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I vecchi d’italia e l’addestramento delle giovani pulzelle

Ogni volta che vedo il volto di quel professore mi chiedo se abbia idea di quale dolore fu in grado di causarmi.

Si parla spesso di bulli nella scuola ma i primi bulli a scuola sono gli insegnanti. Non tutti, certo. Ce ne sono alcuni, intoccabili, che fanno da capobranco e regalano agli alunni lezioni di arroganza e violenza verbale.

Il professore era un intimo amico del preside. Protetto da tutti i colleghi che volevano tenersi buono il capo. Uno di quelli che si opponeva alle discussioni più “politiche” in classe, ove per politica si intendeva una semplice discussione sull’attualità.

La sua materia era l’italiano e il modo in cui ci spiegava la letteratura era degna dei ministri che fanno tagli nella scuola per segare i precari, quelli meno protetti perché nessuno gli ha dato un calcio in culo, e per lasciare in caldo i più fedeli alla linea di governo.

Tra gli argomenti che il professore metteva in luce c’era l’umiliazione per le alunne che non gli concedevano lusinghe.

A tutte misurava la coppa del reggiseno. A tutte dedicava un commento da pedofilo, perché noi avevamo appena quindici anni e non eravamo in grado di difenderci da uno come lui.

Tante belle parole sull’angelica figura femminile medioevale e tante risate alla lettura dei brani boccacceschi.

Mi permisi di fare una analisi dal mio punto di vista. Avevo letto una cosa interessante su un libro e la riportai nel tema dedicato alla letteratura di quel periodo storico.

Il professore mi mise un quattro meno meno perché secondo lui ero andata fuori tema e poi lesse pezzi del mio scritto ad alta voce prendendomi visibilmente per il culo e istigando i miei compagni a fare lo stesso.

Dal giorno dopo, per un periodo abbastanza lungo, parte di quei compagni si burlò di me, mi fecero scherzi idioti e uno si permise di spingermi per le scale per farmi cadere.

Andai dal preside a dirgli che quell’insegnante era un bullo, uno che istigava il branco e il preside, che era suo amico, mi disse che ero solo arrabbiata per quel voto che era di competenza dell’insegnante. Il preside non poteva interferire con l’insindacabile giudizio del professore.

Lo dissi a mio padre e lui ci capì meno che niente. Mia madre non sapeva neppure chi fossero petrarca e il boccaccio e allora disse che per convenienza era meglio che stessi zitta. Perché non potevo perdere l’anno e se quel professore voleva un tema fatto in altro modo, dato che ero così brava, avrei potuto farlo.

Andai all’interrogazione recitando a memoria il capitolo del libro di letteratura che ci aveva assegnato. Lui non ammetteva commenti. Diceva che erano “voli pindarici” e che se un autore aveva ottenuto la pubblicazione di un libro significava che doveva saperne più di me. Oggi so che quell’autore era un fascista revisionista stampato da una casa editrice cattolica e so anche che il professore di letteratura oltre a offendermi in quanto donna aveva insultato il mio senso critico.

Racconto questo perché mi sono stufata di sentir parlare di alunni bulli e di ragazzini scomposti che a scuola meritano un sette in condotta. Il primo sette in condotta e un bel licenziamento lo meriterebbero professori volgari e ignoranti ai quali viene assicurato il posto di lavoro in concorsi truccati, solo perché sono amici degli amici, professori che ti raccontano che essere donna è un difetto e che se non sei d’accordo con quello che dicono i maschi garantiti nella storia allora sei un’eretica che merita un 2 sul registro.

Ora io sono adulta ma so che quando si parla di ragazzine “ribelli” ci si riferisce alle adolescenti non allineate, che non si lasciano addomesticare, che non vogliono diventare veline mute al servizio del potente di turno. Sono ragazze che pensano con la propria testa e che trovano ingiusto essere punite o subire persecuzioni perché hanno il coraggio di dire che il loro professore è un cretino.

Da sempre ci propinano questa idea malsana che sfidare l’autorità sia un male. Ma guardatela l’autorità, fatta di bunga bunga, corrotti e ladri. Gente che non capisce niente e che viene messa a governare. Gente che se la critichi, esattamente come fece il professore con me, invece che un 4 meno-meno, ti manda i poliziotti che ti pestano con i manganelli.

Io so che l’autorità non può spegnere il senso critico delle persone, perché essere giovani non significa essere stupidi e essere vecchi non significa essere migliori. Anzi.

Toglieteci di torno quei tromboni e fateci respirare. Perché meritiamo di vivere in un mondo meno squallido. Perché di volgarità ne abbiamo abbastanza. Perché il mondo ci appartiene e non può esserci nessuno che potrà fermarci. Toglieteceli di torno o non lamentatevi se la prossima volta che li vedremo in pubblico li spruzzeremo di vernice. Indelebile, come il marchio che ci lasciano nella formazione, nel futuro che ci rubano, nella vita che non ci lasciano vivere. Puzzolente, come lo è ogni scorreggia che esce fuori dalla loro bocca.

Toglieteceli di torno, perchè ne abbiamo abbastanza. Non c’è autorità nell’immondizia. Siamo noi quelli autorevoli, perchè onesti, puliti, con sogni preziosi che vengono quotidianamente calpestati. Mandateli al macero questi vecchi maiali perchè hanno distrutto l’italia e continuano a distruggerla ancora.

E smettetela di fare i moralisti perchè ci vestiamo come ci pare. L’unico prurito morboso che avete in testa è il fatto che non siamo disponibili a sculettare per fare eccitare un branco di vecchi stupratori. L’unica cosa che avete in mente di fare è chiuderci la bocca perchè di voi, delle vostre occhiate lascive, delle vostre toccatine sporche, delle vostre battute schifose, noi sappiamo tutto e non volete che ne parliamo. Ecco perchè i vecchi addestrano le ragazze a fare le puttane consenzienti. Perchè se le pagano poi potranno chiamarle puttane. Invece noi siamo solo spostate, disgraziate, pazze. Com’è che ci chiamate? Ah si: disadattate. Perchè dopo uno stupro vi chiamiamo stupratori.

Adattatevi voi a dare il culo alla merda umana chè noi non ne abbiamo proprio voglia. Adattatevi voi a fare le schiave, di corte, di casa, di sesso, senza mai riuscire a esprimere una idea o a vivere come preferite. Adattatevi voi a morire. Porteremo un fiore rancido sulle vostre tombe.

E bisogna proprio dirvelo. Andatevene ‘affanculo.

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


5 Responses

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  1. Federica says

    Post bellissimo anche se ovviamente sofferto… E’ grazie a persone come te che le ingiustizie vengono smascherate quindi grazie di cuore x la tua testimonianza 🙂
    io ho un episodio molto piu ‘ banale da riportare: frequentavo le lezioni di scuola guida ed avevo serie difficolta’ nello stare tranquilla alla guida. Ero molto giu’ e cercavo di stare calma, Quando l’istruttore per spiegare il tutto mi dice che e’ normale che io abbia difficolta’, d’altronde io sono una donna e si sa che le donne da bambine giocano con le bamboline e che invece gli uomini da sempre erano stati abituati a giocare con le macchine, quindi ecco il perche’! Sul momento non ho saputo dare una risposta, mi aveva colto di sorpresa. Ripensadoci qualche anno dopo, penso che il pensiero di quell’uomo non sia che la manifestazione di un’idea condivisa ma molti uomini!
    Ciao a tutte,
    Federica

  2. Rachel says

    bellissimo post fasse!!!!
    mi dispiace per quello che hai dovuto subire, io per fortuna ho dei prof che ci rispettano e nel complesso ci lasciano anche esprimere la nostra opinione.
    ricorda che ci sono donne come te che vengono definite “disadattate. Perchè dopo uno stupro vi chiamiamo stupratori.”
    1 abbraccio virtuale di solidarietà 😉

  3. Camilla says

    Eh, guarda Fasse, con un professore sono in una situazione simile! Non fa commenti pedofili, però è una persona violenta, l’anno scorso ha spinto numerose ragazze, quest’anno ci insulta verbalmente, urla, ci butta fuori senza motivo, in una prima superiore ha preso dei ragazzi e li ha spostati a forza insieme ai banchi!
    E il preside non fa nulla perché è “amichetto” di questo professore iper-violento!
    Però il prof di matematica- accusato dagli altri di un sacco di cose nefande fra cui stupro solo perché va contro il preside- ha detto che lo denuncerà insieme al preside per via di alcune violazioni della legge che avvengono all’interno della nostra scuola solo perché il preside fa delle regole tutte sue!

  4. meli says

    Ma come farei senza i vostri articoli? Grazie di esistere, FaSud!

    Anche io ho avuto dei professori che non avrebbero dovuto fare quel lavoro. In particolar modo ricordo il mio insegnante di religione, che era anche il parroco del paese, che faceva sedere le bambine sulle sue ginocchia durante le lezioni e le toccava… Questo alle scuole medie… Davvero vergognoso…

    (Se vi interessa http://www.scribd.com/doc/40227378/eBook-Ita-J-Butler-Scambi-di-genere-Identita-sesso-e-desiderio-42-183-pagine e http://www.scribd.com/Voluptas91 )

  5. mancina says

    ed i vecchi bavosi nelle universita’? non sono da meno.
    quoto in toto tutto quello da te scritto.