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Sostenere Wikileaks non significa istigare odio contro le donne

Della storia di wikileaks e assange ha già scritto egregiamente Lucha nel post che parla di strumentalizzazione dei corpi delle donne.

Se ne discute parecchio e in generale, dopo svariati approfondimenti, bisogna parlare di due filoni che scorrono paralleli.

Uno è quello di chi sostiene wikileaks, il progetto in se’, a prescindere da assange, anzi senza confondere il progetto con assange. L’altro è quello che vede insieme media e maschilisti che approfittano della censura subita da wikileaks per dare addosso alle due accusatrici di assange.

Wikileaks, così come ho letto e ho capito, è un progetto che esiste da tempo, mantiene l’anonimato sulle fonti delle notizie che pubblica e il principio è la condivisione di tutto ciò che secondo quelli che gestiscono le nostre vite noi non dovremmo sapere. Non so dire quale sia l’importanza delle comunicazioni che condivide. Di certo apre una voragine sul presunto sistema democratico, sulle modalità di gestione della politica estera degli stati uniti d’america, sulle modalità attraverso le quali si determina una guerra. E’ una falla che può essere utilizzata, oggi pubblicando cablogrammi e file di comunicazioni riservate e domani per chissà che altro.

Quello che vedo è che l’intento è di chiudere la falla. Metterci un tappo. Spazzare via i resti. Rendergli impossibile la vita. E per farlo si stanno utilizzando i metodi più vari. Da informatici sponsorizzati che mandano in tilt il sito, dall’indirizzo web mandato in malora per fortuna mirrorato da tanti altri in giro per il mondo, alle società finanziarie che bloccano ogni genere di finanziamento diretto al progetto wikileaks.

Se volete sapere altro di wikileaks, circa il quale sappiamo quello che anche voi leggete, potete appronfondire qui, qui e in qualunque altro spazio dove se ne parli adeguatamente.

Quello che a noi riesce meglio fare è mettere in luce le contraddizioni della informazione ufficiale. Prendi repubblica, dal quale il ritaglio è tratto, che in homepage pubblica un titolo sui verbali delle accusatrici di assange e nello stesso riquadro inserisce in piccolo la notizia sull’ennesima banca che blocca i fondi per wikileaks.

Parlo di repubblica perchè sembrerebbe un media a sostegno di wikileaks. Bisogna dunque chiedere, perchè allora pubblica queste notizie in modo da suscitare due possibili reazioni: misoginia e odio contro le due donne o una specie di giustificazione per la decisione repressiva della banca?

Perchè la storia di queste due donne è stata e viene strumentalizzata in questo modo? Come si afferma in alcuni gruppi di discussione, qualunque sia la questione che riguarda assange e le due donne, resta una cosa che c’entra poco con wikileaks. Sostenere Wikileaks non significa necessariamente sostenere assange e sostenere assange non significa necessariamente essere dei grandi cultori della condivisione e della democrazia come dimostrano le discussioni in pagine maschiliste nelle quali la storia di assange assurge a modello per criminalizzare le donne e istigare odio contro quelle che in particolare denunciano di aver subito una violenza.

Noi non abbiamo la necessità di assolvere assange per sostenere wikileaks. Non vediamo la corrispondenza tra le due cose. Pur essendo d’accordo sul fatto che la modalità con la quale il mandato di cattura si è svolto non è esattamente quello che sarebbe stato fatto per ogni altro caso dello stesso tipo, non vediamo perchè dovremmo mettere in discussione la ligislazione svedese in fatto di violenza sulle donne che ci sembra anzi assai migliore di quella italiana. Non abbiamo la presunzione di metterci nei panni di queste due donne per stabilire cosa loro possono aver vissuto come un abuso e cosa no. Non banalizziamo, non semplifichiamo e ogni battuta maschilista circa i metodi di approccio di italiani che immaginano di poter parlare di abuso sulle donne soltanto quando c’è sangue e talvolta neppure in quel caso ci sembra semplicemente una ulteriore strumentalizzazione fatta sui corpi delle donne.

A registrare la crescente misoginia, alimentata certo dalla stampa e dalla necessità di assange di difendersi attraverso i media in un processo pubblico che confonde molti piani e offre spazio per equivoci, fraintendimenti e molto altro, c’è un post in lingua inglese dove tra l’altro si descrive l’accanita guerra “virtuale” che le due donne hanno subito e continuano a subire da parte di non meglio precisati sostenitori di assange.

Sappiamo per certo che moltissimi tra quelli che sostengono wikileaks e perfino assange non farebbero mai nulla del genere. Esistono tuttavia alcuni soggetti, che non si capisce a quale comunità appartengano, che hanno violato la privacy delle due donne, hanno pubblicato i loro nomi, gli indirizzi, numeri di telefono, vario materiale identificativo, profili dei social network e le hanno perseguitate, minacciate e insultate via twitter e non solo tanto da rendere loro la vita impossibile.

La strumentalizzazione sui corpi delle donne in questo caso dunque avviene davvero su un duplice piano. Il primo è quello dei media che si serve della questione per delegittimare un intero progetto realizzato da più persone e il secondo è quello dei misogini, assai numerosi in rete, che approfittano di questa questione per sentirsi legittimati a massacrare le due donne.

Un esempio di quello che avviene in giro per il web possiamo vederlo esplicitato nelle pagine maschiliste in lingua italiana. Forum di discussione in cui gli interventi sono offensivi e pieni di odio. I soliti gestori delle pagine fake di facebook che dedicano alla questione spazio per istigare odio contro le donne e le femministe. Per ultimo il fatto che questi soliti gestori, indovinate un po’, hanno creato su facebook una pagina a sostegno di assange. Facile immaginare quello che lì viene scritto.

Nulla di nuovo dunque rispetto a quello che sappiamo. Nulla che non si possa guardare con obiettività e senza urlare al “tradimento” della causa se si presta attenzione alla spirale misogina che questa vicenda ha aperto e continua a offrire a gente della quale non vorremmo parlarvi mai.

Voi che ne pensate?

Posted in Corpi, Misoginie, Pensatoio, R-esistenze.


One Response

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  1. Marco says

    In realtà dell’accusa lanciata ad Assange si sa molto poco, solo pettegolezzi e indiscrezioni. Allo stato attuale in realtà non si sa neppure se l’accusa sia stata effettivamente depositata dalle due donne e neppure i termini esatti dell’accusa.(secondo la versione di un giornale inglese infatti, le due donne si sarebbero solo informate presso il procuratore se esistesse un modo per obbligare Assange a fare un test per l’HIV e sulla base delle loro dichiarazioni il procuratore avrebbe agito autonomamente).

    Se Assange si è reso colpevole di stupro, che sia processato e condannato e che sconti la propria pena IN SVEZIA. Non vorrei che un domani, all’improvviso, le accuse di stupro venissero improvvisamente accantonate (e se fosse colpevole per davvero di questi reati sarebbe gravissimo per le vittime) e lui si ritrovasse condannato a morte senza processo per “lesa maestà” del governo americano.

    Gli articoli “innocentisti” o “colpevolisti” sono del tutto senza senso.

    L’articolo di Naomi Wolf http://www.huffingtonpost.com/naomi-wolf/interpol-the-worlds-datin_b_793033.html punta il dito contro le due donne, accusandole di usare una legge fatta per proteggere le donne per i propri scopi personali, evidentemente avendo avuto da qualche divinità l’indicazione che Assange è innocente dall’accusa, qualunque essa sia.
    Il tuo precedente, apparso su questo sito, è anch’esso alquanto sbilanciato: senza processi già associ Assange a una lunga lista di illustri stupratori, anche tu avendo ricevuto indicazioni divine, evidentemente, visto che di carte ufficiali non se ne vedono.

    Insomma, le accuse mosse ad Assange non c’entrano nulla con Wikileaks e qualcuno dovrebbe dirlo anche a Frattini, che pensa il contrario.

    Poi, sembri ripetere il ritornello del tutto italico che Wikileaks sia buona solo per pettegolezzi… non sarà perché nel nostro provincialismo guardare a che cosa succede all’estero è troppo? Nella stessa Svezia il Ministro della Giustizia Beatrice Ask è accusata, grazie a Wikileaks, di aver contribuito con il silenzio del governo alle “rendition” americane, violando la storica neutralità svedese; in Gran Bretagna hanno scoperto che l’attentatore di Lockerbie è stato rilasciato per le minacce di Gheddafi; eccetera.
    Pensi che la CIA si sarebbe scomodata a creare una task force specifica per dei pettegolezzi? O che Manning, la probabile fonte di Assange per i documenti sull’Iraq, sia tenuto in isolamento e torturato da mesi in un carcere militare per delle chiacchere?
    Invece di prendere fonti di seconda mano, non si potrebbe consigliare di leggere con i propri occhi su http://www.wikileaks.ch/ ? O è troppo “politally incorrect”?

    Per quanto riguarda i forum su cui intervengono certi mentecatti, è più che evidente che a questi non frega niente né di Assange né di Wikileaks: questi gridano al complotto femminista anche quando piove.