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Sfidare la violenza. Abbattere il silenzio!

Mi hanno raccontato una storia con un epilogo terribile che vorrei condividere con voi, perchè i pensieri che sollecita, sono adattabili a diversi dei contesti che ci interessano.
Riflessioni scaturite da questo episodio sono per me universali.

Prologo: il protagonista, che per comodità chiamerò “il bastardo”, è un losco figuro il quale, dopo aver divorziato dalla moglie – da chiedersi laconicamente “chissà come mai” – si procura in modo non chiaro tre cuccioloni, due maschi e una femmina “per quando il figlio va a trovarlo”.

Peccato che gli animali non vivano solo ogni due/tre settimane, e vadano curati quotidianamente… questo evidentemente non garba molto al bastardo, il quale ignorante e violento, li tratta nei giorni buoni come inutili giocattoli viventi, in quelli cattivi come sfogo della sua meschinità. Tanti sono i vicini infatti che osservano i comportamenti violenti del bastardo sui cani.

Difficile capire cosa fare. Chi ha a cuore l’interesse degli animali ha visto i due maschi palesemente sofferenti fisicamente nonchè spaventati. L’unica opportunità praticabile per salvarli è che chi è stato testimone del fatto, denunci…solo così i cani possono essere portati via da lì. L’appartamento è abbastanza blindato ma a prescindere da questo con una diffida i cani sarebbero salvi. Tutti però hanno paura, e nessuno vuole esporsi.

C’è chi ha trascorso giorni di vedetta nella speranza di beccarlo per essere testimone dei maltrattementi, ma niente. I vicini nel frattempo riuscivano ad essere più presenti e a vedere giusto il momento delle botte.

Non resta altro da fare che appellarsi con poca convinzione alle guardie zoofile: perché già la legge sul maltrattamento è di per sé inutile (provare un maltrattamento è quasi impossibile), in più non si sente parlare mai, in generale, di buone esperienze con qualsivoglia rappresentante di leggi ingiuste e inefficaci, ma tentare non nuoce.

Il bastardo prima non apre la porta di casa, poi pescato in flagrante a muoversi all’interno viene ad aprirci, con la faccia da vero bastardo qual è e un sorriso che Giuda in realtà era un chierichetto, solo dopo aver preparato una scenetta pseudoamorevole verso i cani e palesemente falsa. La realtà: i cani sono denutriti, malconci, senza adeguato riparo (siamo sotto zero e i cani stanno sempre sul terrazzo) e la femmina è incinta.

Il bastardo tira fuori un sorriso che fa rabbrividire, mentre le guardie zoofile – inutili come tante altre figure pseudo -istituzionali – annunciano che torneranno per un controllo e se vedranno ancora irregolarità, multeranno. Il pensiero che resta, e che anzi non fa dormire la notte, è rivolto alla cucciolona incinta, sicuramente un ennesimo impiccio… del resto si sa che, quale che sia la specie, le femmine sono sempre quelle che ci vanno di mezzo.

Epilogo. Viene fatta l’ennesima chiamata: non è possibile che non si possa fare nulla. Troppa paura per quei cani! La risposta non tarda ad arrivare, ed è di quelle che ti tolgono le parole di bocca: guarda caso, pochi giorni dopo la scoperta della gravidanza, “ignoti” hanno avvelenato Buffy, così si chiamava la cagnolina morta incinta dei suoi cuccioli in maniera atroce… e lui ha ceduto i due maschi al canile.

Al canile giustamente dicono: “questo è il risultato del comportamento omertoso delle persone” ed è vero.

Non ci sono parole per dire come ci si sente a vivere in mezzo a personaggi come questi, in un mondo come questo… dove le persone non fanno mai l’unica cosa giusta da fare, producono chiacchiericcio sulle cose gravi che accadono e poi se ne lavano le mani.

Una cosa però può essere detta con chiarezza. Un violento è un violento, lo è con le donne, i bambini, gli animali: è inutile pensare che possa comportarsi diversamente, è sbagliato tacere per paura….la nostra paura è quella che gli dà forza, è quella che lascia le vittime e gli indifesi in sua balia, è quella che ci impedisce di fare la cosa giusta, quella che andrebbe fatta. E l’unica cosa giusta da fare è lottare, parlare, urlare se necessario! Non far finta di non vedere né di non sentire: anche in questo caso, come in tante situazioni che vedono le donne protagoniste purtroppo di fatti tremendi, la situazione era chiara dall’inizio, il pericolo era palpabile.

Di più vorrei dire: quando si “sente”, si avverte, si fiuta il pericolo…agire, non credere a quell* che ti dicono che forse esageri, che forse non è come sembra…perchè è quello che ti dicono diverse persone, per riconciliarsi con la propria codardia e cattiva coscienza… ed ecco il risultato.

Bisogna imparare da questa terribile vicenda ancora che la violenza va combattuta con tutte le armi a disposizione, che la lotta è improba le vittime innumerevoli, ma non si può chiudere gli occhi: questo è sbagliato, sempre. Nessuno ci protegge davvero comunque: la legge non è uguale per tutt*. Credo che noi che scriviamo qui, questo oramai lo abbiamo imparato, e spesso sulla nostra pelle.

L’augurio è che nessun* di noi molli mai, che nessun* di noi si volti dall’altra parte, che questa rete di resistenza e solidarietà sia anche capace di farci sentire meno impotenti nelle lotte che ci stanno a cuore.

Ps: Nelle gabbie solitamente ci stanno gli animali. Raramente ci vediamo i loro “padroni.

Posted in Ecofemminismo, Omicidi sociali, Pensatoio.