Agnese segnala in mailing list questa campagna contro la deforestazione. Aggiunge che si tratta di uno spot inutilmente misogino.
E in effetti non è per nulla generosa con le donne, perchè se l’obiettivo è la Mattel, che secondo Greenpeace sarebbe responsabile di deforestazione per la realizzazione dei suoi giocattoli non si capisce perchè per inventarsi un ribaltamento dei personaggi, la checca invece che il machista Ken (ed è offensivo anche per gli uomini perchè ripropone il solito clichè per cui l’uomo che si cura, si depila si veste firmato o è sotto sotto o una “checchina” smidollata o un cretinotto scervellato) e una sorta di Crudelia Demon invece che la tipina piena di glamour che viene proposta alle bambine, sia stato necessario addebitare una così antipatica azione ad una donna.
Fare una Barbie ambientalista non sarebbe stato meglio? Magari perfino un po’ antisessista, che si lamenta per le poppe che le hanno fatto e per la fatica che deve fare per mantenere il corpo all’altezza degli stereotipi che alimenta e dei desideri di quel citrullo di Ken. Non sarebbe il caso di immaginare una critica di genere per veicolare bene e meglio una campagna ambientalista?.
Non sarebbe stato meglio inventarsi una Barbie che fa la rivoluzione e si oppone alla costruzione degli accessori che la accompagnano per risparmiare le foreste?
Insomma, a noi la campagna non è piaciuta. A voi?
In che senso “Toy Story 3, purtroppo” ?
Be’, vi ricordate la campagna con le donne nude? Che noia mortale.
Mi avete letto nel pensiero!
Effetto “Toy Story 3”, purtroppo…