mi fa piacere che il web si sta svegliando! 🙂

  7. Lilli says

    Diceva qualcuno che quando si muovono un milione di persone (questo è successo il 13 febbraio), di certo qualcosa di importante si muove. Credo che bisogna partire da qui, facendo tesoro di tutto ciò che il movimento femminista ha prodotto nei decenni passati: saperi, cultura, creatività. A Siena hanno parlato, oltra ai comitati se non ora quando, decine di donne a nome dei movimenti che da tempo fanno la politica delle donne. Ciascuna tre minuti, per dare spazio a tutte. Tutte hanno proposto una rete di scambio di idee e proposte, nel rispetto dell’autonomia di ogni movimento. Io sono d’accordo.

  8. fasse says

    @Francesca, grazie a noi tutte per il Fem Camp perchè è roba di tutte e tutte potranno autorappresentarsi ed essere Vips di un percorso che ha una ricchezza talmente infinita che vederla ridotta a questa pantomima di Siena mette una tristezza che non ti dico.
    E grazie a te per aver ricordato di quell’orribile spot. Quando io ho visto le due attrici che praticamente facevano finta di essere me mi sono chiesta perchè mai alle precarie viene data voce solo quando si parla di casi umani, invece per promuovere la manifestazione servono i volti noti, alla faccia degli stereotipi e di quelle che dicono che “le donne sono tutte importanti”.
    un abbraccio

  9. Francesca - Donne Pensanti says

    Avete dato “la stura” come si dice da queste parti. Ecco cosa ho scritto anche da me: http://www.donnepensanti.net/2011/07/se-non-ora-quando-una-riflessione-e-spunti-dalla-rete/

  10. milena d says

    standing ovation.

  11. Babs says

    grandissima fasse! ma io vi amo sorelle e compagne, lo sapete ; ) ???!

  12. Francesca - Donne Pensanti says

    carissime, vi ringrazio molto per questo post. Mi ha dato molto fastidio il modo in cui i movimenti della rete, chi non ha nomi altisonanti è stato eliso da questa manifestazione che poteva e doveva essere DAVVERO la manifestazione di tutte e tutti per i diritti delle donne nel nostro Paese, per una loro diversa rappresentazione e invece ha dimenticato di coinvolgere le sfumature e le differenze. Sono le modalità che stridono, sono la Bellucci e Pandolfi precarie in un paese dove di precarie vere ce ne sarebbero a bizzeffe, sono i tanti soldi che producono visibilità contro le tanti voci dei movimenti come il vostro che macinano i chilometri ma sono sempre costretti all’anonimato mediatico. Siena poi, come ha detto un’amica molto perspicace, è una città difficile da raggiungere, una città costosa, una città elitaria: come Se non ora quando. Come la politica, anche quella d’opposizione, in questo Paese. Grazie per il Fem Camp che state preparando. Ci sarò Francesca Sanzo – donne pensanti

  13. Arguzia says

    “A proposito del contare vorremmo sapere quanto avrebbe contato Snoq se non avesse avuto un lancio mediatico infinito e perciò sospetto? Ci sanno dire le Snoq perchè alle manifestazioni di donne che non sono di area Pd i giornali non dedicano neppure un rigo? Si chiama egemonia culturale? Colonizzazione mediatica? Censura, come amiamo chiamarla noi? Come la chiamereste voi?”
    SI SI SI SI SI !

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