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Sopravvissute

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Ieri parlavamo di lapidazioni italiane, delle quali sembra che pochi vogliano occuparsi, oggi parliamo di sopravvissute, ovvero di tutte quelle donne scampate alla morte per un pelo ma che conservano tracce indelebili della violenza che il marito, l’ex fidanzato, ha lasciato su di loro.

Le sopravvissute sono certamente più delle defunte, più dei cadaveri, se non fosse per il fatto che spesso restano disabili a vita, mutilate, con qualche pezzo in meno, perchè qualcuno si è divertito a squartarle.

Ma ci sono anche quelle che hanno ricevuto talmente tanti pugni e calci da non sentire più da un orecchio, da vedersi incrinato qualche pezzo del cranio, da non riuscire ad usare più braccia e gambe per via di qualche colpo ben assestato alla colonna vertebrale, da non riuscire a fare pipì come si deve perchè il maschione di famiglia le ha definitivamente compromesso l’uso della vescica, da non poter più contare sul fegato, su un polmone, su qualche osso sparso qui e là, su un sacco di pezzi che è difficile recuperare perchè purtroppo non esiste il supermercato dei ricambi per le mogli massacrate.

I pezzi di ricambio per le donne, certo, se gli uomini fossero stati in grado di farli, per poterci massacrare con più gusto e senza attenzione, li avrebbero già messi in commercio. Purtroppo non esistono anche se capita che questi maschi ti trattino come fossi un auto. Per qualcuno di loro basta una verniciatina, una ricucitura qui e là e tutto dovrebbe tornare a posto.

Sapete che più spesso sono gli stessi uomini che massacrano le donne a portarle al pronto soccorso? E sono ansiosi di sapere se tutto tornerà a posto, per placare la LORO ansia e il loro senso di colpa, come si trattasse di un gioco, come si trattasse di creature immortali.

E deve essere così che ci immaginano questi deficienti, forse perchè c’è chi si diverte a descriverci come creature mostruose, mentre siamo fatte di carne e ossa e possiamo MORIRE ad ogni pugno ben assestato. Possiamo restare disabili, possiamo romperci e non ci sarà nessuno che abbia la possibilità di “ripararci” per alleviare i sensi di colpa di chi prima si è divertito a mutilarci senza pietà.

In fondo siamo un po’ una giostra, di quelle che le tieni in pugno, le buchi, le spezzi, immaginando di poterle riappiccicare e se non si riappiccicano poi, tanto, arriva un altra giostra e c’è sempre l’avvocato che difende il virile macho per dire che cattiva era l’accoltellata e non l’accoltellatore.

Le sopravvissute sono sopravvissute per caso, come è capitato a qualcuna di noi. Non perchè chi ha tentato di uccidere volesse lasciarci in vita. Semplicemente è stata sfiga, non hanno avuto abbastanza culo, perchè qualche volta il coltello può ammazzare un bambino che hai nella pancia invece che te, un pugno può raggiungere il bambino che hai in braccio invece che la tua testa, perchè gli uomini che picchiano le donne non hanno pietà per nessuno e non gliene frega niente dei figli che sono vittime di quella violenza tanto quanto le donne, salvo poi doversi giustificare nei nostri tribunali dei minori perchè i bambini traumatizzati, quei padri, non vogliono vederli neppure in cartolina.

Ci sono tanti assassini in giro per l’italia, e per noi assassino è anche chi ha ferito una donna facendole molto male anche se quella poi è sopravvissuta. Sono comunque assassini che vanno in cerca di altre vittime. Talvolta le trovano. Talvolta raccontano un mucchio di balle, perchè di fronte ad un cadavere c’è poco da dire ma quando una donna sopravvive la montagna di scuse diventa insormontabile e il violento ha l’alibi per inventare cazzate su cazzate: che non voleva farle del male, che si è inventata tutto, che è stata lei a provocare, che bla bla bla bla bla.

Ci sono tanti assassini in giro che parlano e parlano, e odiano le donne e continuano a scannarle una per una, realmente, fisicamente, virtualmente.

L’abilità delle donne di sopravvivere è attenuata, intimidita. Ci tolgono anche il diritto di difenderci, di intuire dove sta la violenza, di percepire il pericolo, di provare ad evitarlo, di essere solidali tra noi. Ci dicono che sono tutte fantasie, che dobbiamo prenderci cura di questi pazzi omicidi che non sanno cosa voglia dire amare l’altr@ e non sanno neppure cosa voglia dire coesistere con ogni essere umano diverso da loro.

Ci addestrano ad essere sottomesse, a tenere giù la guardia, a farci piacere modelli etero e maschili che sono fogna, violenti, machisti, senza cervello. Ci addestrano a non difenderci e obbedire e se qualcuna alza la testa e lotta per la propria libertà la sopprimono come si fa con qualunque categoria di schiava che esista sulla terra.

Le sopravvissute degli ultimi giorni:

C’è quella alla quale il marito ha spappolato la milza, quella che è sopravvissuta al pestaggio di due adolescenti annoiati, quella che è stata accoltellata dall’ex fidanzato, quella investita con l’auto e poi presa anche a calci e pugni dall’ex fidanzato, quella che è stata picchiata e accoltellata dal fidanzato, il quale ha colpito e ucciso il bambino che lei aveva nella pancia, quella che è stata sequestrata e stuprata dall’ex fidanzato, quella che è stata picchiata dall’ex marito. E’ tutto ciò avviene soltanto negli ultimi due giorni. La lista dei tentati omicidi, dei femminicidi, è molto più lunga e potete scorrerla da soli.

Diteci: cosa devono fare le donne per difendersi? Dobbiamo fare da sole? Se una di quelle donne accoltellate avesse tentato una legittima difesa avete una vaga idea di quello che le sarebbe stato fatto? L’avrebbero immediatamente imputata di omicidio, avrebbero detto che è stata lei, che lui ha tentato di difendersi e poi avrebbero ricamato sulla faccenda per giorni e giorni perchè alle donne, in italia, non è consentito neppure difendersi.

Qualcuno ci dice, dunque cosa dobbiamo fare per VIVERE giacchè siamo stanche di “sopravvivere”?

Ne abbiamo diritto o no?

Possiamo almeno avere la vostra attenzione? Possiamo dirvi che l’olocausto contro le donne non è mai finito? Che viviamo in lager a cielo aperto dove chiunque tra noi può morire per mano di un uomo violento? Possiamo dire che siamo stanche di vivere con marchi e lettere scarlatte attaccate al petto a contrassegnarci come fossimo bestie, a limitare e giudicare la nostra vita, le nostre scelte, la nostra sessualità, il nostro desiderio di autonomia?

Possiamo dirlo o no?

—>>>Bollettino di Guerra

—>>>Se avete dei problemi, se non sapete dove andare, se avete bisogno di aiuto, se vostro marito, il vostro fidanzato, vi picchia, vi fa violenza fisica, psicologica, economica, di qualunque genere, rivolgetevi ad un centro antiviolenza

Posted in Anti-Fem/Machism, Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.