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Se non sei efficiente, ti ammazzo (per il tuo bene)!

Quante volte vi è capitato di leggere che un uomo uccideva la moglie perchè era tanto malata? Sicuramente molte volte perchè è la giustificazione/attenuante che i media danno agli assassini attribuendogli intenzioni filantropiche che se fosse stato il papà di eluana englaro lo avrebbero bruciato vivo in pubblica piazza.

L’ultima tra queste vittime di cotanto amore, morta perchè il marito le ha spaccato il cranio a martellate, è Licia Lambertini ed è repubblica, con il suo articoletto riportato dalla pagina locale del Tirreno, che assolve l’uomo fin dai titoli.

Poi scorri la pagina e scopri che il tizio, sempre per supposta pietà d’animo, voleva ammazzare anche il figlio trentasettenne il quale, per fortuna, era fuori casa quando il padre compiva la sua personale idea di giustizia divina.

Scopri anche che l’accusato per l’assassinio aveva idee lugubri, pensava al suicidio ma immaginava che avrebbe prima dovuto dare il ben servito a moglie e figlio il che, filantropicamente parlando, non viene mai giudicato come un comportamento anomalo.

L’articolo ricama la storia come se quest’uomo fosse decisamente un concentrato di altissime virtù e al giornalista non viene in mente, neppure per un secondo, che questo signore avesse bisogno LUI di una qualche terapia di sostegno.

Sono davvero tanti gli uomini che decidono di praticare questa particolare forma di – chiamiamola – eutanasia imposta che sembra più una pena di morte. E l’atteggiamento verso questi uomini che sfuggono alle responsabilità e alle difficoltà familiari mettendo fine alla vita della loro moglie è giudicato sulla base di modelli arcaici di relazione familiare.

Avete mai letto di donne che accoppano i mariti petulanti, malati, disabili, schizzati, completamente folli? Noi no. E quando tentano di mollarne uno vengono ammazzate. Semmai fosse accaduto siamo comunque certe che ci siamo perse articoloni di giornale in cui alle donne veniva imputata la scarsa pietà, la irresponsabilità nel ruolo di cura, l’egoismo, l’incapacità di empatia.

Avremmo visto giornate intere di trasmissioni pomeridiane dal titolo “le donne non sono più quelle di una volta” oppure “le donne non sanno più amare” e altre idiozie del genere.

Quello che è vero, senza volere negare che qualche volta capita che sia una donna ad avere bisogno del sostegno del compagno, perchè malata, fragile, in un momento difficile della sua vita in cui andrebbe sostenuta esattamente come lei avrebbe fatto e fa nei confronti del compagno in difficoltà, è che nei confronti dell’uomo è dovuta ogni attenzione in qualunque momento della sua vita. Nei confronti della donna invece no.

Capita anzi di leggere articoli come quello riferito a questa storia nei quali questi uomini vengono giustificati mentre si sgravano di persone fisiche che ritengono un peso.

E’ vero che uomini che si trovano a dover affrontare difficoltà familiari, una moglie o un figlio malato, molto più spesso scappano, lasciano che sia la moglie ad occuparsi di tutto. D’altro canto è vero che chi giustifica i femminicidi dica anche che una donna muoia perchè dovrebbe essere pietosa nei confronti del marito depresso, il quale marito, causa la sua depressione, avrebbe ragione a maltrattare quella donna.

Da qualunque parte la giri per le donne non c’è scampo. Se sono i loro mariti ad essere violenti, patologicamente ossessivi, alle donne viene richiesto di fare da psicofarmaci sociali e di restare perchè se muoiono assassinate se la sarebbero cercata. Se sono loro ad avere bisogno di sostegno, quello che ci si aspetta da un compagno e che peraltro è un obbligo sancito nel contratto di matrimonio, allora si mostra comprensione per il marito che le piglia a martellate in testa e le lascia con il cranio frantumato.

C’è una differenza fondamentale tra le due questioni. Le donne che lasciano i mariti ossessivi sono vittime di violenza. Questi uomini che ammazzano le mogli per presunta bontà d’animo, hanno di fronte donne inermi. Non sono uomini maltrattati. Sono semplicemente uomini che si sentono moralmente giustificati a compiere un femminicidio perchè la società li compatisce se la loro compagna non risponde ai canoni di efficienza della perfetta moglie e madre di famiglia.

Una specie di rottamazione di femmine che l’uomo, nella sua grandezza e maestosità virile, non può certo sopportare se non sono perfettemente calibrate alla funzione di serve, badanti, balie, cameriere.

E poi, che palle avere una donna accanto che non è neppure una gran figa. Anche se non sta proprio bene almeno avesse due o tre accessori utili perchè per il maschio ne valga la pena, che diamine.

E questa non è una battuta ironica. Eh no. Perchè qualche giorno fa abbiamo letto una notizia che ha fatto il giro di tutti i quotidiani, quasi compaciuti all’idea di farsi portavoce di un vecchio signore che addirittura negava sepoltura alla moglie e le dedicava una lapide ingiuriosa perchè gli avrebbe fatto patire una “vita sessuale sofferta“.

Per cose di questo genere, a parte la sacra rota, per la cultura misogina imperante può anche starci bene un femminicidio, no?

Immaginate i titoli: Ha ucciso la moglie. Gli aveva fatto vivere una vita sessuale sofferta.

E giù con descrizioni di questo maschio narrato come un cristo che portava sulla schiena la croce di una moglie che non gliela dava tutte le volte che lui la voleva.

Capite dunque?

In Italia le donne muoiono perchè dicono di NO, perchè esercitano la loro libertà di scelta, perchè vogliono essere libere di amare chi preferiscono, perchè per gli standard culturali non sono efficienti.

Un suggerimento: la prossima volta che vi ritrovate di fronte ad un uomo che vi molla appena gli dite che avete un cancro, che state combattendo con una dura malattia o che vostro figlio ha una forma di disabilità, scriveteci. Siamo convinte che sarete in tantissime.

—>>>Bollettino di guerra

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


4 Responses

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  1. mary says

    Il problema è culturale..noi donne siamo viste come delle schiave che non possiamo nemmeno permetterci di ammalarci..se no chi stira, cucina e soddisfa sessualmente i mariti?
    Ecco perchè poi avvengono questi omicidi che poi alla fine non sono inspiegabili..ma sono incitati dalla nostra cultura.

  2. relius says

    @Talksina
    Megli soli che mala accompagnati 😀

  3. Talksina says

    Ho già scritto un paio di volte qui. Io sono una donna affetta da disabilità visiva e vi confermo che la vita relazionale di coppia è difficile. Ora ho il ragazzo, ma ci ho messo molto tempo e molta pazienza.
    Ora…
    Non per fare la solita disabile vittima del mondo cattivo, che non sono; però già è difficile trovare un uomo che sia un uomo degno di questo nome e non un maschio che ti prende ti mette sul letto e ti usa a suo piacimento. Io sono molto selettiva già caratterialmente in merito alle relazioni sentimentali, però sarei ipocrita se negassi che la disabilità fa la sua parte e si aggiunge al mio caratteraccio difficile, nel senso che non sono una che accetta compromessi molto facilmente.
    La disabilità fa la sua parte in 2 modi, almeno questa è stata la mia esperienza:
    O ci sono quelli che ti considerano inefficiente perché addirittura ti tocca farti leggere il menu quando vai al ristorante, e tutta una serie di motivi pratici che però, informandosi, sono assolutamente superabili però tantissimi uomini scappano perché hanno paura della loro ombra, oppure come mi è capitato di aver interrotto una relazione perché lui si è fatto condizionare dalla madre “che te ne fai di una cieca, non crederai mica che io ti lavo e ti stiro e ti faccio da mangiare come prima, cosa vuoi che lei faccia”…sì certo. Cieca, ma se proprio non faccio io, + perché non ho voglia che per altro dato che ne sarei perfettamente in grado di fare le faccende di casa, si può sempre pagare qualcuno e che cavolo.
    Oppure ci sono quelli curiosi di come fa sesso una cieca. Sì sì mi sono capitati anche quelli e state tranquille che quelli li ho tenuti a debita distanza.
    Oppure, ci sono quelli nella mia stessa condizione di disabilità visiva che ci hanno provato con me pensando che essere cieco significhi automaticamente non trovare nessuno che ti fila e allora per sopperire a questo, meglio ripiegare su una persona nella tua condizione che tanto anche se inizialmente non ci sta, prima o poi si adeguerà perché comunque nessuno ugualmente se la fila. E quegli uomini disabili che, appena una persona non disabile (donna) gli si avvicina anche con fare affettivo da amicizia, automaticamente iniziano a fare manovre al limite dello stalking, per il motivo di qui sopra. Fraintendendo l’amicizia con altro…e questo non si chiama disabilità, ma squilibrio.
    Oppure, peggio, ci sono quelli che non ti permettono a te disabile di avere la tua indipendenza, offrendoti sempre il loro aiuto e arrivando a convincerti che non sei in grado di fare niente.
    Per la serie…devo fare 200 metri fuori da casa, dai non ti preoccupare lascia là il bastone che ci sono io
    Ma non c’è di peggio: alla fine diventi completamente succube di loro perché, nei fatti, sei convinta che il loro sia amore e dedizione invece è solo un modo per tenerti legata a loro perché qualora pensi di separarti, sei praticamente nei guai.
    Idem il contrario, però. Ci sono donne vedenti che stanno assieme o sono sposate con uomini non vedenti, i quali sono assolutamente dipendenti da loro e te le vedi là che fanno le serve anche se sono cornute fino all’inverosimile, sì perché anche un disabile tradisce. altro che se lo fa. Anche se per i pregiudizi dell’opinione pubblica siamo tutti anaffettivi e asessuati…certo, si, e come no!

  4. emi says

    ho trovato questo sito, forse vi può interessare http://www.antipornmen.org/