Esistiamo da quattro anni e il nostro blog ha provato a leggere i fatti di cronaca sulle violenze contro le donne svelando il disegno autoritario che stava dietro ogni momento di propaganda, contro gli stranieri, per legittimare lo squadrismo delle ronde, per definire un sistema repressivo e autoritario creato ad arte per intimidire e massacrare donne, uomini, persone che praticavano dissenso.
Le piazze svuotate, le strade piene soltanto di terrore, le donne consegnate alla “difesa” inesistente di istituzioni che alla meglio le trattavano da paranoiche, pazze, malate, alle quali sempre si rispondeva con una difesa dell’italiano stupratore e con la carcerazione immediata, anche in totale assenza di prove, dello straniero “cattivo”.
Come nel medioevo e nel fascismo le donne sono destinate unicamente al ruolo di vittime. Vengono in realtà massacrate, in piazza e in casa, quando si ribellano, alzano la testa, rivendicano di poter compiere scelte sulla propria vita, sul proprio corpo, sulla propria sessualità.
Tanta propaganda di “protezione” della femmina italica di proprietà dello stato italico per affermare poi che il corpo di quella femmina altro non può fare se non compiere lavori di cura, sgravare prole, accettare la norma etero, subire perfino forme di unione altrimenti prorogabili.
Nel frattempo le donne sono state private di tutto. Dalla garanzia ad una reale tutela contro ogni forma di violenza maschile, ai diritti, alle risorse territoriali, i consultori, i centri antiviolenza privi di finanziamento, i posti di lavoro, il diritto all’istruzione, il diritto ad essere madre con la fecondazione eterologa o di esserlo senza perdere il posto di lavoro. Il diritto a non essere madre, a coltivare proprie passioni e aspirazioni. Il diritto di esistere senza essere funzionali, decorative in una società che si adopera per rafforzare un machismo vomitevole e per ridurre le donne semplicemente allo stato di vittime, dipendenti, desiderabili ma senza alcun diritto di parola.
Il punto è che noi sappiamo e abbiamo sempre detto “non in nostro nome” ed è per questo che ci piace l’iniziativa di alcune amiche che su facebook hanno aperto una pagina per ragionare anche su questo.
No alla strumentalizzazione dei corpi delle donne per compiere caccie alle streghe, noi comprese, che dagli stranieri a Wikileaks mettono dentro tutto. Tutto ciò che non piace ai despoti.
Ecco la presentazione della pagina:
Le donne vengono usate per vendere tutto: in pubblicità, nella televisione, nella propaganda politica, per la criminalizzazione di stranieri e oppositori politici.
L’uso dei corpi delle donne per imporre regole autoritarie e repressive va di pari passo alla scarsissima attenzione per tutte le violenze e gli abusi che le donne in realtà subiscono.
Ci si occupa di donne solo quando bisogna realizzare strumentalizzazioni sulla nazionalità di chi compie violenze contro di loro.
Ci si occupa di donne solo quando sono funzionali a meccanismi che tengono saldi i sistemi di potere.
Nulla delle donne importa quando chiedono di poter scegliere e di ottenere diritti e strumenti per difendersi e vivere meglio.
http://tv.repubblica.it/copertina/sudan-fustigata-perche-indossava-abiti-indecenti/58203?video