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Trota, fora de ball!

Si si, lo so che l’Unità non è la Padania, ma non è neppure Il Manifesto o Liberazione. Solo all’Unità poteva venire in mente di pubblicare sulla home del sito questo paragrafo così necessario sul trota, il delfino del “Fora de ball”. Prendetelo come intermezzo da usare mentre andate in bagno a fare le vostre cose.

Che il Trota non sia John Turturro è chiaro a tutti, sicuramente è perfino chiaro anche a lui, tuttavia ha voluto fare come Turturro questo viaggio a ritroso verso il terribile sud alla scoperta delle sue radici meridionali.

Si è fatto fotografare con la coppola, che come è noto è un accessorio che cresce sulla nostra testa di terribili meridionali, un pezzo di stoffa attaccato al cuoio capelluto, perchè abbiamo la coppola nel dna, proprio.

Poi è venuto a portare un po’ della sua saggezza. Con fare socievole è arrivato nell’isola siciliana con il suo kit d’emergenza per i selvaggi. Qualche specchietto, delle perline, e mentre i siciliani volteggiavano attorno all’uomo del nord con la stessa grazia di un orango lui ci parlava di federalismo. Lo diceva a noi che siamo a statuto speciale e che delle colonizzazioni ne abbiamo abbastanza.

Qualcuno gli avrà detto che allora non si capisce perchè in sicilia si dovrà accogliere una centrale nucleare che serve al nord o perchè mai le royalties del petrolio finiscano altrove. Perchè le risorse siciliane sono state completamente distrutte da cosiddetti industriali del nord che hanno svuotato la cassa per il mezzogiorno senza fare niente di niente di buono.

Ma la cosa più bella di questo articolo necessario è il commento che il Trota ha dedicato ai siciliani che a suo dire sarebbero “gente calorosa… – impossibile -… gente affettuosa…” e per dimostrare quanto lui fosse amichevole con questi affettuosissimi selvaggi lui si è portato la scorta perchè “la prudenza non è mai troppa… ma non ho avuto paura e non mi sono tirato indietro…”, roba che il racconto “Benvenuti al sud” gli fa un baffo.

Immaginate il trota che parte per il sud e la madre al mattino che gli dice “stai attento figlio mio…”, lacrime in quantità, mentre lui, con la sua potente armatura, un eroe, impavido, decide di varcare la soglia di quelle terre maledette, dove c’è un drago da sconfiggere, con la borsa stracolma di salviettine igieniche e la mascherina contro i virus, perchè l’igiene dalle nostre parti, come è noto, è un optional.

Peccato non l’abbiano portato nella costa sud di sicilia dovre avrebbe finalmente goduto dello spettacolo del quali gli parla il suo babbo.

Il Fora de Ball sta tutto là, guarda figliolo come sono belli quei corpi di immigrati che galleggiano morti nel mediterraneo. Sei arrivato in terra di frontiera, tra la gente del sud, praticamente un clandestino, eppure nessuno ti ha sputato dandoti del negro e nessuno ha tappato in casa donne e bambini per paura dello straniero, perchè qui al sud siamo così, accoglienti, persino troppo accoglienti.

Io per esempio il Trota non l’ho visto. L’avessi visto gli avrei detto che del suo federalismo non me ne frega niente e che quello che mi da profondamente fastidio, in generale, chè non è una cosa personale, è quando dei razzisti arrivano in casa mia. In quel caso, se solo ti avessi incontrato, oh Trota, dato che tu e il tuo genitore siete così inclini all’uso di un linguaggio sincero, e che io mi adeguo perchè la civiltà, si sa, noi del sud la impariamo da voi e per l’occasione potrei anche farti vedere quanto sono brava nell’uso delle lingue straniere, allora, dicevo, se solo ti avessi incontrato, non avrei esitato un solo attimo. Ti avrei detto forte, senza tentennamenti: Trota, fora de ball!

Ps: Sono più che certa che non te la saresti presa. Perchè a prendere il mondo a calci e poi aspettarsi accoglienza è abbastanza dura. Perciò ti sei portato dietro l’elmetto e la corazza. Dalle mie parti c’è un detto: avi u cravuni vagnato (hai il carbone bagnato -letterale / figurativo che sta per dire che temi perchè sei consapevole delle azioni che hai commesso e delle cose che hai detto).

Posted in Satira.