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Ipazia e la violenza del cristianesimo contro le donne

Agorà, il film di Alejandro Amenabar, già recensito qui dal nostro amico “Arte”, vale forse qualche parola in più in questi giorni che sembrano essere celebrati ancora all’insegna di scontri dal violento sapore dogmatico.

Ipazia era una astronoma, una filosofa del suo tempo. Studiava il sistema di rotazione dei pianeti, intuì la rotazione ellittica moltissimi secoli prima che lo facesse Keplero. Gran parte di questo ritardo è dovuto alla miopia, all’integralismo e alla miseria del cristianesimo che tra i tanti orrendi crimini che ha commesso può vantare anche quello di aver ostacolato il progresso, l’evoluzione della conoscenza umana.

Non dimentichiamo che altre persone furono uccise, poi bruciate, perchè non concordavano con le tesi che andavano dalla forma quadrata della terra alla stessa origine del mondo.

Ipazia era figlia del rettore, un capo dignitario che viveva l’epoca della biblioteca d’alessandria, in realtà storicamente finita qualche anno prima rispetto alla collocazione storica che fa per necessità sceniche il regista.

Il sistema culturale della biblioteca di alessandria, poi diventato quello della biblioteca di baghdad e in un tempo ancora successivo in andalusia, era una sperimentazione sapiente, laica, in cui le culture convivevano e si arricchivano l’un l’altra tenendo i fondamentalismi fuori da ogni confronto dialettico.

Furono esempi di multiculturalismo che hanno dato radici alle ricerche, agli studi, agli approfondimenti, alle scoperte che poi avrebbero caratterizzatro i nostri saperi.

Questi esempi tramontarono quasi sempre perchè la cultura, la scienza, la conoscenza, esistevano ancora in un contesto in cui la lotta di classe diventava motivo di cieco integralismo. Il povero, l’ignorante venivano aizzati contro benestanti e sapienti da quelli che ambivano alla conquista dei poteri.

Così accadeva allora e così accade adesso. Se avete presente lo stile della lega, gli inviti a prendere i forconi e a linciare la gente, i richiami medioevali e oscurantisti dei catto-fascisti, allora siete sulla buona strada per attualizzare quello che nel film viene comunque descritto con una grande e lucida capacità di sintesi.

Ipazia diventa così oggetto di tante forme di violenza. Quella privata, vendicativa e maschile, di uomini rifiutati e offesi dalla sua predilezione per la scienza rispetto a qualunque altro stile di vita. Quella pubblica dei violenti detentori del potere che condannavano tutte le donne al silenzio, le obbligavano alla conversione, le umiliavano, uccidevano, scarnificavano, lapidavano se osavano sfidare l’autorità di un uomo esprimendo la loro opinione in privato o, come in questo caso, in pubblico.

Di Ipazia bisogna ricordare il genio, la coerenza, la lotta, l’amore per il sapere, la profonda comprensione per gli esseri umani. Una donna che è morta per la sua libertà, per amore della verità, per avversione contro le mistificazioni e ogni forma di oppressione, perchè troppo limpida e onesta nell’affermare che non si può aderire ad una religione che non mette mai in discussione i principi ai quali si ispira. Perchè la scienza è evoluzione. L’uomo è evoluzione. La staticità non è un punto d’arrivo ma un luogo dal quale sfuggire per andare avanti e guardare al futuro.

Scegliere la religione per lei, ma anche per tante altre persone, era e sarebbe la fine di ogni domanda, ogni curiosità soddisfatta, ogni sapere conquistato.

Pensate al fatto che la religione non può essere mai confutata con nuove tesi, anzi viene imposta, come dire che ciascuno di noi non dovrebbe mai rimettersi in discussione, cambiare, migliorare, guardare le cose con occhi diversi, ancorarsi soltanto a stolte certezze urlate da fanatici che usano imbonire squadre di menti pigri che vogliono soltanto corpi e cose da distruggere per affermare se stessi.

La religione è il passato. Noi siamo il futuro. Quelle che loro considerano certezze sono state scritte e usate da uomini  per opprimere altri uomini e tante, troppe donne.

Noi non abbiamo certezze. Non cerchiamo risposte semplici. Noi vogliamo continuare a cercare. Noi vogliamo andare avanti. Ed è davvero triste vedere che ancora oggi le persone consapevoli che si affidano ai dubbi piuttosto che alle certezze degli integralisti vengono trattate ne più e ne meno che come è stata trattata Ipazia.

A proposito: lei è stata uccisa, lapidata (se vi chiedete da dove viene la lapidazione, la scarnificazione e altre belle condanne ancora oggi esistenti per le donne, guardate alla ignobile storia dell’acquisizione del potere dei titolari della religione cristiana). Fu scarnificata, squartata e pezzi del suo corpo furono trascinati in giro per la città.

Chi ordinò, accusandola di stregoneria ed empietà, una pena così cruenta fu un tale eminenza Cirillo. Lui, poi, fu nominato santo.

Ipazia, per fortuna, era e resta un’eretica.

Come noi.

Come me.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.


5 Responses

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  1. Natla says

    La Weisz è una grande attrice e non mi pare proprio il prototipo della bambolona sexy… e non è certo il primo film in cui interpreta una donna autodeterminata e indipendente (penso a “Il giardiniere tenace” per dirne uno recente).

  2. gilda says

    Cirillo è stato fatto santo da PIoXII, il papa del fascismo, che ora è a sua volta in via di canonizzazione: la storia continua.
    Il finale del film addolcisce la fine di Ipazia (grazie all’atto pietoso di un uomo “innamorato”), in realtà lei fu probabimente fatta a pezzi viva.

  3. Quando ce vò... says

    Bello sia post, e pure il film sembra bello.
    Certo che, io non ne posso più di dover vedere al cinema grandi donne rappresentate sempre da attrici canonicamente fighe!(passatemi il termine)

  4. Camilla says

    Complimenti per l’articolo, quasi quasi lo posto sul mio profilo di Facebook con link che rimanda a questo blog!
    Ipazia è una delle mie figure storiche preferite, è stata una gran donna, martire del paganesimo, della scienza e del sapere, meriterebbe statue in ogni dove, eppure c’è chi cerca di seppellirla!
    Quoto Ilaria, il film è molto bello ^^

  5. Ilaria says

    Un ottimo articolo sia su un film che è diretto splendidamente (e che ho amato) sia sulla condizione fondamentale del cristianesimo e delle religioni (almeno la maggior parte): spiegare dogmaticamente e chiudere gli spazi necessari alle domande della curiosità.

    Complimenti per il blog.