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La papessa e l’oppressione degli uomini sul diritto delle donne alla conoscenza

La Papessa, film di Sönke Wortmann, prova a ripercorrere, per certi versi, il cammino del film Agora, senza però riuscire nell’intento narrativo nè in quello di ricostruzione del mito/leggenda di questa donna negli anni intorno all’850 nei quali successe al papa Leone IV.

Si chiamava Giovanna, ma presto fu conosciuta come Giovanni Anglicus, medico sapiente, fine conoscitore della lingua latina e greca, traduttore di testi medici, incluso gli scritti di Ippocrate, personaggio illuminato in netto contrasto con i tipici tratti oscurantisti e punitivi dei religiosi di quel tempo.

Un mito, dicevamo, una leggenda. Qualcuno scrisse che fu personaggio realmente esistito, poi rimosso dalla storiografia ecclesiastica perchè morta in seguito ad un aborto spontaneo mentre attraversava in corteo le strade di Roma.

Quello che viene riportato e che viene ricostruito, non perfettamente, nel film racconta comunque la storia di una giovane bambina che ha la sfortuna di crescere in una casa in cui il padre e padrone, un prete, aveva la presunzione di punire donne e bambine se solo immaginavano di poter usare l’intelletto. Giovanna imparò a leggere e scrivere di nascosto, grazie agli stimoli che le vennero dalla madre e agli insegnamenti del fratello. Poi divenne, malgrado il padre, una discepola di un dotto insegnante e quando egli morì lei si travestì da uomo per continuare il suo percorso di studi e soddisfare la sua sete di sapere.

Così conciata, da monaco che in seguito divenne medico del papa, proseguì fino ad essere nominata lei stessa la papessa. Non aveva fatto voto di castità e intratteneva regolari rapporti con un uomo. La gravidanza le fu fatale.

Nel film lei muore di aborto spontaneo. In altre versioni della leggenda si dice che quando il popolo la vide sanguinare e scoprì il suo sesso la lapidò senza pietà.

A prescindere dalla storia, quello che in ogni caso sembra abbastanza semplice da capire è che la violenza esercitata sulle donne che volevano in qualche modo andare oltre i ruoli imposti di mogli e madri, era inaudita.

Miti misogeni venivano utilizzati per opprimere e reprimere le donne e impedire che avessero altre prospettive e possibilità.

Dai versi di San Paolo, tra i più accaniti sessisti che intimavano alle donne il silenzio e l’obbedienza al marito, agli scritti di persone che avrebbero dovuto essere illuminate, filosofi di varie epoche, le donne sono state comunque da sempre considerate alla stregua di bestie senza anima.

Il fatto che imparassero a leggere e scrivere veniva considerato contro natura e che addirittura aspirassero a professioni autonome diventava segno inequivocabile della presenza del diavolo.

Bisogna tenere a mente tutto questo e continuare ad attualizzare perchè non è mai finita.

Dovete ricordare che alle donne italiane è stato permesso di votare nel 1946. L’altro ieri. Non venti secoli fa. Solo l’altro ieri. Ancora oggi una donna che occupa la scena pubblica e prende diritto di parola viene censurata, intimidita, insultata o trattata come un oggetto.

Quanti sono i fanatici che vorrebbero chiudere la bocca alle donne?

Quanti sono i fanatici che vorrebbero chiudere la bocca a noi?

Noi ne conosciamo alcuni. E vivono adesso. Ora. In questo momento. Ben rappresentati dalla maggioranza del nostro governo. Arroganti, misogini e tanto ma tanto più ignoranti di altre persone che conosciamo.

La violenza degli uomini contro le donne continua. Gli uomini violenti insistono nell’offenderci e nel trattarci da bestie senza anima, buone solo a fare figli e a fare da serve in casa.

Sapete che è così. Lo sapete perchè l’avete vissuto anche voi.

Eppure non aspiravate a diventare papesse. Eppure volevate soltanto vivere una occasione differente.

Sbagliamo dunque a dire che noi vogliamo di più?

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.


One Response

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  1. Aless says

    Non so se è Ot, ma vorrei comunque scrivere quello che ho vissuto io proprio in relazione alla conoscenza e alla possibilità di parlare.

    Ragazz*, altro che chiudere la bocca. Ho frequentato per un po’ un forum e mi sono resa conto che ogni motivo è buono per trattare le donne come zerbini! E’ incredibile come si degeneri per una cretinata. In pratica, che so, l’argomento è semplice, la domanda posta anche, ma ad un certo punto interviene quello di turno che deve necessariamente incolpare TUTTE le donne. Qui non si tratta di limitare la propria esperienza alla propria quotidianità e alle persone che si incontratno, per stada e non, ma di forzare il discorso, di indurre gli altri ad essere d’accordo su una presunta posizione dominante delle donne sull’uomo! Siamo al delirio puro! Qui non si tratta più di mettere a tacere la donna, ma di farla sparire dalla storia, dalla cultura, di rinchiuderla esattamente come accadeva fino a pochi anni fa (mi ricollego al vostro post sul diritto di voto).

    Il web sta degenerando, ragazz*. Sempre più spesso un semplice argomento viene preso come spunto per dare la colpa alle donne!

    La Papessa. Ragazz* io auspico un film sul silenzio attuale delle donne, su come vengono trattate quitidianamente, non sui bei fil americani e la famiglia del mulino bianco della televisione. Su un film che non sia di nicchia e presentato il lunedì mattina in uno sperduto cinemetto di provincia. Possibile non esista un produttore che sia in grado di concedere spazio a soggetti simili?