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A tutte le ragazze nella mia situazione dico di resistere

“Ciao ragazze,
mi chiamo Alessia, ho commentato sotto lo pseudonimo di Ava.

Vi scrivo di getto la mia esperienza, perchè sono in pausa al lavoro, e perchè razionalizzare mi fa ancora male, nonostante siano passati anni ormai.

Ho alle spalle una storia che potrebbe sembrare banale, rispetto alle atrocità che si sentono ogni giorno; banale ma che a me ha rovinato seriamente la vita.

Ho 28 anni, vivo in una città del nord, sono cresciuta in una famiglia normale. Normale.
Problemi economici, ma normalità.

Ho iniziato a subire molestie da un cugino, più piccolo di me di un anno ma molto “maturo”, all’età di 10 anni più o meno.

La cosa si è protratta per più o meno 7 anni.

Non c’è mai stato uno stupro, ma “solo” palpeggiamenti, stupri verbali, paura.

Inizialmente,
non so. A 10 anni io non sapevo un accidente di sesso, di uomini…lui si, lui mi ha spiegato come “si fanno i bambini”, lui ha iniziato a toccarmi in ogni momento, a dirmi cose oscene; i palpeggiamenti ovviamente sono aumentati con il crescere di lui e il mio svilupparmi (molto procacemente, oltretutto)

Passavamo molto tempo assieme, alcune volte abbiamo anche dormito assieme, dalla nonna o a casa di lui.

Non chiedetemi
dettagli, nè cosa provavo, perchè non lo so.

Non lo ricordo.

Ho passato anni rimuovendo questi “episodi”, succedevano e io mi disconnettevo dal mio corpo, avevo paura di lui ma in quei momenti non provavo niente.

O meglio, non lo ricordo.

Verso i 17 anni, un giorno dovevo andare da un’amica. Mia madre era senza auto, e voleva chiamare lui per farmi accompagnare in motorino.

Io sono impazzita, ho iniziato a urlare, a piangere, a sbraitare.

Mia madre ha capito, mi ha guardata e ha capito.

Da lì si è scatenato l’inferno, i miei genitori hanno tagliato i rapporti con quasi tutti i parenti, mio padre è andato a cercarlo per farlo fuori (tentativo fallito, grazie al cielo), io ho sentito solo battutine del tipo “dev’essere che le piaceva”.

Ma lui non è mai stato denunciato. Era troppo giovane, dicevano, e io ero comunque vergine, non avrei potuto provarlo.

Sono stata da una psicologa per un po’, ma non ne ho tratto giovamento.

Ho 28 anni
e vivo il sesso in modo spensierato solo se ho bevuto un po’. Mi imbarazza parlare di sesso, anche se sono un’emancipata atea comunista cinica donna.

Mi fa senso l’idea di restare incinta. Detesto il sesso orale, e molte volte detesto gli odori “intimi”.

Il mio ex fidanzato, mi ha salvata. Mi ha accudita, curata, è stato con me dai 16 ai 26 anni, ha aspettato molti anni prima di fare l’amore con me, non ha mai preteso nè chiesto nulla che io non mi sentissi di fare.

Questo un po’ mi è servito, ma ogni uomo che incontro, lo devo conoscere molto bene per poterci fare sesso. Alcune volte non riesco ad avere rapporti con il mio – pazientissimo – compagno perchè scoppio a piangere, senza motivo.

Nonostante questo, a volte penso che aver subito in silenzio mi abbia salvato la vita. E’ atroce una cosa simile.

Vivo
anche con il senso di colpa di aver distrutto la famiglia di mio padre.

Vivo anche con il terrore di incontrarlo, dovunque, comunque.

Viaggio all’estero
da sola più tranquillamente che non nella mia città.

La mia storia banale è tutta qui.

Non ne ho mai parlato davvero con nessuno.

Ai miei ho solo detto poche parole.

Alle amiche ho chiesto di capire.

A voi dico grazie
perchè so che non sono sola, a tutte le ragazze nella mia situazione, dico di resistere.

E di affidarsi a qualcuno con le palle, che non abbia paura a dirvi “denunciate”.

Vi abbraccio forte, tutte.”

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Grazie a te Alessia per aver condiviso la tua storia con noi, per nulla banale proprio perché così vicina alle esperienze negative di tante altre bambine e giovani donne. Ti abbracciamo forte e insieme r-esistiamo.

Posted in Personale/Politico, R-esistenze, Storie violente.


7 Responses

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  1. Cristina says

    Veramente si dovrebbe parlare molto dei fautori di tale crimini. Non occorre fermarsi sulla vittima. Anche perché la vittima non c’entra niente con la decisione cosciente di un criminale di fare “ciò che vuole” Dobbiamo chiarire che il problema SONO LORO, non le vittime. Il problema va affrontato con un cambiamento culturale anche da parte nostra. Io comprendo benissimo Alessia ciò che racconti (CI MANCHEREBBE ALTRO!!!) Ma, anche TU, concentrati su di un atteggiamento che ti rafforzi e ti dia gli strumenti necessari per GIUDICARE e CONDANNARE questi maschi di merda. Bisogna puntare il dito. Il dito. Sputare in faccia a chi solo si permette di guardarci “in un certo modo” PERCHE’ QUEL CERTO MODO, A ME NON STA BENE. PUNTO. Non bisogna avere paura di essere messe in disparte anche dalle altre Donne che sovvente cercano il benestare maschile. Chi se ne frega. Restino dove si trovano, se credono di stare bene. Hanno solo paura. Paura la devono avere questi maschi quando passiamo loro accanto e li guardiamo come si meritano. Gli uomini, invece, gli omini stanno zitti. Altra merda. Fanno finta di niente e parlano di mostri ed orchi. Vigliacchi. Il loro silenzio è pari al danno di un maschio. Il loro silenzio è imbarazzante e vergognoso!
    un bacio
    C.

  2. carole says

    ciao se vuoi mi trovi su facebook al gruppo angeli dedicato alle vittime come noi.. ciao spero di sentirti presto carole

  3. Camilla says

    Non mi è mai successo niente del genere, ma sappi che anche io come gli altri apprezzo che tu abbia condiviso con noi la tua storia “banale”. Non è una storia banale, fra l’altro, secondo il mio modesto parere…
    Buona fortuna con la vita, Alessia, e tante buone cose!

  4. daniela says

    Grazie Alessia. spero che condividere, verbalizzare possa aiutarti a vivere più serenamente.

  5. Kibray says

    Questa storia è simile alla mia….brividi e nausea

  6. Alessia says

    Grazie a voi per essere riuscite a farmi sentire non diversa, ad avermi fatto venire la voglia di aprirmi.

  7. enr1ca says

    Grazie per aver condiviso. Grazie per aver sentito di doverlo o volerlo fare.