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Ma chissene_frega dell’unità d’Italia

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[brigantesse del sud]

Sono siciliana. Una donna del sud. Non ho pregiudizi. Non sono secessionista, mi sembra una cosa anacronistica perchè i confini di uno stato sono già troppo in questo tempo in cui il mondo dovrebbe essere senza confini, ho comunque la brutta abitudine di studiare, documentarmi, leggere ogni cosa su ogni argomento che mi piace approfondire.

Volevo saperne di più sull’unità d’italia e dopo aver letto tanto, ricostruzioni storiche, documenti, materiale d’archivio e di biblioteca, mi sono resa conto che era tutto così come mi è stato tramandato dai racconti di nonne, anziani, persone che hanno sempre combattuto il revisionismo con la trasmissione della memoria.

Di tutte le colonizzazioni che il meridione ha subito, quella realizzata da garibaldi e la banda di delinquenti che si portava dietro, fu quella che ancora si ricorda con più rabbia. Perché la mistificazione storica fu enorme e perché nessuno concedette alle vittime di quella violenza nessun genere di riscatto.

Perfino negli anni delle due guerre, quando i meridionali venivano usati come carne da macello per le campagne imperialiste del governo fascista, o quando venivano arrestati, tanti uomini e moltissime donne che difendevano mariti e figli dalla diserzione, perché resistevano al regime, perfino in quegli anni ai meridionali fu concessa in qualche modo il riconoscimento di una resistenza giusta. Sebbene questa fu subito “punita” con la ennesima colonizzazione americana che ha usato tanta parte del sud italia, la sicilia più di tutti, come fosse una enorme base militare per i suoi giochetti di guerra.

Ma degli anni in cui le donne e gli uomini del sud furono massacrati, derubati e impoveriti in nome di una colonizzazione  per “l’unità d’italia”, tutti si ricordano come un periodo nerissimo.

L’annessione del sud al nord dell’italia costò la vita di tanti uomini e donne. La vita delle generazioni successive non andò meglio.

Il meridione era il luogo da cui prendere manodopera a basso costo per le industrie del nord.

Il meridione era il luogo da cui prendere soldati pagati una miseria che venivano mandati al fronte al comando di presuntuosi capitani che parlavano soprattutto dialetti del nord. Tanti meridionali sono morti perché erano analfabeti e non capivano l’italiano, la lingua “nazionale”, figuriamoci se capivano gli ordini di lombardi o piemontesi.

Intere generazioni perse nei ghiacci della russia nella prima guerra mondiale e poi in africa in chissà quale deserto.

Il meridione era il luogo da cui prendere voti per portare in parlamento gente che rappresentava poteri di un certo tipo. Soprattutto quello delle banche e delle grandi industrie. Voti che venivano barattati sulla pelle della povera gente con altri micro poteri, di feudatari, baroni e criminali, che sono stati armati, foraggiati, legittimati e accresciuti perché faceva comodo che nel meridione ci fosse una mafia che teneva al guinzaglio la gente e gli facesse fare quello che volevano loro.

Il meridione era il luogo in cui venire a far finta di costruire imprese con la promessa di posti di lavoro mentre gli imprenditori del nord prendevano i contributi della cassa per il mezzogiorno e poi lasciavano le opere incompiute dopo essersi fregati i soldi e le speranze della gente. Così hanno sottratto ai meridionali chilometri di costa, aree boschive, tanti luoghi naturali che potevano essere utilizzati per un turismo che non si è mai sviluppato come avrebbe dovuto.

Il meridione era il luogo in cui venire a scaricare l’inquinamento del nord. Le discariche di sostanze inquinanti venivano decise con le mafie locali. Sempre quelle che avevano il compito di tenere a bada la gente del luogo per fare un favore ai ricconi del nord.

Quello che a sud chiedevano in cambio era abbastanza semplice: leggi blande e condizioni di privilegio per gli arrestati delle mafie. Arrestati che c’erano quando le mafie alzavano la testa e diventavano non più un potere al servizio di altri poteri ma un potere che lottava alla pari contro altri poteri.

Anche quello che vediamo oggi in fondo è una baruffa tra chi vince e chi perde mentre la gente ne fa le spese.

Il meridione era il luogo in cui servizi segreti americani, neofascisti e mafia si esercitavano a pianificare le stragi per restaurare il fascismo e programmare uno dei tanti piani di rinascita autoritaria.

Il meridione è il luogo in cui le bambine come me venivano educate a imparare una lingua diversa, chiuse in un recinto linguistico autarchico, dentro scuole fasciste, con il crocifisso tatuato sulla fronte, affinchè non dimenticassimo mai che oltre ad essere infaticabili sostenitrici dell’italia unita bisognava anche sfornare figli uno dietro l’altro per dare braccia alle fabbriche e soldati agli eserciti. Una scuola dove ci veniva impedito di parlare altre lingue per stare a contatto con un mondo che era alle porte eppure così lontano.

Leggevamo libri scritti da persone che abitavano in città lontane dalle nostre. Guardavamo figure che non rappresentavano quasi mai la nostra realtà. Tutto ci diceva che i meridionali erano incivili, brutti, sporchi, cattivi, bassi, pelosi, un po’ africani e quindi lontani dall’ideale estetico nazista e razzista dell’italia risorgimentale e del ventennio.

Quando è arrivata la televisione tutto quello che potevamo vederci dentro era la dimensione provinciale di salotti che si frequentavano a roma, a milano. E ancora oggi è così. Il tg nazionale parla per la maggior parte di cose romane e milanesi. Roma caput mundi. Milano ombelico del mondo.

E per finire, tanto per dirvi quanto siamo felici di celebrare l’unità d’italia, dobbiamo sentirci dire giusto da quelli che ci hanno colonizzato, che siamo un peso, che il federalismo ci “responsabilizzerà”, che dobbiamo imparare a fare da soli, che dobbiamo imparare ad essere civili e bla bla bla.

No. Davvero non sono secessionista perché la mia dimensione è il mondo intero, la mia patria è il mondo intero e l’italia, unita o disunita, mi sta stretta.

Sono siciliana, una donna del sud, sono stanca delle colonizzazioni fisiche e culturali. Sono stanca delle mille forme di inquisizione, cattolica, settentrionale, militare, arrivate puntualmente a dettarmi le regole dell’esistenza. Sono stanca di questa prigione provinciale di beghe dell’italietta, una nazioncina piccola e barbara, fatta di bella gente che resta schiacciata da brutta gente che non ci lascerà respirare a meno che non impariamo a costruire l’ossigeno per nostro conto.

Non mi interessa niente dell’italia unita, della retorica della nazione, del patriottismo. Voglio vedere come è fatto il mondo. Perché il mondo ha mille lingue e mille culture e qui siamo stretti tra gente mediocre e senza speranza che ci chiude ogni possibilità di conoscenza e ogni prospettiva di futuro.

Io rivendico la mia diversità. Rivendico la mia differenza. Rivendico la libertà di poter sputare su hegel, su garibaldi, sull’unità d’italia, su una lingua che io parlo meglio di un ignorante leghista padano.

Rivendico tutto questo e le celebrazioni per i 150 anni di sfruttamento del sud le preferisco fatte all’insegna di questo ricordo.

Dimenticavo: il meridione è quello che ha sfornato insegnanti e laureati che hanno popolato le scuole del nord, quelle stesse scuole che ora i leghisti vogliono blindare nelle graduatorie agli insegnanti locali. Perché quelli del meridione sono troppo progressisti, troppo poco medioevali. Ma tant’è…

Leggi anche:

17 marzo: Michelina de Cesare e le brigantesse del sud

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


31 Responses

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  1. lucha says

    io non vorrei impelagarmi su una discussione storica sulla figura di Garibaldi, che sinceramente mi pare poco interessante (mi chiedo piuttosto chi nel 2011 abbia bisogno di rispolverare un “eroe” risorgimentale e a quale scopo). Tra l’altro un amico mi fa giustamente notare che la critica al processo Risorgimentale italiano è stata fatta in maniera abbastanza corposa tra la fine dell’800 e l’inizio nel ‘900…

    Però è un fatto abbastanza oggettivo che l’unificazione di Italia del 1861 (unificazione “a meno” di Roma, Mantova, Padova, etc.) fu un’annessione al Piemonte. Lo Statuto Albertino del 1848 fu esteso dal Piemonte a tutto il nuovo Regno d’Italia, e del resto il *primo* re si chiama Vittorio Emanuele II, non Vittorio Emanuele I. http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Emanuele_II_di_Savoia#Viva_Verdi

    e poi il “leghismo neoborbonico” non l’avevo mai sentito 😀

  2. Rita says

    ma avete dimenticato cosa ha fatto lo stato nazionale al meridione che si ribellava contro l’immondizia e le discariche?

    continuo a pensare che questo sia uno splendido post.
    grazie per averlo scritto e per tutta questa discussione.

  3. fasst says

    Io da un po’ di tempo mi chiedo seriamente se chi ci legge abbia mai capito perchè abbiamo deciso di dedicare tempo a questo blog. il perchè del nostro posizionamento a partire da…

    – non possiamo parlare di donne da donne ma dobbiamo usare solo parole che gli uomini hanno codificato per noi;
    – non possiamo parlare di sud dal sud ma dobbiamo usare solo parole che chi ci colonizza ha sprecato per formare le menti persino di quelli che dicono di esserci più vicini;
    – non possiamo parlare di violenza a partire da chi subisce violenza perchè arrivano i maschilisti che ti dicono che può parlare di violenza solo chi la compie o meglio, secondo quello che loro dicono, “chi ha preso distanza dal trauma”. come dire che non si può reagire ad una violenza perchè finisci per essere chiamata “isterica”;
    – non possiamo parlare con il nostro nickname collettivo – fikasicula – mettendo in piazza la necessità di nominare e sostanziare qualcosa che è sempre stata esclusiva maschile.
    – non possiamo parlare di politica perchè secondo alcune noi non facciamo politica. infatti è noto a tutt* che ci occupiamo di sartoria. qui facciamo taglio e cucito.

    insomma. di che cosa possiamo parlare allora? di uncinetto? di ricette di cucina? dei nostri dolori del parto? delle cose di femmine? con tutto il rispetto per le cose di femmine…
    e dire che queste analisi per noi sono vecchie di quattro anni e anche di più perchè il blog risale al 2006 e da allora noi ne abbiamo fatta di strada nel senso che siamo cresciute moltissimo anche grazie alle persone che ci hanno regalato mille analisi audaci e lucide.

    boh. mandateci un vademecum di come devono parlare queste soggettività varie, femministe e disertori, che stanno qui a farsi il culo per mettere in condivisione parole che vengono censurate, e magari ci confrontiamo su quello. ma davvero io sono sempre più perplessa.
    mi viene in mente che in certi contesti illuminati, anche di femministe, certe cose piacciono perchè sembrano trasgressive, come quando si sghignazzava alle scuole medie perchè c’era il compagno che pronunciava il termine “ciolla”, ma poi nella sostanza non si capisce davvero quello che si sta facendo.
    noi abbiamo pensato bene a quello che facevamo. può essere condivisibile o meno, può piacere oppure no, possiamo perfino modificare idea, opinione, perchè si cresce, ma questa è una delle rarissime volte durante le quali si discute nel merito di quello che qualcuna di noi scrive senza che tra i commenti ci sia qualche strisciante riferimento snob al fatto che queste fikesicule in fondo non possono dire niente che abbia valore perchè ci chiamiamo “fikasicula”, perchè il femminismo è un’altra cosa, perchè non c’abbiamo radicamento territoriale (e quando diciamo di essere del sud però ci dicono che dobbiamo essere cosmopolite), perchè non abbiamo sottoposto il nostro ragionamento ad un leader xy ma ci sovraesponiamo mettendo tutto qui.

    beh, dopo quattro anni, direi che è un risultato.
    alleluia sorelle. siamo riuscite a dire una nostra verità storica e siamo ancora vive. :)))

    ps: ma qualcuno direbbe mai ai migranti di non parlare da migranti per paura di offendere quegli altri, ai rom di parlare da rom, ai neri da neri, ai gay da gay, alle lesbiche da lesbiche, etc etc?

  4. Lady Losca says

    @gilda, ammazza, non pensavo fosse così bello… guarda il trailer del film http://www.youtube.com/watch?v=unym712s93A e poi magari se vuoi farti del male guarda pure il film. Regia di Faenza (a me non piace per niente), attori: Alessandro Preziosi e Cristina Capotondi. Mi sembra che il film, da quanto ho letto dalla recensione del libro, ha tradito un po’ l’opera originale, l’ha commercializzata mettendoci il ficone pompato e la belloccia che andava di moda qualche tempo fa.

  5. gilda says

    @lady losca
    il film dei vicere non l’ho visto, ma il libro l’ho letto in assoluto ritardo quest’estate e secondo me è un capolavoro (http://www.anobii.com/books/I_vicer%C3%A8/9788876418051/01e517457fe9bcbee6/) . In un articolo del ’77 Sciascia ne parla così: “la mistificazione risorgimentale, il trasformismo e il conformismo, la demagogia, le false ed alienanti mete patriottiche e coloniali, il mutar tutto affinché nulla muti, che il sistema democratico – nuova forma di antica egemonia – offre alla classe feudale”. Dal che si capisce perchè non ce lo hanno fatto leggere a scuola.

    poi: magari raccontando ognun* la sua storia dal proprio margine, come dice fukasicula, riusciamo a ricostruirla davvero la storia ( le storie)di questo paese, quella vera, reale, quella che ci viene riconsegnata dalle memorie e dalle vite vere delle persone. che quella che ci raccontano in questi giorni è solo retorica patriottica. firenze è piena di bandiere italiane, ieri i ragazzini della scuola dove lavoro hanno fatto un corteo con le coccarde tricolori, con i carabinieri in pompa magna al seguito, come tanti piccoli balilla. io il 17 fuori di finestra ci metto la bandiera pirata…

  6. Margherita says

    @lady losca

    Bellissima la tua descrizione di come si diventa leghisti a partire dalla paura, complimenti.

    @fikasicula

    Capisco il tuo discorso e mi ha colpita molto il parallelo che hai fatto con le rimostranze degli uomini quando le donne parlano di sesso o di violenza.

    Io non ho “richiamato Fasse all’ordine” perché non è stata “abbastanza politicamente corretta” nei confronti dei settentrionali, perché non ci ha dato il contentino dicendo “però so anche che tanti settentrionali sono brave persone bla bla bla”. Assolutamente. E penso che ognuno debba esprimere la propria rabbia come meglio si sente, senza usare schemi fatti da qualcun altro (per esempio i partiti!!!).

    Piuttosto, ho voluto indicare come secondo la mia esperienza personale di chi vive in una città del nord e ha a che fare sia con settentrionali (di più) che con meridionali (di meno) la teoria secondo la quale i meridionali, o diciamo gli insegnanti o i laureati meridionali, sarebbero più progressisti e meno medioevali dei loro colleghi settentrionali – e quindi farebbero più paura alla lega – non è condivisibile. Allora piuttosto, sempre basandomi sulle persone con cui ho a che fare nella vita quotidiana, mi sembra che tra i meridionali siano più diffuse la capacità di ascolto e quella di argomentare che tra i settentrionali (occhio, non sto dando un “contentino”, lo penso davvero e mi fa piacere dirvelo). Ho voluto dare un contributo perché vivendo in un’altra parte d’Italia chiaramente le mie esperienze sono diverse, e quindi un’idea che può sembrare normale, scontata, qui non lo è lì e viceversa. E’ anche questo l’interesse del confronto, anche perché sono troppi i “miti” sui meridionali e sui settentrionali.

    Dici “come mai […] non si riconosce che dal meridione un tot di cervelli o di persone con una laurea in tasca hanno dovuto transitare altrove per impieghi di vario genere?”

    Secondo me almeno qui a Milano questa è una cosa che sanno tutti, ma veramente tutti. Forse perché molti laureati meridionali vengono qui.

    Mi chiedi: “non ti sembra che quando i leghisti parlano degli immigrati che tolgono lavoro agli italiani e dei meridionali che tolgono le cattedre agli insegnanti del nord dicano la stessa cosa?”.

    Mhh, i leghisti non manderanno MAI via gli immigrati per davvero perché è soprattutto nelle ditte dell’elettorato della lega che gli immigrati lavorano in nero per la metà dei soldi. Hanno tutto l’interesse che rimangano irregolari così il loro potere contrattuale è al minimo. Invece potrebbero fare davvero le graduatorie blindate perché in fondo, cosa gliene frega a loro di precludere l’accesso a qualche insegnante meridionale preparato? Con la disoccupazione dei laureati che monta anche a nord non si farà fatica a trovare insegnanti settentrionali, anzi, cominciano a diventare posti di lavoro preziosi che fanno gola a molti. Oggi anche il settentrionale ambisce al posto pubblico, non è più come una volta che nel privato si guadagnava di più.

    E questo credo che qualsiasi leghista, in cuor suo, lo sappia e lo recepisca, anche se poi viene tutto confuso in un generico razzismo.

    Comunque mi fa molto piacere comunicare con voi in un ambiente che mi sembra davvero libero 🙂

  7. fikasicula says

    @margherita

    a me pare che abbia ragione fasse quando dice che le sembra dia fastidio che si parli bene dei meridionali o che si possa parlare delle ferite profonde inflitte ai meridionali senza stare a precisare ogni due minuti che però al nord ci sono ottime persone.

    non c’è stata una sola volta in cui una di noi abbia parlato della meridionalità senza che sia arrivat@ qui qualcun@ a sottolineare, precisare, circumnavigare…

    è la stessa reazione che hanno certi uomini quando le donne parlano di come vedono il sesso. tutti a precisare che gli uomini non sono tutti così, che è lei che la pensa male, che sicuramente c’ha una serie di cose intrinseche.

    è la stessa reazione che hanno certe persone quando una donna parla della violenza che le ha inflitto un uomo. l’invito alla moderazione. e bada che non sono tutti uguali, e bla bla bla. e ‘sti cazzi, lo saprà certo che ci sono tremila sfumature di grigio nel mondo ma lasciatele raccontare la sua rabbia come cazzo vuole.

    avrà si o no licenza di mettere in piazza le emozioni che sono state censurate per chissà quanto tempo?

    perchè anche la libertà di mettere in piazza il proprio conflitto è un lusso, di questi tempi. e il conflitto tra chi è stato colonizzato e chi colonizza è una ferita apertissima, che sanguina giorno dopo giorno, mentre tutti invitano all’unità, all’appiattimento, al livellamento sui punti in comune, che vanno al ribasso, che non sono mai quelli che riguardano noi, e per noi intendo i e le meridionali, e scusate se parliamo di noi mettendo in piazza il fatto che in questo confronto aperto tra culture varie le ragioni dei colonizzati, noi, e dice bene jo, la sardegna, e i luoghi a margine di questo mondo, tutti i sud del mondo, perchè ci sono pezzi di sud anche in ogni nord, come giustamente ci ricorda ladylosca, manca la nostra voce, quella che viene sollecitata soltanto se non ricorda pezzi di storia rimossa, che infastidisce, che non coincide con le certezze statiche di chi non vuole guardare più lontano.

    tutto ciò succede quando una tipologia colonizzata parla per se stessa ampliando lo stesso concetto di “questione meridionale”, colmandola di aneddoti, storie personali, mille altre parzialità che tanti cercano di riallineare, rimettere a posto, perchè tutto deve stare come c’è scritto in quel libro là, che non sia mai che le narrazioni vadano oltre il punto dei capitoli ufficiali.

    come dire: come se si chiedesse in fondo a chi sta a sud di partire sempre da un punto di vista universale, più a nord del nord, perchè perfino l’antagonismo, la radicalità, l’essere tanto incazzati per come vanno le cose, devono passare per una cultura dell’opposizione che però parla sempre da un punto di vista che del sud non tiene conto. sarà per questo che certi partiti di sinistra nel meridione non hanno attecchito? secondo voi cosa aveva da dire bertinotti di alternativo, che ci riguardasse, alle piazze siciliane mentre i siciliani erano sommersi dai manifesti con il faccione dell’unto dal signore?

    chiedereste a una donna che parte da se, parla da un punto di vista di genere, di parlare anche a nome degli uomini?.
    ciascuno racconti la propria storia a margine. fasse racconta la sua, ladylosca ne racconta un’altra e via così, imparando a non ignorarli tutti, senza pretendere che ciascun racconto comprenda specifici riferimenti alla resistenza altrui. perchè le resistenze sono tante e vanno tutte riconosciute accreditandogli eguale dignità.

    a partire da se, ricordate?

    tornando a bomba, credo, anzi sono certa perchè con fasse ho uno scambio assai frequente, che quando lei parli degli insegnanti e di tutta la storia relativa alle graduatorie bloccate si riferisse alla retorica settaria e a tutto il razzismo che è stato sputato negli ultimi mesi per motivare quella scelta. ma in ogni caso quello che personalmente vorrei capire è come mai si riconosce che in italia ci sia una grande fuga di cervelli, come avviene in ogni luogo povero di opportunità che vanno a cercare lavoro altrove, e invece non si riconosce che dal meridione un tot di cervelli o di persone con una laurea in tasca hanno dovuto transitare altrove per impieghi di vario genere?

    non ti sembra che quando i leghisti parlano degli immigrati che tolgono lavoro agli italiani e dei meridionali che tolgono le cattedre agli insegnanti del nord dicano la stessa cosa?

    o dobbiamo essere d’accordo con quelli che dicono che non è vero che l’italia esporta intelligenze perchè gli italiani portano in giro solo mafia, pizza e marranzano?

    ps: a proposito dei garibaldini, mi sembra ci sia un equivoco. se bisogna fare un paragone storico tra diverse epoche i garibaldini erano come gli americani venuti a “liberarci” dopo la seconda guerra mondiale. quelli che approfittavano di un momento di conflitto per inserirsi e prendersi una colonia. quelli che invece possiamo paragonare ai partigiani erano i contadini della rivolta che poi si sono dati alla macchia e sono stati definiti briganti.

    buona discussione 🙂

  8. Lady Losca says

    Ok, rigiriamo il discorso: io sono nata e cresciuta al nord. Da lontano ho visto la deriva leghista e tutte queste merdate. Ho visto i preti locali prendersi il potere perchè legati a partiti quali lega, comunione e liberazione ecc ecc. Ho visto veramente di tutto, così come ho visto i partigiani e i patrioti che avevano combattuto per la liberazione dal nazifascismo (anch’io quando vivevo là andavo in giro a fare interviste agli anziani), che vedevano il mio villaggio cadere nello sfacelo perchè il prete stava rovinando tutto in nome di Dio.
    Aggiungo che anche “noi” del nord non c’abbiamo un cazzo da festeggiare, perchè quelle terre,(che io non sento mie per ragioni personali, ma di cui ho un ricordo nitidissimo perchè ci sono cresciuta, e me le ricordo con tanta nostalgia) ecco, quelle terre ce le hanno colonizzate i leghisti, i preti, e tutto ‘sto schifo. Per cui il discorso di fasse funziona, funziona perché io lo posso allargare anche al nord, perchè quando torno su a trovare i miei parenti e li vedo marionette nelle mani di partiti e preti, mi incazzo come una belva. E li chiamo marionette perchè loro non hanno avuto la possibilità di studiare, perchè troppo poveri, e questo leghismo borghese del cazzo li ha trasformati in veri e propri mostri ignoranti che tengono alla loro casetta e al loro orticello più di qualsiasi altra cosa, perchè non hanno l’arma intellettuale per divendersi da quel pensiero. Perchè se sei ignorante (ovviamente non voglio dire che tutti quelli del nord sono ignoranti), e se arriva un silvio berlusconi a costruirti l’interland milanese, e se arriva un umberto bossi a dirti che “attento che la casa te la ruba l’extracomunitario”, ecco, a quel punto tu sei solo con la tua paura e non puoi fare nient’altro, a 50-60-70 anni, se non votarli. Non voglio giustificarli, voglio solo dire che anche al nord non c’è un cazzo da festeggiare perchè tutte le persone che 40 anni fa aiutavano i partigiani a nascondersi dai fascisti, ora votano lega nord. Poi però se parli con queste persone, se le fai ragionare, loro capiscono e ti danno pure ragione su quanto sia stupida la lega, il discorso leghista, il discorso cattolico eccetera eccetera.

  9. Lady Losca says

    @gilda, io ho visto il film dei Vicerè e mi ha fatto proprio schifo! Tu l’hai visto? il libro è meglio? spero proprio di sì!! :=)

  10. kzm says

    Le difficoltà che ci sono anche qui a capirsi credo siano dovute non solo a diverse fonti, ma anche a diverse categorie interpretatitve.
    Alcune fondamentali categorie mentali per interpretare i fenomeni di cui stiamo discutendo sono chiaramente esposte nel Manifesto del Partito Comunista.

    Il mito della patria, una bandiera sotto la quale nascondere e meglio realizzare lo sfruttamento di classe. (una nota mia personale. io sono italiano, non sono certo inglese nè francese. E sono anche meridionale, e sono anche tante altre cose. Ma cosa ben diversa è “sentirsi” italiano, ovvero transformare un dato di fatto in un “valore” – o disvalore ;P):
    “Inoltre, si è rimproverato ai comunisti ch’essi vorrebbero abolire la patria, la nazionalità.
    Gli operai non hanno patria. Non si può togliere loro quello che non hanno.
    […]
    Le separazioni e gli antagonismi nazionali dei popoli vanno scomparendo sempre più già con lo sviluppo della borghesia, con la libertà di commercio, col mercato mondiale, con l’uniformità della produzione industriale e delle corrispondenti condizioni d’esistenza.
    Il dominio del proletariato li farà scomparire ancor di più.
    […]
    Lo sfruttamento di una nazione da parte di un’altra viene abolito nella stessa misura che viene abolito lo sfruttamento di un individuo da parte di un altro.
    Con l’antagonismo delle classi all’interno delle nazioni scompare la posizione di reciproca ostilità fra le nazioni.”

    Il ruolo rivoluzionario ed innovativo, ma anche brutale e violento, che ha ed ha avuto la borghesia (nel nostro caso incarnata dai Savoia e dalla stessa spedizione dei Mille):
    “La borghesia ha avuto nella storia una parte sommamente rivoluzionaria.
    Dove ha raggiunto il dominio, la borghesia ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliche. Ha lacerato spietatamente tutti i variopinti vincoli feudali che legavano l’uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo “pagamento in contanti”.
    Ha affogato nell’acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi dell’esaltazione devota, dell’entusiasmo cavalleresco, della malinconia filistea. Ha disciolto la dignità personale nel valore di scambio e al posto delle innumerevoli libertà patentate e onestamente conquistate, ha messo, unica, la libertà di commercio priva di scrupoli. In una parola: ha messo lo sfruttamento aperto, spudorato, diretto e arido al posto dello sfruttamento mascherato d’illusioni religiose e politiche.
    La borghesia ha spogliato della loro aureola tutte le attività che fino allora erano venerate e considerate con pio timore. Ha tramutato il medico, il giurista, il prete, il poeta, l’uomo della scienza, in salariati ai suoi stipendi.
    La borghesia ha strappato il commovente velo sentimentale al rapporto familiare e lo ha ricondotto a un puro rapporto di denaro.
    La borghesia ha svelato come la brutale manifestazione di forza che la reazione ammira tanto nel medioevo, avesse la sua appropriata integrazione nella più pigra infingardaggine. Solo la borghesia ha dimostrato che cosa possa compiere l’attività dell’uomo. Essa ha compiuto ben altre meraviglie che le piramidi egiziane, acquedotti romani e cattedrali gotiche, ha portato a termine ben altre spedizioni che le migrazioni dei popoli e le crociate.”

    Lo strano fenomeno per cui delle istanze conservatrici e reazionarie sembrano allearsi con le istanze della classe lavoratrice, dei precari, degli operai, dei contadini. Penso agli aristocratici e ai preti di allora, ai fascisti e ai preti di poi, ai leghisti, neo-borbonici, secessionisti, sud-indipendentisti e ai preti di oggi (come vedete i preti non mancano mai ;P).
    “Questi aristocratici hanno impugnato la proletaria bisaccia da mendicante, agitandola come bandiera per raggruppare dietro a sé il popolo. Ma tutte le volte che li ha seguiti, il popolo ha visto sulle loro parti posteriori i vecchi blasoni feudali e s’è sbandato con forti e irriverenti risate.
    […]
    Quando i feudali dimostrano che il loro sistema di sfruttamento era diverso dallo sfruttamento borghese, dimenticano soltanto che essi esercitavano lo sfruttamento in circostanze e condizioni totalmente differenti e che ora han fatto il loro tempo.
    Quando dimostrano che il proletariato moderno non è esistito al tempo del loro dominio, dimenticano soltanto che la borghesia moderna fu appunto un necessario rampollo del loro ordine sociale.
    Del resto, essi celano tanto poco il carattere reazionario della loro critica, che la loro principale accusa contro la borghesia è proprio che sotto il suo regime si sviluppa una classe che farà saltare in aria tutto quanto il vecchio ordine sociale.
    Rimproverano alla borghesia più il fatto che essa genera un proletariato rivoluzionario che non il fatto ch’essa produce un proletariato in genere.”

    Purtroppo negli ultimi anni abbiamo vissuto un involuzione culturale mostruosa: si rimettono in discussione l’illuminismo, il relativismo culturale, la laicità dello stato, si rispolvera il risorgimento e i valori della patria e della famiglia.
    Si dimentica volutamente che nel frattempo c’è stata della storia, della cultura, dovuta e stimolata dalla conflittualità tra lavoro e capitale, e si mettono all’ordine del giorno problematiche che ormai dovrebbero essere superate da un pezzo, che erano rilevanti nella fase in cui la borghesia lottava per uscire dal medioevo, e quindi al medioevo ritorniamo!

  11. Margherita says

    Cara Fasse,

    Ho letto con interesse il tuo post perché a furia di sentire argomentazioni leghiste e abitando a nord mi è sembrato un punto di vista molto originale e, almeno per me, insolito.

    Non sto a disquisire sui fatti storici perché non ne ho le competenze, mi sembra però un po’ ingiusto il tuo ultimo paragrafo:

    “Dimenticavo: il meridione è quello che ha sfornato insegnanti e laureati che hanno popolato le scuole del nord, quelle stesse scuole che ora i leghisti vogliono blindare nelle graduatorie agli insegnanti locali. Perché quelli del meridione sono troppo progressisti, troppo poco medioevali. Ma tant’è…”

    Mi sembra – e qui mi associo un po’ a Flavia – che tu abbia un’immagine dei settentrionali come di retrogradi Savonarola. E questo è ingiusto. Non riguarda tutti e soprattutto non riguarda tutto il nord italia. Esistono le regioni bianche come il Veneto – anche se fortunatamente NON tutti i veneti sono retrogradi e medioevali – esiste anche Milano che, fortunatamente per chi ci vive, è una città davvero laica (per quanto si possa essere laici in Italia, beninteso). Qui è normale non sposarsi in chiesa e non battezzare i figli e (quasi) nessuno ti guarda male se ti dichiari ateo o agnostico. La regione è in mano a quello schifo che è comunione e liberazione, ma è una questione di POTERI, non una questione di costumi, libertà e convinzioni effettive del cittadino.

    E anche riguardo alle “graduatorie blindate” che vorrebbero istituire i leghisti, non credere che sia per timore che gli insegnanti meridionali sollevino gli studenti in senso progressista! Per inciso, la mia insegnante di italiano, calabrese come mio nonno, è stata una delle persone più schifosamente e perversamente retrograde che io abbia conosciuto. La ragione vera dei leghisti è liberare un po’ di posti per sistemare I LORO parenti e amici. L’aeroporto Malpensa, la prima grande opera amministrata dalla lega, che cos’è se non uno schifo clientelare?

    Sono giochi di potere, e temo che le persone che come noi di potere non ne hanno, si facciano facilmente trascinare da discorsi razzisti (a sud sono tutti mafiosi e non hanno voglia di fare un cazzo – a nord sono tutti delle bestie ignoranti che pensano solo al loro personale orticello) che hanno in realtà come unico scopo finale quello elettorale e di conquista del potere.

    Ciao

  12. gilda says

    vi consiglio questo film, “Bronte, cronaca di un massacro”, che io ho visto da ragazzina, quando uscì. Credo che il paese a cui si riferisce fasse sia appunto Bronte:
    http://www.youtube.com/watch?v=YOESf8IbFWA
    e poi, magari leggere i Vicerè di De Roberto. che sul “cambaire senza che niente cambi” ci dice molto.

  13. mariobadino says

    Grazie per il post, che ho ripubblicato QUI:
    http://mariobadino.noblogs.org/post/2011/03/14/ma-chissene_frega-dellunita-ditalia-da-femminismo-a-sud/
    Mi spiace ma i commenti non faccio in tempo a leggerli oggi, sbirciando mi sono sembrati molto interessanti.
    Sfumature a parte, l’annessione fu certo violenta e – come sempre in Italia – decisa da qualcuno che stava da un’altra parte.

  14. Jo says

    C’è una sola cosa in cui non concordo con questo post: a me la secessione non dispiace, anzi me la auguro e spero che avvenga prima possibile. Non sono affatto grata allo stato italiano e non mi sento italiana, chi si è fatto un giro in Sardegna e non si è solo limitato a mettere il culo a mollo nel nostro mare sa in quale disperazione e miseria è stata ridotta la Sardegna dall’arrivo dei SaBoia e dall’avvento dell’unità d’itaglia. Ci sono libri e libri sull’argomento e io sono davvero nessuno per ricordare la deforestazione dell’intera isola e la conseguente desertificazione, lo spopolamento, i tumori e le sindromi isolane dovute alle basi militari, perfino l’importazione della proprietà privata che prima non esisteva: le terre dalle mie parti sono sempre state collettivizzate. Non voglio mitizzare il passato nè dire che prima eravamo tanto fighi.
    Ma ora davvero non ci hanno lasciato più nulla. Ci hanno tolto tutto, siamo costretti ad andare via per vivere. Sono riusciti dove centinaia di altre colonizzazioni hanno fallito. Beh, complimenti vivissimi per questi 150 anni ma io non li festeggerò e come me tanta altra gente. Quel giorno per noi sarà l’ennesimo giorno di lutto.

  15. Giorgio says

    Leggo da anni questo blog e non vi ho quasi mai scritto commenti, a volte per incompetenza e spesso perché ero completamente d’accordo e non avevo nulla da aggiungere. In questo caso non capisco bene quale sia il fine di accentuare il risentimento sociale fra “meridionali” e “settentrionali”. Anche il Nord è una discarica piena di veleni, ci sono le mafie, c’è sfruttamento, miseria, sessismo, ecc. Chi ha detto che è un discorso da leghismo meridionale, non ha tutti i torti.

    Oggi sull’anniversario dell’unificazione italiana ci sono due discorsi egemoni ed entrambi fondati su palesi falsificazioni dei dati storici. Riassumo:

    a) il “ciampismo”, ovvero “tutti insieme appassionatamente”: Pisacane e Vittorio Emanuele, Garibaldi e Cavour, qualsiasi differenza viene cancellata in una galleria di “eroi patriottici” per negare il conflitto sociale che vi era alla base, e le diverse idee di società che erano in gioco. È il corrispettivo storiografico dell’attuale nazionalismo bipartisan.

    b) il “leghismo” (nordista o neoborbonico, è lo stesso, perché identici sono i presupposti): l’unificazione fu un atto illegittimo e coloniale, finanziato dalla massoneria, contro le plebi meridionali, e occorre rimediare facendo due aree nazionali diverse.

    Entrambi questi discorsi sono falsi e revisionisti, e si tratta di decostruirli. È un fatto che il processo a Garibaldi come “bandito” fu istruito proprio dal neonato Stato italiano. È un fatto che i combattenti risorgimentali avevano chiara coscienza del problema del conflitto di classe (e alcuni ne posponevano la soluzione all’unità politica, altri ne rivendicavano la priorità, vedi Carlo Pisacane). È un fatto che il garibaldinismo fu importante nel costituirsi dei Fasci operai siciliani dal 1891 fino allo stato d’assedio nel 1894, e fu importante nell’antifascismo dalla Spagna alla Resistenza.

    Con questa logica presunta “anti-coloniale”, perché non rivalutare il sanfedismo e vedere nella portoghese-napoletana Eleonora Pimentel Fonseca un tentativo intellettuale di colonizzazione (l’illuminismo)? Con questa logica, perché non approvare i contadini che massacrarono Pisacane e compagni, come legittima reazione a un progetto coloniale? Sono domande un po’ provocatorie, mi scuso, ma sono domande.

    A forza di “si dice”, “si scrive”, si può dire qualsiasi cosa, ma queste ricostruzioni storiche d’occasione sono solo la metafora di politiche attuali (le politiche consociative bipartisan, il leghismo). Ecco io non capisco questo vostro discorso dove vada a parare.

    Vi segnalo anche questa citazione di Bianciardi:
    http://staffetta.noblogs.org/post/2011/03/06/l%e2%80%99unita-d%e2%80%99itaglia/
    e di Mameli:
    http://staffetta.noblogs.org/post/2010/07/30/popolo-di-roma-vergogna-del-mondo/

  16. francescap. says

    E’ provato che a Teano non ci fu nessun incontro, e i mille erano 999 perchè tra loro c’era una grande donna Rosalia Montmasson ma nessuno lo dice.Sputiamo sugli storici(maschi).

  17. fasse says

    dato che mi pare che si stia ragionando ciascuno con fonti diverse, scrivo quello che ho tratto dalle mie fonti (più d’una) e che ho ricollegato con racconti e diari di nonni e persone vissute a quell’epoca (se provavi a parlare dei savoia ai vecchi ti dicevano che quasi quasi erano peggiori di quei criminali dei fascisti).

    garibaldi va in sicilia nel periodo in cui erano in vita i moti contro i borboni. la rivoluzione c’era già. si scrive che c’erano due lotte in atto. la prima dei baroni locali contro il potere dei borboni perchè avevano tolto dei privilegi anche a loro. la seconda quella dei contadini che ovunque stavano mettendo a ferro e fuoco per redistribuire i beni e sfamare la popolazione sfinita da anni di fame e povertà.
    si scrive che ci sia stato un accordo tra i savoia e i baroni locali. la propaganda a proposito della “liberazione” viene fatta anche tra la povera gente.
    garibaldi si imbarca con un esercito fatto di lombardi, veneti, piemontesi e qualche ligure. obbedendo al motto “italia e vittorio emanuele” si unisce alla “resistenza” baronale per conquistare palermo.
    dopodichè va avanti e nel frattempo i poveri contadini immaginano di poter prendersi la libertà di poter continuare con la loro lotta. contrariamente alle loro aspettative ci fu una repressione feroce. la popolazione locale fu fucilata, sterminata e massacrata. uno dei luoghi in cui si ricordano le esecuzioni più feroci fu bronte, un paese vicino catania, dove bixio (soprannominato “belva”) punì i contadini che avevano dato vita alla rivolta agraria.
    in tutti i luoghi attraversati i garibaldini preferirono l’alleanza con i possidenti e l’aristocrazia invece che con la povera gente e i ricchi consideravano garibaldi come la migliore garanzia d’ordine repressivo contro la rivolta delle classi subalterne. perciò la rivoluzione contadina si trasforma in controrivoluzione e da lì si arrivò ben presto a quello che fu schedato ingiustamente come brigantaggio.
    In piemonte annettevano perciò le terre che erano dei borboni al regno di savoia.
    a teano garibaldi saluta e consegna le sue conquiste al re che nel frattempo si assicurava che non si facesse nessuna forzatura nello stato della chiesa, dove c’erano altri “poteri” che avrebbero volentieri favorito un passaggio di privilegi dalla chiesa alla ricca aristocrazia e borghesia. si ritira poi a caprera perchè il partito d’azione viene messo in minoranza da cavour.
    accordi su accordi, tutti sulla testa di tutti.
    decidete voi chi è vittima e chi non lo è. di certo io non vedo eroi e vedo solo una popolazione che stava compiendo una rivoluzione vera massacrata da un finto liberatore.
    non è forse quello che succede in ogni “guerra umanitaria”?
    quelli che vanno a liberare non si alleano forse con alcuni poteri contro altri? e mentre la povera gente pensa che gli sarà restituita la democrazia invece viene data in pasto a governi del cavolo.
    la storia è uguale dappertutto. questo è il punto.

  18. fasse says

    @flavia
    come ho scritto, io mi sento cittadina del mondo. ma il legame con la sicilia è fortissimo e sento ancora oggi forte una colonizzazione che non mi permette di raccontare quello che so, che mi è stato tramandato da chi mi ha preceduto, l’orgoglio di lotte e di sconfitte, di resistenze nei confronti di occupanti e finti liberatori. la discussione nazionale non è libera dai pregiudizi nei confronti del meridione. anzi. si sono acquisiti nuovamente i razzismi e le mistificazioni e questo motiva l’esigenza di dover affermare un punto di vista che viene sempre censurato.
    perchè anche noi a scuola abbiamo studiato della tua resistenza a nord. di quella nostra non c’era traccia nei libri di storia.
    conosco la resistenza dei contadini e degli operai nelle fabbriche. dei partigiani e degli antifascisti. come se noi nel frattempo fossimo rimasti a guardare. anzi delle nostre resistenze si diceva che erano delinquenti, briganti.
    invece semplicemente la nostra resistenza è fatta di cose diverse e va raccontata per quello che è.

    e a proposito del diritto di famiglia sappiamo bene di che parli. abbiamo dedicato ampie pagine di questo blog a quella questione. è un tema difficile. felice di averti trovato, sorella! 🙂

  19. fasse says

    @leny
    non ce la faccio a controbattere con chi crede nei miti così come l’ideologia li tramanda. secondo me dovresti approfondire. persino gli storici più inclini a credere nella genuinità di garibaldi propendono comunque per l’ipotesi che il suo passaggio non giovò alle popolazioni locali.

    @kzm
    la ricostruzione storica su questo è controversa. ci sono quelli che salvano garibaldi e ne fanno un eroe e altri che lo descrivono al soldo dei ricconi.
    ci sono quelli che dicono che è partito con un ideale di un certo tipo e chi dice che la sua impresa fu finanziata da gente che aveva denari e che voleva quello che poi si è ottenuto.
    ci sono quelli che dicono che fu punito perchè aveva fatto di testa sua e chi dice che fu messo da parte per altre questioni. il suo passaggio in sicilia comunque resta quello che è con l’alleanza con i baroni, il loro “si cambia per non cambiare” etc.
    di fatto, come dice il post sulle brigantesse, i contadini immaginavano di ottenere terre e invece ottennero morte e miseria.
    e come dici tu ragionare sugli “eroi” tramandati da una storia che può essere stata mille volte revisionista e poi è stata infarcita di note da chi era animato di fuoco ideologico risorgimentale non ha senso. quello che è certo è che da quell’azione i meridionali uscirono fuori massacrati.

  20. Flavia says

    Ciao Fasse,
    sto cercando di capire – di “sentire” – cosa intendi quando parli di rivendicare la tua meridionalità… faccio fatica forse perchè io non sento molto il desiderio di rivendicare una mia settentrionalità… e non perchè non ami le cose che formano la tradizione del nord, anche della mia famiglia: il dialetto, il cibo, i modi, il paesaggio, le gioie e le tante sofferenze (prima per mano del padrone della terra, poi per mano dei fascisti, poi per mano del padrone della fabbrica… la mia famiglia è passata attraverso la storia del ‘900 non senza ferite, come tante) ma io per quanto mi ricordi mi sono sempre sentita italiana, italiana e milanese con la stessa intensità, ma in modo tranquillo, normale, per me era come respirare.
    Poi ricordo che con alcuni compagni scoprii, l’anno della maturità, la questione meridionale e giravamo le biblioteche alla ricerca di testi alternativi rispetto al libro di storia, quindi già da allora non mi è nuova la faccenda delle porcate dei savoia, ma pensavo che cmq, alla fine, al sud si sentissero italiani come me, cioè italiani siciliani, italiani calabresi ecc. ecc. ma sempre italiani. Tutto questo per me è nuovo… ma ti sostengo a prescindere nel tuo diritto alla parola. Pace sorella.
    Grazie per la solidarietà, secondo me c’è un magma sotterraneo di maschilismo militante che sta influenzando subdolamente le agenzie varie che si occupano di diritto di famiglia, c’è da tenere gli occhi aperti!

  21. kzm says

    grazie fasse, mi ci voleva una boccata d’aria, una rottura di questa retorica centocinquantenaria. C’è bisogno di de-costruire tutta questa retorica della patria e dell’unità.

    Riguardo Garibaldi, l’interpretazione che si dà solitamente è che sia stato in qualche modo usato, e che abbia ceduto, con il famoso “obbedisco”, ai piemontesi, non volendo arrivare ad uno scontro militare. Dico bene? perchè se non ricordo male Vittorio Emanuele scese a Teano con l’esercito al seguito. Mentre Garibaldi portava avanti l’idea di un’italia democratica, e fu costretto all’esilio a Caprera proprio per evitare che desse altri problemi. Non che mò mi interessi fare il pelo e il contropelo a Garibaldi Giuseppe, ma giusto per il piacere della discussione: quando scrivi “Di tutte le colonizzazioni che il meridione ha subito, quella realizzata da garibaldi e la banda di delinquenti che si portava dietro, fu quella che ancora si ricorda con più rabbia. Perché la mistificazione storica fu enorme e perché nessuno concedette alle vittime di quella violenza nessun genere di riscatto.” intendi la violenza subita durante la spedizione dei mille o negli anni successivi? Voglio dire, la rabbia si è creata al momento per le violenze dei mille, oppure in seguito, per la delusione delle aspettative (come lascia intendere il post su Michelina de Cesare: “Voglio dedi­care questo anniver­sario che non fes­teg­gio a quelle bande di pover­acci che si opposero al potere dei Savoia. Ave­vano cre­duto che Garibaldi, il “lib­era­­tore”, avrebbe con­seg­nato la terra ai con­ta­dini. E invece si trat­tava soltanto di nuovi padroni, forse anche peg­giori dei prece­denti. E allora, schioppo in mano, ci si dava alla macchia.”), oppure per entrambe le cose? Diciamo che la seconda interpretazione ci salva l’immagine di Garibaldi 🙂

    Ma discutere di Garibaldi in quanto persona è quasi inutile, quello che conta sono i processi storici, anche se credo che i successi militari siano dovuti anche al carisma del personaggio che riusciva a convogliare gli entusiasmi delle persone. Mi viene in mente l’impresa di Pisacane. In questo caso è difficile non parteggiare per lui e per i suoi compagni, che non se la passarano tanto bene. Pisacane ha perso – ha miseramente perso – e quindi è difficile sostenere che fosse una marionetta di altri poteri.

  22. leny says

    a me comunque sembra leghismo sudista storicamente approssimativo
    I garibaldini sbarcarono in 1000 e arrivarono a Napoli in 50.000: era tutta gente del sud
    Chi ha cercato di far fuori garibaldi nel 1863 era l’esercito piemontese a aspromonte
    Ai garibaldini s’ispirarono le brigate antifasciste in spagna nel 1936 e i partigiani comunisti nel 1945
    Con questa logica anche un rivoluzionario e libertario come carlo pisacane è un criminale al soldo della borghesia!
    Che il sud sia stato colonizzato in modo sanguinario è stato fatto contro chi aveva creduto di poter liberare sia il nord che il sud

  23. fasse says

    @lady losca
    sull’attaccamento alle classi, come dici tu, concordo anche se c’è un aspetto sul quale hai ragione. quando io parlo di meridionali è come se rivendicassi la stessa attenzione che rivendicano i palestinesi per tutte le umiliazioni subite. e certo che non tutti gli israeliani sono cattivi. ma tu non diresti ai palestinesi di non rivendicare la loro origine o di non denunciare l’occupazione della loro terra.
    ma è pur sempre un punto di vista parziale e nella sua parzialità non pretende di rappresentare tutti. 🙂

  24. Lady Losca says

    il discorso, il post in generale mi sembra contro quello che non era siculo. Poi allora se il tuo è un discorso contro i poteri è un altro discorso, che però non traspare. Sarà che io non c’ho nemmeno attaccamento alla terra, perché ho vissuto un po’ qua un po’ là, e mi sento più che altro attaccata alle classi (senza distinzioni di genere, né di provenienza geografica), per cui l’avrei scritto diverso..
    ma infatti dici bene tu, il post è tuo e ci scrivi quello che ti pare :=D

  25. Rita says

    bellissimo post.
    ti lascio una citazione che sicuramente conoscerai.

    ““Lo stato ital­iano è stato una dit­tatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia merid­ionale e le isole, squar­tando, fucilando, sep­pel­lendo vivi i con­ta­dini poveri, che scrit­tori salariati ten­tarono di infamare con il mar­chio di briganti”.(A.Gramsci)”

  26. fasse says

    @lady losca

    scusa cara, ma dove hai letto qualcosa contro il “popolo”?
    mi sorge il dubbio che quello che disturba è che il sud parli di se stesso senza la giusta formula fatta di precisazioni, politically correct e delicatezze varie per non turbare la sensibilità di tutti.
    quello che c’è scritto nel post non è assolutamente quello che stai dicendo tu. roma e milano continuano ancora a determinare la politica di questo paese e questa politica comprende anche me. perchè io da qui non riesco a decidere niente. ed è chiaro che non sto parlando di te o di persone che non hanno potere. comunque vale quello che ho risposto a flavia.
    poi se vuoi, in un’altra occasione, possiamo parlare di come certa burocrazia, la parte grigia, fatta di gente più o meno complice come complici sono quelli che sanno dei Cie e non fanno niente per esprimere dissenso, esattamente come nel nazismo, aiutò nel massacro dei meriodionali. incluso la realizzazione di una cultura razzista introiettata.

    non capisco poi dove vedi motivi di disunità. per unire dobbiamo abbattere le differenze? dobbiamo soffocare le mille verità per crearne solo una che non rappresenta ne te e ne me?

    scrivi il tuo no all’unità d’italia secondo il tuo punto di vista. sarà una ricchezza, così come lo è il contributo che ho dato io alla discussione. di sicuro io non posso parlare della resistenza di chi stava a milano o a roma.

    ciao 🙂

  27. Lady Losca says

    Questo post mi lascia un po’ interdetta perché confondi il popolo con chi decide.
    Come scrivi nella risposta a Zappo, Garibaldi stringeva alleanze con i baroni e l’aristocrazia, per cui non vedo un nord e un sud diviso rispettivamente in cattivi e buoni. La vedo più che altro come l’ennesima repressione di un popolo su di un altro, e in questa repressione si sono alleati tra loro chi aveva il potere di decidere. A fare la guerra al popolo del sud con cognizione di causa di certo non ci sono andati i poveracci del nord.
    Perchè anche al nord non si stava bene, lo so, mio nonno me lo racconta, me lo raccontava il mio bisnonno quand’era vivo, e me lo racconta mia nonna che emigrò dal veneto tantissimi anni fa. I veneti erano trattati come carne da macello, tant’è che a bonificare le paludi mussolini ci mandò loro.
    Non so,se avessi dovuto scrivere un post sul perchè me ne strafotto dei 150 anni d’italia ci avrei messo più elementi di unificazione che di divisione. Tu dividi i siciliani da tutti gli altri, poi parli di Roma e di Milano come ne faceva Bossi quando diceva che Roma era ladrona: chi vive in periferia, Roma caput mundi un cazzo. C’ha un sacco di problemi esattamente come chi vive a Catania, almeno da quanto ho potuto vedere io. Esattamente chi vive a Milano, ombelico del mondo? De che! E’ una città invivibile, Milano, per chi c’ha vissuto e ci vive.

    Il potere (banche, borsa, parlamento, senato ecc ecc) è una cosa, la gente che vive in quelle città un’altra.

    LL

  28. fasse says

    ciao flavia 🙂
    credimi, nessuna deresponsabilizzazione. ma forse non hai letto altri post ipercritici sulla cultuta mafiosa. in qualunque guerra c’è chi arma una zona integralista per conquistare un territorio e farci i propri affari. sono stati finanziati e aiutati quelli che la cultura mafiosa l’hanno fatta diventare legge.
    in quello che dici io ci vedo tanta della retorica che fanno i leghisti quando dicono che noi del sud ci adagiamo sui privilegi e non abbiamo voglia di cambiare. sai che non è vero e sai anche che quelle come me vengono messe a tacere proprio da ragionamenti come questo. e in ogni caso se tu fossi stata con noi in piazza a palermo quando lo stato (nel 1992 e non nel 1800) inviò l’esercito per placare la rabbia della gente successiva alle stragi mafiose ti saresti resa conto che c’è gente che su questo sistema si adagia, quelli che non la combattono, e quelli che comunque vengono massacrati se provano a farlo. se la sicilia può contare un alto numero di depistaggi e di collaborazionismi tra gente in divisa e criminali quando c’era da mettere sotto silenzio un giornalista o una persona che faceva antimafia ci sarà pure un motivo.
    sulle risorse pubbliche non so che dirti. io sono per il pubblico. sono per i servizi pubblici. la scuola pubblica, la sanità pubblica, i servizi pubblici. il clientelismo è figlio di quella strategia di cui si sta parlando. vanno avanti gli amici degli amici. le persone favorite non sono certo quelle come me che non sono funzionali a questi meccanismi.
    e sul terzo punto sono completamente in disaccordo perchè mi sono anche stancata di dover ogni volta precisare che il mio è l’orgoglio di chi rivendica una ragione storica di resistenza alla colonizzazione, militare, economica, culturale.
    se tu in questo ci vuoi vedere ostilità o attribuzione di colpe su tutti non posso farci niente. ma tra persone intelligenti ci si intende e di sicuro non devo spiegare che il nord che ci colonizza e ci sfrutta è fatto anche di persone che rispetto e che lottano con me.
    mi dispiace davvero ogni volta fare questa precisazione perchè avverto invece da parte di chi vive a nord il difetto di non lasciare a me la libertà di essere sufficientemente arrabbiata per quello che è successo nella terra dove vivo.
    se tu capisci quello che voglio dire e sai che quello che scrivo è vero allora sei tra quelle persone che colonizzate a sua volta, rivendicano altre lotte.
    e riconoscere le lotte differenti e i motivi della rabbia di ciascuno è già un primo passo per cominciare a capire che non ci può essere nessuno che dica a me come raccontare un passato che non coincide con quello che vi hanno insegnato a scuola.

    come quando tu da donna dici che ci sono uomini che fanno del male alle donne. qual è la prima cosa che ti dicono? che ce l’hai con tutti gli uomini. e perchè te lo dicono? perchè la complessità spaventa e la tua verità invece che semplificare il quadro delle opzioni comportamentali umane lo complica. il fine ultimo è il tuo silenzio.

    ps: a proposito di maschilisti, piena solidarietà per lo stillicidio che anche tu subisci.

  29. Flavia says

    Concordo con te su quasi tutto – sull’annessione per interesse, sulla, tentata, colonizzazione culturale, sulle promesse disattese, sull’uso spregiudicato del sud da parte di alcune lobby del nord, sulle connessioni fra imprese del nord ed ecomafie ecc…. ; non sono d’accordo su 3 cose:
    1) la deresponsabilizzazione della gente del sud rispetto alla cultura mafiosa (ammettere che una certa mentalità diffusa su cui si sono sviluppate le mafie al sud era il substrato necessario è il primo passo per combatterle). Ognuno deve fare i propri esami di coscienza, noi al nord abbiamo le nostre colpe, ma se non accettiamo di metterci in discussione e diamo sempre la colpa agli altri non si va da nessuna parte.
    2) una fastidiosa tendenza (indotta magari dalle circostanze ma non cambia il fatto) ad adagiarsi sullo statalismo, anzi l’uso mooolto spregiudicato delle risorse pubbliche (ed è ridicolo sentirsi accusare di razzismo se accusi una pubblica amministrazione del sud di sperperare risorse fra clientelismo e inefficienza)
    3) una sottile, pervasiva, ostilità verso i concittadini del nord, nonostante l’ostentato cosmopolitanesimo, che distrae e impedisce di impegnarsi in una vera rivoluzione politica: non sono gli italiani del nord il “nemico”, è la politica espressa da alcuni partiti, uno dei quali con molto seguito al nord; non sono gli abitanti del nord che schiacciano gli abitanti del sud, sono le proposte politiche di alcuni partiti, sono i processi produttivi fuori controllo (la politica non controlla perchè corrotta), sono le scelte economiche imposte dalla concertazione industriali – politici, di cui TUTTI i cittadini, del nord e del sud, sono vittime, ognuno con le modalità tipiche del proprio territorio (chi ha le mafie, chi ha l’inquinamento, chi la corruzione, chi la distruzione del patrimonio naturale ecc., in proporzioni e abbinamenti variabili). Non è mica una gara. Gli abitanti del nord sono stati mandati a morire sul Carso e in Russia nella stessa percentuale del sud (in più ci hanno ammazzati anche come partigiani…)
    Io sono un’insegnante del nord, progressista, che lavora con tanti cari colleghi del sud, progressisti, e per il 150° nessuno di noi è preda di furore patriottico però lo vogliamo celebrare come il segno dell’amicizia fra i popoli, a partire dal nostro. Ma che vuol dire dichiarare di volere un’apertura a tutte le culture e poi denigrare proprio quella più vicina a noi? Non facciamo il gioco della Lega! E cerchiamo, se possibile, anche di rifiutare l’antipolitica di fare di tutta l’erba un fascio, di non saper riconoscere il proprio compagno di cammino (il concittadino sincero) dagli squali istituzionali, che ci vogliono divisi, che se le inventano le divisioni (i leghisti del nord contro i neoborbonici del sud, gli impiegati statali contro gli imprenditori, gli operai Fiat contro i precari… tutte divisioni FITTIZIE e strumentali).
    In questo momento di grande emergenza, (altrochè se è emergenza), democratica e culturale non sprechiamo energie a gingillarci con atteggiamenti che demoralizzano e indeboliscono, ma uniamoci per essere ancora più incisivi contro la miseria morale e materiale di cui siamo circondati. Tu citi giustamente le proposte della lega di regionalizzare le graduatorie, ma dimentichi che qua non siamo tutti leghisti, ci siamo anche noi, siamo qua in trincea a dire “no pasaran!”, dalle scuole ai Consigli comunali al parlamento..
    In questo senso Viva l’Italia, cioè l’Italia migliore che vuole mettere in discussione la morale retrograda, le ingiustizie sociali, l’arretratezza culturale dei nostri politici e di molti “intellettuali”, la corruzione che uccide e le “distrazioni di massa” varie.

  30. fasse says

    ciao zappo,
    con tutta la simpatia per marx e il rispetto per bakunin te la racconto semplice perchè l’ideologia non può essere l’arma di rimozione di massa delle crudeltà commesse da certi soggetti.
    fai finta che garibaldi rispondesse all’ordine dei monarchi israeliani e che andasse ad annettere la palestina per “unire” quelle terre. e fai finta che per compiere questa annessione e per annientare la debole resistenza, fatta di contadini e gente poverissima, questo garibaldi si allea con i bancari e i capi delle maggiori multinazionali.

    questo è quello che è successo nel meridione. in sicilia garibaldi e i suoi, bixio con lui, si allearono ai baroni, agli aristocratici, ai feudatari, che avevano il loro bel da fare a tenere buoni i contadini che non ne potevano più di angherie, di sfruttamento e di povertà. quel signore che come dici tu faceva parte della prima internazionale, consapevolmente o meno, fornì un esercito ai ricchi per massacrare i poveri. furono compiute ruberie, massacri indiscriminati, donne fatte a pezzi.
    questa è la storia. prendila come ti pare.
    io non smetterò comunque di stare a sinistra anche sapendo che c’è gente della mia area che difende una annessione violenta e la fa passare come una buona azione di fine secolo. perchè le idee stanno meglio se si guardano a fondo le cose.

    e per favore non confondiamo quello che sto dicendo io con le bestemmie che pronunciano i leghisti.

  31. Zappo says

    “quella realizzata da garibaldi e la banda di delinquenti che si portava dietro”
    questa è un’affermazione che consuona con quelle della Lega Nord:
    http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2011/03/02/news/lega-e-venetisti-bruciano-garibaldi-sul-falo-3583985

    Fra i garidaldini, come fra i partigiani, vi furono molti uomini e anche donne combattenti del sud. Garibaldi faceva parte della prima internazionale operaia assieme a Marx e Bakunin. Non offriamo sponde al revisionismo nazionalista del 150esimo dell’unificazione.