Ovviamente è ironico. Quello che una di noi ha immaginato qui è smentito in più testi. In special modo in un post di un altro blog si parla di incontri tra amici del ragazzo colpito e persone che conoscono il ragazzo del casco e pure quello del saluto.
In particolare si dice che c’era una specie di servizio d’ordine che intendeva far continuare il corteo e non tenendo conto del suggerimento di wu ming scritto in un thread sul loro blog, noi saltiamo la questione che è chiaro riguarda il movimento romano che ne discute e ne discuterà dove gli pare e proviamo a far partire un thread su servizi d’ordine, machismo, e cose di questo genere.
Secondo il mio punto di vista il pseudo potere attribuito a taluni per un servizio d’ordine implicitamente realizza le condizioni affinchè possano esserci dei fraintendimenti sui compiti da svolgere.
Io ricordo con disgusto il vecchio servizio d’ordine della cgil che menava a raffica tutti quelli che non camminavano in fila, ordinati, dritti verso la meta decisa. Ti guardavano male anche se sbagliavi la rima dello slogan. Quest’ultima è ironica ma tant’è. Incutevano semplicemente paura. Mi sono sempre chiesta a chi avrei dovuto chiedere il permesso se mi veniva da fare pipì.
A genova, nel 2001, di quel servizio d’ordine neanche l’ombra. Mani incordonate di uomini e donne e infine li ho visti, quelli che altri mi dissero si chiamavano disobbedienti. Decidevano la direzione, avanti, indietro, strepitavano perchè il corteo restasse compatto. Quando arrivarono i lacrimogeni non c’era più nessun servizio d’ordine e neppure le mani incordonate. Non restava che la fuga. Saper correre in quel caso aiuta.
Un servizio d’ordine simil cgil l’ho visto nel gruppo greco. Era un blocco uniforme. Marciavano come un parallelepipedo in movimento. Tutt’attorno c’erano uomini massicci che non lasciavano entrare nè uscire nemmeno una mosca. Riuscimmo a superare la barriera durante la fuga perchè non sapevamo dove andare e fu strano vedere come a prescindere dalla scarsa conoscenza della lingua italiana furono gli unici che si fermarono, in coda al corteo, e cominciarono a indietreggiare perchè la polizia non chiudesse tutti i manifestanti, davanti e alle spalle, e quindi non chiudesse tutte le vie di fuga.
Puoi apprezzare, analizzare, tentare di capire. Il punto è che comunque riproducono uno schema militare che mi piace poco, che non determino e che mi fa sentire in trappola ogni volta che lo vedo.
E’ importante secondo me ragionare su questo al di là di tutte le possibili interpretazioni delle varie pratiche di piazza. Perchè vorrei essere io a decidere come stare in piazza, vorrei non vivere mai quella strana sensazione di disorientamento che prende soprattutto ai meno avveduti quando ti si presenta qualcuno che ti guarda dall’alto in basso e ti comunica quello che devi fare come se fosse custode di informazioni segretissime e di un sapere superiore del quale non sei degno.
C’è che non possono essere pochi a sovradeterminare l’azione politica di molti e questo vale in ogni caso, sia che a qualcuno piace fare il giocoliere con uova e frutta sia che vuole andare in giro per il corteo a gridare peace & love.
Chi partecipa ad una manifestazione non può subire il moralismo e il militarismo esterno e pure quello interno.
E poi, che diamine, un po’ di fantasia. Nominare tessitrici della ragnatela alcune donne del movimento per realizzare pink point piene di fili intrecciati che ti dicono dove il corteo prosegue e dove no, non sarebbe meglio?
Costruire lo stesso reticolo di nastri rosa attorno ad un mezzo militare?
Ma questa, è chiaro, è solo la mia opinione. Ciascun@ è liber@ di fare quello che vuole.
Sarebbe molto interessante portare il tuo punto di vista anche e soprattutto nelle manifestazioni femministe dove non tutt* sono di questo avviso. Spesso nei cortei in generale non si sa perchè prevale sempre la voce della “militarizzazione” del corteo, o quella della scaletta su chi deve sfilare prima di cosa. Orribile.
Sarebbe invece molto più utile, e qui concordo con te, capire perchè vengo spint* a ragionare in questo modo.