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La bontà intrinseca del mio ex marito

[Foto da Riotclitshave]

Avete mai sentito il suono di un pugno sulla testa. C’è uno strano rimbombo che scuote il cranio ed è per pura fortuna che ogni pugno non finisce in un crack.

Il mio ex marito era una persona amorevole, piena di attenzioni, mi amava. Io invece lo detestavo. Soffrivo della sua vicinanza. Mi nuoceva il suo odore. La sua presenza a volte mi impediva il respiro. Ero una ingrata.

Aveva quella ottima abitudine di chiudere tutte le tapparelle quando era in casa, per impedire l’invadenza dei vicini. Poi diceva che era molto meglio se me ne stavo chiusa in casa, per via della famiglia di stranieri che abitava all’appartamento di fronte. Perciò per sicurezza mi chiudeva a chiave come sapeva fare solo lui.

Ne parlavo con mia madre e mi vergognavo di dubitare di lui. Ero così orgogliosa di avere accanto un uomo così attento alla mia salute.

Per il mio bene era sempre lui a fare la spesa. Comprava quello che preferiva e amava il mio modo di cucinarlo. Mi riempiva di complimenti e per ogni pietanza ben riuscita mi premiava con un bacio.

I suoi baci, che meraviglia. Non potete immaginare quanto calore. Me ne dava pochi, per lasciare sospeso il “desiderio”, così diceva. Mai un abbraccio. Gli abbracci sono una maniera di dirsi delle cose e noi parlavamo già così tanto.

In realtà parlava quasi sempre lui e io lo ascoltavo con grande interesse. Fu sempre lui che parlò con il mio ex datore di lavoro per dirgli che Io preferivo restare a casa ad accudire il mio caro marito.

E’ una sua scelta – gli disse – “lei non ci crederà ma ci sono ancora donne che vogliono donarsi per amore”.

La parte più complicata era quella dei pugni. Ne capitava qualcuno quando non avevo cucinato bene, quando gli chiedevo di uscire o di andare a trovare mia madre.

Gli orari di visita di mia madre erano concordati ed era sempre lui a farmi queste splendide sorprese. Ogni tanto portava in casa anche degli amici e io venivo istruita sulle cose da dire. Dovevo omettere i nostri segreti, quelle abitudini che dovevamo tenere solo per noi. La privacy è importante. A questo proposito lui controllava anche il telefono per impedire che chiamassi qualcuno in sua assenza. Perciò potevo usarlo solo quando lui era in casa.

Un giorno decisi di fargli una bella sorpresa. Volevo smetterla di essere ingrata. Volevo correggere quei sentimenti di astio che provavo ogni tanto per lui. Volevo dimostrargli tutto l’amore che lui mi dava ogni giorno. Volevo davvero fargli capire quanto gli fossi riconoscente per le attenzioni che mi dedicava. Allora decisi per una volta di fare di testa mia.

Alla mattina, mentre lui ancora dormiva, presi le chiavi e lo chiusi in casa. Abbassai tutte le tapparelle e misi i lucchetti così come faceva lui. Cercai un telefono pubblico e chiamai il suo datore di lavoro per dirgli che lui preferiva stare solo con me. Feci la spesa con pietanze che gradivo affinchè lui le cucinasse.

Quando tornai a casa lui era così arrabbiato che quasi non lo riconoscevo più. Con un sorriso e una espressione innamoratissima gli consegnai la spesa per chiedergli di cucinare. Lui tentò di avvicinarsi al telefono. Gli dissi che avevo rotto tutti gli apparecchi e staccato ogni filo. Il suo cellulare era finito nell’immondizia. Poi mi guardò come se fossi matta e me lo disse.

Risposi che era esattamente quello che faceva lui, che il mio voleva essere un gesto d’amore. Volevo davvero dimostrargli quanto lo amavo. Continuava a urlare che Io non potevo farlo. Ma perché no? – chiedevo io.

Cercò di avviarsi verso la porta. Gli dissi che era chiusa e strachiusa e che la chiave era nascosta. Per il suo bene. Non volevo si facesse del male. Decise allora di mettersi a cucinare. Seguì le istruzioni in tutto e per tutto e io fui così felice di aver finalmente donato a lui un momento di così grande attenzione.

Quando riempì il piatto e assaggiai quel cibo però rimasi un po’ delusa e allora glielo dissi alla sua maniera. Tre pugni ben assestati. Feci alcune osservazioni sul rimbombo del suo cranio e poi respinsi il mio ex marito che tentava di abbracciarmi.

Continuava a dire che non avevo nessuna ragione per comportarmi così. Ma così come? Chiedevo io… Sto cercando solo di regalarti un pizzico delle tante cose belle che mi hai dato tu.

Gli dissi che gli abbracci non dovevano essere tanti perché bisogna lasciare sospeso il desiderio. Lo stesso dissi dei baci. Però gli chiesi di fare sesso come amava farlo lui, solo invertendo le parti. Capii allora tutta la bellezza e l’armonia del piacere che si prova a “donarsi”. E io che avevo creduto che il mio povero marito mentisse quando diceva che un “dono” rende più felice chi lo compie invece che chi lo riceve.

Disse alcune cose inesatte a proposito della nostra relazione. Io tentavo di istruirlo su quello che avrebbe dovuto dire nel caso in cui avrei deciso di ospitare degli amici. Lo premiai con il regalo che lui mi faceva in questi casi. Una corda attorno ai polsi, una attorno ai piedi, una sedia con un buco per fargli fare cacca e pipì e alcune ore rinchiuso in una stanza per fargli ricordare le frasi esatte.

Non so come però lui riuscì a liberarsi e me lo trovai davanti con un bastone. Mi picchiò talmente tanto che persi la ragione.

Quando mi risvegliai ero in ospedale, mia madre accanto a me, mi comunicava la brutta notizia. Il mio povero ex marito era morto, dissanguato, era rimasto trafitto da un’asta di ferro mentre tentava di liberare una delle finestre blindate.

La polizia disse che era una stata una fortuna per lui aver perduto le chiavi che aveva usato per chiudere tutto.

Uscii dall’ospedale con l’intenzione di aprire porte e finestre e subito dopo decisi che avrei trovato il modo per mettere a frutto quel sapere d’amore che mi aveva insegnato il mio ex marito. Mai avrei sperato in così tanta fortuna. Mai avrei immaginato che l’amore potesse aprire prospettive così interessanti…

Ps: Avvisiamo che noi amiamo il noir. Che le cose scritte non coincidono con la realtà, essendo una storia di pura invenzione, e che l’accostamento tra i personaggi dei nostri racconti e le sue autrici è istigazione all’odio contro di noi, cyberstalking e diffamazione. Anche se per taluni maschilisti nazisti inquisitori alla ricerca di libri e streghe da bruciare sembra non essere così, in Italia è ancora garantita la libertà di espressione.

Posted in Narrazioni: Assaggi, Omicidi sociali.


One Response

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  1. verk says

    bello bello, mi piace! 😀