A proposito di Sarah. Mi chiedo quanti complici ci siano in questa storia. Quante persone hanno ucciso Sarah? Suo zio non è un pazzo, non ha agito sotto un raptus, era consapevole di ciò che faceva, come tutti gli assassini d’altronde.
Ma è solo lui il colpevole, o ce ne sono altri/e? Provo a fare una lista, perché sono stanca di sentire che gli uomini che uccidono/stuprano/molestano/picchiano le donne, le ragazzine, sono dei malati mentali, che vanno compatiti e giustificati. Come diciamo sempre, la colpa dei femminicidi risiede nella cultura sessista/misogina che regna nel nostro paese. Ma chi fa la cultura? Chi la porta avanti? Facciamo i nomi una volta e per tutte, perché nessun@ possa dire che non lo sapeva.
In prima linea ci sono tutti i politici che portano avanti una cultura cattofascista, fondata sul “Dio, patria e famiglia”, che organizzano il family day per rinvigorire il concetto di “famiglia tradizionale”, proprio quella in cui l’uomo è il padre padrone e la moglie e i figli sono sue proprietà. Quella famiglia in cui il padre, lo zio, il nonno detengono un potere assoluto, tanto che, sentendosi dei padreterni, arrivano ad uccidere le mogli, figlie, nipoti, sorelle, qualora non si sottomettano al loro volere.
E’ la famiglia che questo governo vuole salvare, ad ogni costo, attraverso l’affossamento dei centri antiviolenza (a cui sono stati tagliati i fondi) e l’inserimento, al loro posto, di “centri di mediazione familiare” che hanno lo scopo di riconciliare le famiglie sempre, ridimensionando gli abusi, giustificando gli uomini violenti e considerando false la maggior parte delle denuncie fatte da donne e bambini.
Per difendere meglio questa idea di famiglia, il governo, insieme a tanta parte dell’opposizione, sta portando avanti una modifica sulla legge che regolamenta l’affido condiviso in cui si stabilisce che quest’ultimo deve essere concesso sempre, anche quando tra i genitori esistono episodi di violenza e denunce. Inoltre in tale modifica si fa accenno alla PAS, una sindrome inventata, che, nonostante non sia inserita nel DSM e quindi non riconosciuta come reale sindrome dal mondo della psichiatria, è usata nei tribunali come arma contro le donne e i/le bambini/e che denunciano degli abusi.
A questo già degradante quadro si aggiunge la visione della donna come oggetto, utero, figa che l’attuale governo ha deciso di affibbiare alle donne, perpetuando stereotipi secolari. Noi dobbiamo sfornare figli, sempre e comunque, anche da morte. Noi non dobbiamo lavorare, perché il nostro posto è in casa a badare ai figli e ai fornelli. Se proprio dobbiamo lavorare allora è meglio non avere una famiglia, perché altrimenti sei licenziata. E se lavori devi accettare di essere sfruttata, sottopagata, umiliata.
Devi accettare di mostrare il culo per un posto da cameriera, di essere molestata dal capoufficio per mantenere il posto di lavoro, di lavorare tutto il giorno, compresi gli straordinari, per uno stipendio da fame per colpa di una crisi che giustifica ogni violazione dei diritti umani. E se vuoi un sostegno, in tutto questo sfracello, puoi averlo dal governo solo se rientri in determinati ruoli: madre di, moglie di, figlia di, amante di, serva di… se vuoi un aiuto in quanto donna allora per te non ci sarà alcuna agevolazione.
Ai politici seguono i giornalisti e i media che tutto giustificano, purché sia “made in Italy”. E sì, perché gli uomini violenti per molti giornalisti non sono tutti uguali. Se il violento è uno straniero è colpevole fin da subito, anche se non ci sono prove contro di lui. Lo è a prescindere e se non lo è ora, chissà per quale strano destino, lo sarà sicuramente poi. Se il violento è italiano non è mai colpevole, perché in fondo per loro si trova sempre una giustificazione: ha avuto un raptus… era fuori di sé… stava passando un periodo stressante… aveva appena perso il lavoro… la moglie aveva chiesto il divorzio… era andato lì, armato di coltello, non con l’intenzione di ucciderla ma di parlarle… voleva fare pace puntandole una pistola, ma poi lei si è messa ad urlare… la moglie non voleva che si avvicinasse alla figlia per via di quella storia di molestia… la moglie l’ha portato all’esasperazione… ecc.
Qualunque cosa succeda, se commessa da un italiano, avrà sempre una giustificazione ad hoc. Questi maschi italiani non sono violenti, e se lo sono è perché sono stati portati ad esserlo, quasi costretti. Sono le circostanze o le persone a rendere gli uomini italiani violenti. Se ti stuprano non è mai colpa loro, è sempre colpa della donna che li ha provocati con un abbigliamento succinto, con uno sguardo ammiccante, accettando un passaggio in macchina da un amico, ubriacandosi… eh sì, per i giornalisti tutti questi sono chiari segni di consensualità. Se invece ti molestano tutto viene ridimensionato, in fondo le pacche sul culo, le mani sulle cosce, le strizzatine di seno sono solo gesti di affetto, scherzi innocui, mentre le avances sono corteggiamenti un po’ troppo audaci.
Se ti ammazzano invece non si parla mai di femminicidio, perché il tuo esser donna è un elemento irrilevante, ma sempre e solo di donne uccise da bruti, ma mostri, a cui i giornali credono perché morte (se fossero state vive chissà quali giustificazioni avrebbero inventato per i loro carnefici) e a cui dedicano intere pagine, interi servizi, solo per fare soldi, per aumentare il loro capitale e non per affrontare la questione che ne è alla base ed impedire che altre donne vengano uccise.
A questo punto non si possono non nominare tutti i pubblicitari e le aziende che diffondono cultura sessista. Quelle pubblicità che sviliscono le donne rendendole culi o tette, quelle pubblicità che prima ancora di vendere un prodotto vendono la donna, equiparandola ad un oggetto, quelle pubblicità che erotizzano le bambine istigando alla pedofilia, quelle pubblicità che istigano allo stupro, al femminicidio, a considerarci merce… tutte queste pubblicità e i loro “creativi” non fanno altro che diffondere un’idea della donna come oggetto di piacere a disposizione di tutti, che è alla base di tutte le violenze contro il genere femminile.
Se in una pubblicità, per vendere una qualunque cosa, c’è bisogno di un corpo femminile ed una frase tipo “te la do gratis”, “montami”, “noleggiala” e via discorrendo, vuol dire che in Italia la donna è vista come un oggetto, come qualcosa da vendere accanto a qualcos’altro, tipo un gadget: tu compri questo e noi ti regaliamo la figa. Può sembrare insignificante ma le pubblicità sono l’espressione della cultura dominante, e non è un caso che in Italia le stesse aziende che, in altri paesi creano pubblicità senza alcun corpo femminile, qui si avvalgano di corpi, frasi e mosse vagamente hard. Inoltre la donna in Italia deve essere sexy solo per il testosterone, mai ci è concesso di esibire il nostro piacere per noi stesse. La donna nella pubblicità esiste sempre e solo in funzione del pene.
Contro questa cultura fallocentrica le donne, nel tempo, si sono spesso ribellate e per fronteggiarle sono state create mille e una malattie o sindrome. La psichiatria creativa ha un peso enorme sulla cultura, perché avvalla, alimenta, fortifica una visione della donna come falsa, ammaliatrice, isterica, mentalmente instabile, lunatica, ninfomane, assassina, istigatrice, vendicatrice, stupida, incapace, pazza, ecc.
C’è una sindrome, disturbo o malattia per qualunque donna che decida di essere libera dagli stereotipi che le hanno imposto. Per la psichiatria le donne dovrebbero essere sempre comprensive, dolci e pacate nei confronti del compagno, aperte al dialogo, vogliose di ogni esperienza, sempre disponibili a giustificare, omettere, accettare senza se e senza ma… l’uomo è uomo e anche quando sbaglia va perdonato e protetto. Se non lo si fa si è delle cattive madri, mogli, figlie. Questo lo sanno bene i maschilisti e i falsabusisti che su queste teorie ci campano, creano il loro consenso e trovano un riconoscimento mediatico.
Una delle complici più assurde di tutte le violenze, è la stessa famiglia. I suoi componenti spesso sanno cosa accade, chi è il molestatore, il violento, il pedofilo, eppure tacciono, non denunciano. Scelgono di proteggere l’assassino/stupratore/molestatore per non avere il nome della famiglia macchiato dall’infamia, per non perdere una casa, una rendita.
Si può mai vivere così? Sapendo di essere complici di un uomo che ha violentato, ucciso, una donna, una bambina? La famiglia, che si salva sempre a costo della vita, della libertà, della dignità delle donne e dei bambini, è lo stesso luogo in cui avvengono gli abusi e i delitti più orribili. Ma se è così, perché si continua a difenderla? Perché si continuano a proteggere i colpevoli? Perché non c’è solidarietà per la vittima?
La famiglia in questo mi appare come un clan, uno di tipo mafioso, in cui tutto ciò che succede deve restare al suo interno, nulla deve trapelare, perché prima della dignità della vittima c’è l’onore di un cognome, di un gruppo di uomini che devono essere tutelati anche se sono uomini di merda. Per questo il femminicidio, il sessismo è come la mafia.
Infine aggiungere alla lista dei colpevoli una grande parte della società civile. Quella che tutto vede e tutto giustifica. Quella che scende in piazza al fianco degli stupratori. Quella che ti emargina solo perché hai detto la verità. Quella parte di società composta da uomini che ti dicono “io non sono sessista, non sono violento, non ho mai alzato una mano contro una donna” e poi ti tratta come un oggetto perché in fondo “le donne sono tutte zoccole”. Quella parte della società composta da donne che sono per le donne, che vogliono la libertà di decidere ma solo per se e le loro simili. Tutte le altre non sono degne di alcun diritto.
Ecco, credo di aver nominati tutti/e i/le COLPEVOLI. Tutte queste persone, con le loro politiche, la loro propaganda, le loro parole, le loro teorie, i loro atteggiamenti giustificano ed alimentano la misoginia che è alla base di tutte le violenze contro le donne. Loro sono colpevoli quanto gli assassini/stupratori/molestatori in persona.
Ora che sapete ciò che c’è dietro un femminicidio, ciò che lo fomenta ed istiga, che lo protegge e scusa, dovete scegliere. State dalla parte delle vittime o dei carnefici? Volete voltarvi ancora una volta dall’altra parte, per far finta di non vedere, non sentire, per essere nuovamente complici oppure decidete di fare qualcosa, di dire basta ai femminicidi, di iniziare un percorso che parte da sé e dalla propria piccola vita per poi allargarsi e divenire un percorso di rigenerazione culturale? Vogliamo o no che questi femminicidi smettano? Se sì, allora dobbiamo agire, creare, cambiare, dobbiamo avere il coraggio di rinnegare una cultura maschilista e crearne una nuova, una antisessista, basata sul rispetto di TUTTE e TUTTI. Credo non si possa più aspettare, credo che in realtà non sia mai stato possibile aspettare.
p.s. se ho dimenticato qualcuno nella lista, aggiungetelo, così quando sarà completa avremo l’intero quadro e lo presenteremo a chi ancora dice che “non sa perchè ciò succede”… “che non se lo aspettava” e cose così…
Antonella aggiunge:
I preti.
% la discussione continua nella nostra mailing list.
Leggi anche:
Perchè le donne uccise da uomini italiani sono dimenticate?
Non permettiamo che possa esserci un’altra Sarah Scazzi
Quante parole per dire che l’atavica violenza insita nell’uomo (in questo caso, “maschio”) a volte torna nelle sue forme più bestiali arrivando all’omicidio o alla violenza… Non ci vedo nulla “di genere”, è solo l’oggetto della violenza, più indifeso, ad essere colpito.
Però ci sono anche le madri/mogli/amanti che giustificano la violenza del padre-padrone. Quante donne della famiglia “sanno” e magari sono anche complici delle violenze?
Certo, sono vittime anche loro di quella cultura, tuttavia fanno anche loro la propria parte.
Mettere al centro sempre e comunque la dignità degli esseri umani, di TUTTI gli esseri umani, è l’unica via d’uscita.
Meraviglioso articolo(come sempre),non si poteva chiarire meglio quello che avevo ieri in testa quando ho sentito che probabilmente sarah si era confidata con mamma e cugina riguardo le attenzioni dello zio: la famiglia..il paese…lo scandalo…l’uomo che la figa se la prende se non gliela dai…
Stavo approfondendo questo e scopro.
che tuti sapevano, (vedi intercettazione) e che
l unica a reagire e stata sara. e putroppo a pagato con la vita.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201010articoli/59195girata.asp