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Lo stupro della ragazza americana, l’ubriachezza

Serbilla scrive:

La mattina dopo è un libro di Katie Roiphe che tratta degli stupri nei campus universitari statunitensi e traccia una breve storia del pensiero femminista statunitense, individuando i diversi femminismi che si sono sviluppati nel corso del tempo, posizioni anche contrastanti tra loro, su temi fondamentali, quale è quello appunto dello stupro.

Questa mattina al Tg2 il servizio diceva che i due ragazzi romani sono andati, accompagnati da un avvocato, volontariamente (ma dopo due giorni), dai carabinieri per dire che l’americana che ha denunciato d’essere stata stuprata nei bagni pubblici sotto Castel Sant’Angelo era in realtà consenziente, ubriaca, ma consenziente. Fatto che sembrerebbe essere confermato dai filmati delle telecamere in zona.
Ho pensato immediatamente che questa è una storia da manuale del perfetto dibattito tra colpevolisti e innocentisti, soprattutto perchè lei è americana e la storia dell’americana facile e ubriacona (anglosassone facile e ubriacona)  è luogo comune assai praticato.

Ho pensato subito a questo libro di Katie Roiphe, a quel principio di co-responsabilità che lei attribuisce ad alcune delle vittime di stupro nei campus statunitensi.

Senza voler prestare il fianco a chi accusa una donna stuprata di essere colpevole di ciò che le è accaduto, spero, porta l’esempio di ragazze che, appunto la mattina dopo – in senso figurato, lasciando la stanza di un ragazzo vanno dritte dritte a confidare e/o denunciare uno stupro, perchè la sera precedente erano così ubriache da aver preduto la capacità di esprimere chiaramente la loro volontà, di prendere lucidamente la decisione di avere un rapporto sessuale, storie quindi che il sentire comune cataloga come ambigue, dove c’è un ragazzo che ipoteticamente dice: credevo che fosse d’accordo, adesso mi accusa di stupro.

La guida in stato di ebbrezza secondo la Legge nr. 125 del 24 Luglio 2008 prevede, a seconda del tasso alcolemico, diverse e più gravi sanzioni, tra ammende e sospensioni e ritiro della patente e del veicolo, fino al carcere.
Ma guidare un veicolo è lo stesso che ballare tutta la notte con due ragazzi, bere birra e dopo trovarsi senza mutande? Se è vero che quando bevi troppo non hai la capacità di reazione necessaria per metterti alla guida e quindi sei potenzialmente pericoloso per te e per gli altri, quando bevi ad una festa diventi giustamente stuprabile?
Ovvero: chi ti sta intorno e vede che sei completamente fatta, andata, ubriaca persa, non dovrebbe dissuaderti dal metterti alla guida per evitare che ti faccia del male/ne faccia agli altri, come di avere con te un rapporto sessuale?

Voglio dire, se il monito dell’essere responsabili della propria vita resta giusto, non è giusto anche quello che vuole che gli altri non approfittino della tua debolezza, specie quando si tratta di sesso?
Mi sembra che tra le norme contro la violenza sessuale si trovi chiaramente espresso questo concetto, Legge n°66 del 15 febbraio 1996, art. 609bis:

(commette un abuso sessuale) « Chiunque con la violenza o la minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali: 1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto; 2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona.

Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi. »

A me sembra chiaro che una ragazza ubriaca sia una vittima e che non ci sia alcun dubbio che un ragazzo, un uomo, due uomini, vedendo una ragazza, una donna, ubriaca hanno il dovere civile, umano e morale di non torcerle nemmeno un capello, magari chiamarle un taxi e farla tornare a casa – piuttosto che pensare: questa è fatta adesso ci divertiamo. Voi che ne pensate?

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. Rosa says

    Non ho parole…Se una è ubriaca è sempre stupro anche se è consenziente apparentemente..che dire? se fossero stranieri sicuramente li avrebbero dati x colpevoli di stupro.

  2. SC says

    Sono d´accordissimo, un rapporto sessuale e´ tale se consensuale da entrambe le parti e una persona che non e´ in grado di dare la propria consensualita´ in piena coscienza (perche´ ubriaca, drogata, o inferma mentalmente) di fatto e´ vittima di uno stupro, chiamiamolo con il suo nome. Queste cose fanno rabbia: fa rabbia pensare che, anche se nasco con gli stessi diritti e doveri di un uomo, di fatto la mia ridotta forza fisica e la mentalita´ sessista fanno di me un essere piu´ debole e svantaggiato. Per ora e´ cosi´ e ce ne si deve rendere conto. Ma questo, attenzione, non e´ una scusa per chiudersi in casa e non vedere il mondo (o peggio, farsi accompagnare…), questo e´ un monito alla nostra responsabilita´ individuale. Noi possiamo fare TUTTO se usiamo la testa. Non bere fino all´incoscienza e´ un dovere che noi abbiamo verso noi stesse; come cercare di capire chi abbiamo intorno, di capire se una situazione si sta mettendo male, di avere qualche soldo risparmiato per un taxi se capiamo di averne bisogno. E´ fastidioso pensare che un ragazzo puo´prendersi il lusso di non pensare a queste cose, ma diventa un pensiero viziato: l´importante e´ portare a casa la pelle, il mondo ci appartiene ed e´ nostro!