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Le ragazze che muoiono e i potenziatori di autostima

Loredana, in un commento scrive (e noi condividiamo con voi):

Con ancora addosso la rabbia per la notizia della morte di una giovane donna, uccisa e violentata leggo che a Firenze ci sarà un Workshop Moda & Seduzione.

Leggo: “È un seminario pratico…dedicata alla valorizzazione delle forme attraverso l’abbigliamento…dedicata alla riscoperta della propria sensualità attraverso l’effetto terapeutico del Burlesque ”potenziatore di autostima”… L’obiettivo del seminario è insegnare tecniche base per imparare a vestirsi e a muoversi in modo più disinvolto e seducente, in una parola: riscoprire la propria femminilità e vivere meglio il nostro corpo, sia dal punto di vista estetico che psicologico!”

Noi donne over quaranta non abbiamo bisogno di potenziare la nostra autostima attraverso la valorizzazione delle forme, la nostra autostima si nutre di altro, di idee, di pensieri, di cose da fare quotidianamente dal lavorare con dignità al bucato da stendere al sole, dall’incontro in libreria con l’autore alla crostata nel forno, la nostra autostima si nutre degli amici che abbiamo intorno che condividono con noi gioie dolori libri musica e cinema, si nutre dei figli che sanno distinguere una notizia data dal tg4 o data dal tg de la7, tutte cose di sostanza e non di forma che le forme e l’apparenza non nutrono riempiono il vuoto con il vuoto mentre noi vogliamo il pieno che contiene. E sappiamo passare dalle scarpe da ginnastica al tacco senza che nessuno ce lo insegni e sappiamo vivere la nostra sensualità anche con un grembiule da cucina addosso, e insegniamo alle nostre figlie ad amare se stesse e a vivere il proprio corpo e la propria sessualità liberamente, e insegniamo ai nostri figli quanto può essere seducente una donna intelligente. Io faccio parte di questa categoria e dunque parlo per me e parlo per loro. Ma conosco trentenni che non hanno fatto in tempo a portare gli zoccoli e le gonne lunghe che non sono distanti dal mio modo di concepire la donna. So che c’è anche un altro modo di vivere l’essere donna, so che ci sono donne che si sentono tali soltanto attraverso gli sguardi di approvazione del maschio. So che ci sono e non chiedetemi di essere tollerante nei loro confronti, non lo sarò. E so perché non lo sarò.

Leggo un’altra notizia:

Luci accese sui balconi e alle finestre delle case italiane nella notte di sabato, tra il 9 e il 10 ottobre. E’ il gesto simbolico che propone il Centro antiviolenza Artemisia in segno di “sdegno e solidarietà per quanto accaduto a Sarah e a tutte le altre donne vittime di violenza”.

Non lo sarò perché le luci accese sui balconi e alle finestre non le voglio più per nessun altra Sara e come diceva De Andrè siamo tutti coinvolti, anche se ci sentiamo assolti. Non assolviamoci dicendo “io sono diversa” non basta, bisogna agire parlare educare non proteggere i carnefici non far finta di non vedere e di non sentire creare un humus culturale che non ci renda diverse ma tutte libere di dire no, di puntare il dito, di “vivere meglio il nostro corpo, sia dal punto di vista estetico che psicologico”.

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


8 Responses

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  1. fasse says

    a prescindere da tutto la cosa buffa è che c’è una opinione sul seminario e invece che approfittarne per discuterne, senza epiteti che nessuno ha affibbiato e senza nessun giudizio morale che non è proprio da noi (quello che vedete è un commento lasciato da una lettrice che può essere uno spunto di discussione), si riduce tutto ad una polemica sterile.

    spero che il post di risposta che faranno le organizzatrici sappia ragionare su questo e sappia scardinare il moralismo insito anche in tante donne che non sa distinguere tra una modalità di approcciarsi ai corpi di tipo artificiale, dove devi essere di certe misure, con fisico omologato alla media e disponibilità di ritocco con photoshop, e una modalità reale che dica alle donne che tutte le donne sono belle, che non c’è un canone unico di bellezza, non esiste una dittatura estetica dei corpi, proprio non esiste.
    se pensate a betty page o alle nostre amiche del sexyshock siamo vicine a quel punto di vista e personalmente mi dispiace che il seminario sia lontano e a pagamento. tutto qui.
    probabilmente avremmo dovuto scrivere questa premessa prima di condividere il commento di loredana. non appena arriva il post di risposta speriamo di avere l’opportunità di poter ragionare insieme su questo perchè a me di passare per bacchettona proprio non mi va.

    comunque pure voi che siete inferocite su ‘sta cosa, possibilmente chiedeteci che ne pensiamo prima di essere prevenute. parlateci invece che immaginare che qui ci sia un covo di nemiche. :))))

  2. cybergrrlz says

    si ma la censura nei confronti di chi muove critiche antisessiste mi sembra veramente fuori luogo. allora le aziende che sono state contestate per le pubblicità sessiste, le campagne di sensibilizzazione e di opinione fatte da UDI sulle immagini amiche, le mail bombing alle trasmissioni televisive da parte di donne che non si riconoscevano nell’immagine che veniva divulgata di loro, non sono forse legittime? o le donne non possono parlare quando si tratta di culture che parlano di loro? allora trenitalia che è stata contestata non solo su questo blog ma su tutte e prime pagine di grossi quotidiani cosa dovrebbe fare?
    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/10/01/freccia-rosa-perche-si-discriminano-le-donne-che-viaggiano-da-sole/
    se c’è chi fa iniziative rivolte alle donne, clienti e paganti, e poi non accetta che qualcuna possa esprimere la sua opinione non si capisce di che tipo di cliente stiamo parlando. una cliente muta, omologata e senza libertà di parola?

  3. Lally says

    Clap clap clap per chi ha scritto e soprattutto per chi ha reso queste quattro parole in croce un articolo.
    Mi complimento soprattutto per come ha portato avanti un’argomentazione articolata sullo stretto nesso tra Workshop di Moda e Seduzione e violenza tra le mura domestiche, e anche per come ha puntato il dito contro le donne piuttosto che contro certe bestie disumane che ci sono in giro, perché è certamente vero che se le donne coprissero ogni centimetro del loro corpo e restassero entro le quattro mura della loro stanza e al più della cucina, non verrebbero aggredite e svilite.
    Io veramente mi domando come potremmo andare avanti senza queste illuminanti perle di saggezza degne di un’istitutrice di un convento medievale, portate avanti accostando due notizie pescate a caso nel web e accostate insieme senza uno straccio di motivazione, perché è esattamente questa la struttura di questo “articolo”:
    sono arrabbiata perché una ragazzina è morta, leggo un annuncio su delle ragazze che insegnano a vestirsi e farsi belle e subito penso che io, donna navigata e di sani principi, non ho bisogno che 4 DONNE mi dicano come portare la minigonna (visto che non me lo posso più permettere) perché io ho degli amici (e loro no?), ma soprattutto perché “io vivo di forma e non di sostanza”… (E come faccia a sapere di cosa vivano queste altre donne non conoscendole, solo il cielo lo sa, ma io oserei dire che vada a pregiudizio, moda e seduzione sono per attirare gli uomini, sono tutte DONNE queste)
    …e dopo l’edificante quadretto domestico in cui vive la nostra dolce signora nonché madre di famiglia, ecco che spuntano loro, le donne, che non sono mica tutte le giovani per carità, ma quelle due o tre che oltre che essere donne sono anche senza carattere perché non si sentono donne senza l’approvazione di un uomo. (Eppure il workshop si chiama potenziatore d’autostima proprio perché insegnando a una donna a valorizzare il proprio corpo, qualcunque tipo di corpo abbia, capirà che non è necessario rientrare entro i precisi canoni pubblicizzati dai media e sarà più sicura della propria persona indipendentemente dal giudizio di due o tre maschi a cui non piace… proprio perché qualcuno le ha insegnato come gestirsi, e scusate se non tutte nascono “imparate” come la nostra oratrice)
    E poi, dopo avre detto che lei è brava e loro no, torna a bomba, non si sa partendo da dove, non si sa con quale aggancio, a parlarci della protesta per Sarah.
    E lì da la colpa a quelle che vogliono piacere se vengono uccise le ragazze, senza motivazione chiara, per poi treminare in fretta e furia con un “bisogna educare a vivere il proprio corpo” che non si sa bene né a chi spetti né in cosa consista, perché non ce lo dice.

    Sinceramente, che donne come Sophia Loren e Sabrina Ferilli fossero una delle principali cause degli abusi sulle donne non lo sapevo proprio.
    E siceramente, fossi in voi me la metterei veramente una manina sulla coscienza, perché qui mi sembra che qualcuno stia cercando un capro espiatorio da additare per taciatrsi la coscienza.
    No, non basta dire “io sono diversa”, iniziate col NON farlo allora.

  4. fasse says

    Gentile Cristina, ovviamente nulla ci dice che sia davvero lei la organizzatrice del workshop dato che non leggo il suo cognome ne un recapito riconoscibile. Qualora volesse confrontarsi con noi può scriverci all’indirizzo mail fikasicula@grrlz.net (lo trova anche tra i contatti) e saremo liete di prestarle tutta l’attenzione del caso.
    In generale questo è un blog che raccoglie pensieri senza pretese. Se una donna ha ritenuto di commentare il workshop (http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=b0.10.07.14.45) con una opinione, legittima e garantita dal diritto costituzionale scritto nell’art.21, che non riflette esattamente il suo modo di pensare lei ha in ogni caso spazio e modo per poter offrire la sua opinione con il suo commento o se lo preferisce con un post di eguale visibilità.
    Forse le farà piacere sapere che il diritto di critica antisessista è rivolto anche a pubblicità, programmi televisivi, riviste e pubblicazioni che vengono ritenute non particolarmente utili alle donne (questo ne è solo un esempio: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/10/06/limportanza-di-averci-un-culo-tonico/ ma più in generale può esserle utile forse vedere il film “Il corpo delle donne” di lorella zanardo che le spiega su quali basi si muove la critica antisessista quando contesta, democraticamente, alcune modalità di espressione, legittime pure quelle). E’ una opinione, nulla di più, che si può condividere o meno, e in questo non c’è nulla di diffamatorio e nulla di lesivo per qualsivoglia professionalità.
    Attendiamo perciò che lei ci illustri tutte le qualità del workshop da lei organizzato. Se vuole mandarci anche qualche riferimento, link e immagine a supporto potremmo condividerla con altre perchè sia chiaro che non abbiamo nulla, ma assolutamente nulla contro il burlesque.

    ps: detto tra noi (donne) sentirsi offese e minacciare “misure” per una opinione che riflette sui bisogni delle donne non è esattamente il modo di misurare la stima reciproca.

    Cordiali saluti

  5. Cristina says

    Buongiorno,
    sono l’organizzatrice del workshop in questione. Avrei gradito essere informata di questo post assurdo, ma evidentemente non è stato così. La cosa è assolutamente lesiva per l’immagine del seminario e per la professionalità delle persone che lo stanno organizzando, pertanto vi segnalo che sarò pronta a prendere le misure del caso.
    Sarebbe serio controllare le fonti e informare i responsabili organizzativi quando si scrivono certe informazioni, altrimenti come nel vostro caso si rischia di proporre informazioni menzognere e molto vicine alla diffamazione.

  6. Siamo tutte Sarah says

    @Donna per se stessa non per l’uomo
    non c’entra niente con il workshop, chiaramente.
    Volevo editare il commento nella sezione: “Femminicidio. La lista dei colpevoli!”

    Nel suo caso particolare, io comunque mi sento abbastanza sconvolta.Ma probabilmente è una questione mia personale, e come tale, non vedo perchè devi dire che la mia reazione è inadeguata.
    Che intendi dire con ciò?proprio perchè non è la prima, non smetto di provare rabbia per questi casi.
    Saluti.

  7. Siamo tutte Sarah says

    A proposito della tragedia di Sarah, il suo caso specifico mi ha sconvolta particolarmente perchè, personalmente, credo non possa esserci niente di peggio.
    Sottrarsi ripetutamente alle attenzioni morbose dello zio, essere usccisa e stuprata post-mortem per questo e in più (ennesimo schiaffo alla dignità di Sarah) la famiglia lo apprende in DIRETTA TV su CHI L’HA VISTO.
    Non so se sia più la terribile vicenda, o lo show mediatico che mi fa ribrezzo.
    Ma io ci aggiungerei anche questo, nella lista del “di chi è la colpa”.
    Anche questa è una violazione…è un’altro stupro.

    Saluti a tutt*
    Silvy

  8. mary says

    Purtroppo il problema di queste donne che si sentono tali solo se ricevono approvazione maschile non deriva da loro stesse ma dalla cultura che inculca questo sulle donne. E’ dannoso perchè purtroppo hanno prodotto altri pregiudizi come:quelli che fanno si che se una donna si trucca o si accorcia la gonna lo fa sempre e solo per provocare l’uomo..ma chi lo ha detto?
    Io mi metto la gonna per me stessa perchè mi piaccio vestita così. Criticano tanto i talebani ma poi si comportano allo stesso modo concependo la bellezza femminile come un modo per accattivarsi la simpatia dell’altro sesso.