Skip to content


L’assordante disagio dei disertori

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/files/2010/08/ombrellirossi2.jpg

Nella nostra mailing list fervono i preparativi per lo spezzone con gli ombrelli rossi alla manifestazione del 13 febbraio e nel frattempo continua anche il flusso di riflessioni che inevitabilmente toccano il gruppo dei disertori.

Loro stessi hanno sempre detto che il machismo, il sessismo, tutto ciò che le donne sentono rivoltarsi contro in realtà riguarda anche tutti quei soggetti che vengono comunque discriminati perchè non si identificano con il macho-man, l’uomo autoritario, in stile anni ’30 che in italia viene rappresentato.

Perciò è più che comprensibile che gli uomini abbiano voglia di prendere la parola. Ma quanto ciò resta possibile di fronte ad un lamento quasi unanime di donne che tende esclusivamente a ribadire la differenza tra ragazze che vendono il corpo e fanciulle illibate?

Non è un caso se gli unici commenti maschili che vediamo rappresentati sui media, sono allineati alla visione di concita de gregorio. Ci vuole poco che si dia fondo a tutti i luoghi comuni e le banalità che si dicono in questi casi.

Ecco perchè mentre a noi riesce quasi più semplice individuare da subito i motivi della nostra critica e del nostro dissenso alle affermazioni delle donne perbene, quelle che addirittura in questi giorni si sono lanciate in sprezzanti distinzioni tra escort e prostitute, come a recuperare l’aspetto romantico, un po’ da miserabile pretty woman della faccenda a fronte di quelle altre che frequentano i palazzi stabilendo tariffe assai maggiori. E che dire dell’orgoglio di quelle che non hanno mai mostrato alcuna “indignazione”, anzi lo ritengono “normale”, quasi fisiologico, di fronte al fenomeno della raccomandazione, quel dare/avere che è il voto di scambio o il posto di lavoro ottenuto dagli amici degli amici, quelli che bisogna tenersi buoni perchè non si può mai sapere, e che però sono tanto indispettite di fronte alle donne che ottengono un impiego, di qualunque genere dopo aver venduto il corpo a qualcuno? Quelle stesse persone che non si occupano di molestie sul lavoro e di violenza contro le donne quasi mai, se non per sciorinare qualche pietoso commento su facebook tra una cosa e l’altra.

A noi riesce più semplice individuare il nesso tra questi ragionamenti e il moralismo strisciante che ha permesso che tutte quante noi fossimo etichettate come puttane fin dalla nascita. Perchè il massimo sforzo che questa società si impegna a compiere va sempre nella direzione della censura dei nostri comportamenti sessuali, delle nostre attitudini. Ci riesce anche abbastanza semplice capire tutte le donne, quelle che si difendono vendendo pezzi di se, e quelle altre che si difendono schierandosi dalla parte degli inquisitori.

I disertori però hanno sicuramente qualche difficoltà in più perchè finiscono per restare schiacciati tra quella cultura che li vuole machi, sfruttatori e autoritari e quell’altra che impone una morale da dio-patria-famiglia che comunque li vuole a fare la guardia all’illibatezza e ai “buoni” comportamenti delle gentili fanciulle.

Di quello che vogliono loro in effetti nessuno si occupa. Perciò proviamo a dirne di più a partire da alcune riflessioni che condivide Lucha, immaginando che voi avete molte altre cose da dire e che potete usare i commenti per farlo:

io più leggo cose (non in questa lista, ovviamente) sulla manifestazione del 13 delle “donne italiane” e più rimango basito. basito, a disagio, ed in fondo in fondo arrabbiato.

arrabbiato che l’appello più “progressista” si continui a rivolgere solo e soltanto alle “donne italiane”. quelle che producono, hanno un lavoro onesto e fanno pure volontariato. quelle perbene. quelle che mandano le foto a Repubblica e fanno finta di dimenticarsi che Repubblica pubblica ben altre foto di donne. quelle che pensano alla famigghia.

quelle che è il momento giusto, se non ora quando? ma de che? ma quando stupravano nei CIE non era il momento giusto? quando licenziavano donne a secchiate non era il momento giusto? quando morivano donne uccise come mosche dagli ex, dai non-ex, dai pre dai post e pure dagli ex di qualcun altro? quando tagliavano i fondi ai centri anti-violenza? quando si votava il referendum sulla legge 40?

no, invece tutto ciò non era importante, non era il momento giusto. il momento giusto è quando berlusconi ha una maggioranza in bilico alla camera. perché non si capisce davvero qual è la goccia che fa traboccare il vaso… a meno che non si stia parlando di ben altro vaso.

che brutta parola l’indignazione. l’indignazione non è il dolore per le sofferenze subite, la rabbia che ti fa stringere i denti e sopportare le ingiustizie. non è la dignità, non è il furore. l’indignazione è “vivo risentimento che si prova per ciò che si ritiene indegno, riprovevole, ingiusto: sentiva un’indegnazione santa, per la turpe persecuzione della quale era divenuta l’oggetto (Manzoni)”.

preoccupati non di sé, che comunque sarebbe legittimo, o delle altre, delle loro sofferenze, delle loro aspirazioni, dei loro diritti. preoccupati dell’immagine del paese, di una dignità che non è personale e privata ma astratta e collettiva, del buon nome, in una parola dell’onore. ecco, abbiamo un primo ministro che ci disonora, come donne, come uomini, come paese. che “oscura” le magnifiche sorti e progressive alla quale siamo destinati dalla storia.

uno si ferma però e dice: va bene, certi discorsi li puoi fare con chi sai che ha avuto tempi, modi, strumenti e capacità per fare qualcosa, e non l’ha fatto. ma con le persone, quelle che non possono scrivere sui giornali come non puoi tu, con quelle bisogna parlarci. magari litigarci, ma il discorso non regge. non regge fare i conti in tasca. vorresti dire “ma tu invece cosa ne pensi della Bossi-Fini?” ma sai che è un discorso che non regge. e non perché sia un discorso elitario, la riedizione della vecchia coppa “io-sono-più-comunista-di-te” ma perché non funziona. dopo, si rimane più soli che prima.

chi ce l’ha la forza per tentare di deviare un movimento di persone del quale non si condividono le posizioni ma del quale si spera nella buonafede e nell’impegno? io non ce l’ho avuta durante le manifestazioni degli studenti, non so se ce l’avrò durante le manifestazioni delle donne indignate.

però un ombrello rosso lo posso portare.

—>>>Foto dal Pride bolognese del 2008. Spezzone degli ombrelli rossi!

Posted in Anti-Fem/Machism, Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici.


3 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. francesca says

    Cara Marcella , a parte che si chiama Concita senza la H, ma la tua , piu’ che sacrosanta rabbia portala in piazza il 13 febbraio che serve tantissimo.
    Ciao io vado.

  2. cybergrrlz says

    Marcella,
    ho sempre qualche difficoltà a confrontarmi con chi interviene un po’ urlando (il maiuscolo).
    Oltretutto mi sembra che tu non abbia colto quanto qui, uomini e donne, stanno dicendo.
    noi non abbiamo mai detto di essere all inclusive e infatti non includiamo le sessiste, le razziste, le fasciste. la nostra idea di sorellanza è abbastanza chiara.
    non includiamo neppure quelle che presentano o firmano disegni di legge contro le donne e poi fingono di occuparsi di noi con una firma su repubblica o sull’unità.
    non ci piace l’appello. non ci piace il moralismo del quale è infarcito. non ci piace il settarismo nei confronti delle prostitute perchè la nostra alternativa non è quella di essere madri, mogli e brave figlie.
    noi vogliamo un reddito e vogliamo anche il piacere.
    credo possa essere utile segnalarti il manifesto fatto dalle compagne di perugia
    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/02/02/puttanamente_manifesto-per-un-godimento-polimorfico-costituente/
    buona lettura!

  3. Marcella Raiola says

    Domanda: Ma le donne, secondo Voi, ce l’hanno una coscienza morale, una capacità di scelta ETICA, oltre alle “attitudini o abitudini sessuali” che personalmente non ritengo (e mi rifiuto di ritenere) costituiscano la parte più qualificante o dequalificante di me stessa o delle altre? Paradossalmente, nel tentativo di apparire il più possibile “inclusive” e intrise di “sorellanza”, non Vi accorgete di fare delle donne delle pupattole senza coscienza, delle creature CONDANNATE a essere vittime ovvero delle entità “intoccabili”, creature che, come le parole scritte per Platone, hanno sempre bisogno di qualcuno, di un “padre” che le difenda!
    Poter scegliere il male è un’opzione che teoreticamente garantisce la LIBERTA’. Se posso fare solo la brava, NON SONO LIBERA.
    PERO’, se scelgo di calpestare un valore NON NEGOZIABILE COME L’HABEAS CORPUS, allora devo accettare il discredito! Se giustifichiamo TUTTO, non solo abdicheremo al GIUDIZIO, che è indispensabile a PRENDERE POSIZIONE E A SCHIERARSI, ma arriveremo a dire, per esempio, che chi INFIBULA le giovani immigrate ha le sue buonissime ragioni “culturali” (e che nessuna CONCHITA DEL CAZZO VENGA A DIRE CHE E’ UNA BARBARIE)! Scusate, ma non l’accetto!!
    Le donne non sono solo povere vittime più o meno cretine, ovvero ipocrite veteroborghesi condizionate dal patriarcato a sentirsi “superiori” in quanto fedeli al cliché della “santarella”! Non accetto questa offensiva “neutralità morale” che tende a perequare comportamenti e scelte: la neutralità morale lasciamola a Dio! Calata tra le persone, infatti, crea un indifferentismo MOOOOLTOOOO pericoloso e tanto più pericoloso per le donne! Io rivendico alla donna il SACROSANTO DIRITTO DI ESSERE STRONZA!
    Una donna può scegliere di ammazzare qualcuno che le sta sulle palle: BENE! Ma merita rispetto e tanti applausi perché E’ DONNA? Una donna può vendere se stessa per denaro o per piacere suo: BENE!! Ma può un’altra donna SPUTARLE IN FACCIA PERCHE’ HA SCHIFO DEL MERCIMONIO DI SE’ STESSA, DELLA MECCANIZZAZIONE INTERESSATA DEL SESSO, DELL’AVALLO AL MASCHILISMO E ALLA SESSUALITA’ STUPRATORIA E PREDATORIA CHE OGNI PUTTANA COMPIACIUTA E “LIBERA” VA AD ALIMENTARE, ACCOGLIENDO TRA LE DOCILI SUE GAMBE DEGLI SCHIFOSI CHE VANNO DA LEI A FARE QUEL CHE NON POSSONO CHIEDERE ALLE MOGLI, E CHE SI CONVINCONO, PROPRIO GRAZIE ALL’ESISTENZA DI QUELLE COME LEI, CHE “MADRE NATURA” LI HA VOCATI A DOMINARCI??
    Si può o non si può? O sputare su chi vanifica, TITILLANDO ED AVALLANDO IL MASCHILISMO PIU’ BECERO con le sue “attitudini sessuali”, gli sforzi di chi lotta per sostenere che il meretricio non è né un destino né una libertà ma un ORRORE, per uomini e per donne, perché i corpi NON SI USANO E NON SI COMPRANO, perché SI COMPRA E SI VENDE CIO’ CHE SI USA , NON CIO’ CHE HA E CHE DA’ DIGNITA’, è sciocca e moralistica “INDIGNAZIONE” VETEROBORGHESE, ESECRANDA OSSESSIONE PERBENISTICO-SCANDALISTICA ANNI ’50?
    Quando ho occupato il provveditorato, all’inizio di settembre 2010, come docente precaria e precarizzata dalle riforme Gelmini (che di prostituzione è “ministra!), c’erano con me delle bidelle, anch’esse precarie o estromesse dal mondo del lavoro dopo anni di supplenze. Mi chiesero di scrivere un cartello per segnalare la loro presenza. Stavo per scrivere “Personale ATA”, ma mi fermarono con orgoglio e mi dissero: “NO. COSI’ LA GENTE NON CAPISCE. DEVI SCRIVERE “BIDELLI”, PERCHE’ NOI SIAMO I BIDELLI!”. Mi è venuto in mente, questo episodio, quando ho sentito dire che dovrei sfilare accanto alle “sex workers”… Perché non hanno gioia di farsi chiamare PUTTANE o SGUALDRINE, se hanno tanta gioia e tanto orgoglio nello svolgere quella che ritengono sia una sacra funzione civilizzatrice e paideutica?
    E alle ragazze che scrivono nei temi che faranno come Ruby, che durante l’intervallo a scuola si misurano i seni per vedere chi sarà presa e chi scartata da “chi conta”, che cosa vogliamo dire, per non essere vecchie moraliste bacchettone? Che vadano a prepararsi dalle sex workers per intraprendere un serio cammino professionale????
    E’ offensivo che crediate che molte si siano date una mossa solo in relazione al Bunga-Bunga. Ciascuna donna ha le sue priorità, magari, i suoi campi d’azione, ma per limiti di informazione, fisici, di tempo, di energia, non perché SELEZIONI LE VITTIME O TRASCELGA QUELLE MERITEVOLI DI ESSERE DIFESE!! CHE DIAVOLO: DIAMOCI UN PO’ DI CREDITO, TRA DI NOI! AD AZZANNARCI BASTANO GLI UOMINI! Mentre qualcuna si occupava di Joy, qualcun’altra, magari, stava manifestando o facendo fax pieni di maleparole, come la sottoscritta, alla Consulta, che ha stabilito, con la sentenza vergognosa numero 265 del 21 luglio scorso, che lo stupro non HA PROFILO PUBBLICISTICO E CHE E’ SOLO UNA RESTRIZIONE TEMPORANEA DELLA LIBERTA’ SESSUALE, MOLTO MENO GRAVE DELLO SPACCIO DI DROGA DAVANTI ALLE SCUOLE!
    Sono D’ACCORDISSIMO nel dire che tutto è iniziato tempo fa e che NESSUNA DELLE SCHIFOSE BATTUTE DI BERLUSCONI (quella su ELUANA è stata la più ATROCE, a mio parere, sufficiente a chiedere che fosse buttato al 41 bis tutta la vita!) doveva passare per “frizzo o lazzo”; ma non è mancato chi lo ha sottolineato ripetutamente (non potete negarlo, ja! Non siete le sole ad essere vigili SEMPRE!!!)…
    SOLO ORA SI E’ FATTA STRADA L’IDEA DELLA RIVOLTA GENERALE E GENERALIZZATA PERCHE’ ORA SI E’ AVUTA PERCEZIONE DELLA VOLONTA’ NON DI VIOLARE LA LEGGE IMPUNEMENTE, MA DI RIVOLTARE, DI SOVVERTIRE I CODICI MORALI E GIURIDICI PER FARE IL PORCO COMODO PROPRIO SENZA INCORRERE NEL BIASIMO O NELLA PUNIZIONE!!!
    Ecco: credo sia questa la percezione allarmante che finalmente è arrivata anche alla soglia di tolleranza molto alta di tante persone che finora hanno glissato. Offendere, oltraggiare e poi chiedere scusa (offendendo ancora di più) è un conto, perché PRESUPPONE, SIA PURE PER VIOLARLE, delle REGOLE CONDIVISE. STABILIRE, invece, NUOVE REGOLE AD USUM DELPHINI, come si suol dire, PER VIOLARE LA VITA UMANA E APPROFITTARE DELLA GENTE, DELLE DONNE, DELLA BUONAFEDE, DELL’AMBIENTE; CAMBIARE, insomma, LE CARTE in gioco PER CAMBIARE IL GIOCO, invece, è COSA BEN PIU’ GRAVE, perché è il prodromo della RISCRITTURA DEL PATTO SOCIALE, INTERGENERICO E INTERISTITUZIONALE!
    Credo che la gente che di solito si gira dall’altro lato o che non ha avuto tempo (perché ci sono anche le urgenze esistenziali, i figli allo sbando, il lavoro mobbizzante, le malattie, i cancri e tutte le altre belle cose che la vita ci riserva oltre alla violenza!!!!) di reagire, abbia iniziato a dire SE NON ORA, QUANDO? quando hanno proposto di abbassare la maggiore età a 15 anni per consentire al mostro di farla franca… Quel che è accaduto col Ruby-gate non è PIU’ GRAVE di quel che ha detto la Consulta o di quel che hanno fatto a Joy, e tantomeno lo è in ragione dello strappetto fatto alla “decenza” borghese e bacchettona: quel che il caso Ruby ha PALESATO anche a chi non se n’era accorto è la FRAGILITA’ DELLA DEMOCRAZIA, DEI SUOI STATUTI, DELLE SUE GARANZIE, DEI SUOI MECCANISMI.
    Ecco: occorre fare un’analisi meno unilaterale, meno miope, e, soprattutto, meno offensiva nei confronti delle “altre”. Anche rivendicare una “purezza” nell’essere femministe “doc” è piuttosto stucchevole e da “prime della classe”!!!
    A proposito: Dove eravate quando io prendevo insulti in mezzo alla strada, nel 1995-1996, raccogliendo le firme per il passaggio della legge che avrebbe annoverato lo stupro tra i reati contro la persona, da contro “la morale” che era? AVEVATE CINQUE ANNI??? BEH… NON LA CONSIDERO UNA BUONA SCUSA!!!! SIETE DELLE IPOCRITE CONCHITE!!! :-))))))))))))
    Vi adoro.