Di questa questione abbiamo parlato QUI. QUI i comunicati Udi. QUI l’opinione dei giuristi democratici, gruppo di ricerca generi e famiglie. Questo è un comunicato dal catanese Collettivo lesbico Goditive generose:
La
Corte Costituzionale ha stabilito che nei procedimenti per violenza
sessuale, atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile, anche
quando sussistono gravi indizi di colpevolezza, la custodia in carcere
dell’indagato non è più obbligatoria. Sarà il giudice a decidere.
Si
legge nella sentenza n. 265 del 21 luglio 2010: “Per quanto odiosi e
riprovevoli, i fatti che integrano i delitti in questione ben possono
essere e in effetti spesso sono meramente individuali e tali, per le
loro connotazioni, da non postulare esigenze cautelari affrontabili solo
e rigidamente con la misura massima [carcerazione preventiva]”.
Inoltre, secondo la Corte Costituzionale, non si possono equiparare i
delitti sessuali (meramente individuali e la cui pericolosità non è
permanente) ai delitti di mafia (di rilevanza collettiva e pericolosità
permanente) , per i quali è previsto il carcere obbligatorio.
La
norma sopracitata, sempre secondo la Corte, sarebbe in contrasto con gli
articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e
27 (funzione della pena) della Costituzione.
SIAMO OFFESE DA
QUESTA SENTENZA. Troviamo aberrante che si considerino delitti “odiosi e
riprovevoli” come lo sturpo e la pedofilia, meno pericolosi di altri
solo perché “spesso meramente individuali”. I delitti di mafia sono
pericolosi perché mettono in pericolo la convivenza e la sicurezza
collettiva? Noi, come donne e lesbiche, sentiamo che la convivenza e la
sicurezza collettiva è fortemente minacciata dai delitti di violenza a
sfondo sessuale, anche quando il delitto colpisce una sola di noi. Ci
schieriamo parte civile con le nostre organizzazioni solidali con le
donne vittime di violenza – non per buonismo – ma perché ognuna di noi è
colpita dalla violenza perpetuata su ciascun’altra. I DELITTI SESSUALI
SONO DELITTI DI GENERE! Non ci stancheremo di dirlo e ripeterlo. Non
riguardano i singoli individui/e, riguardano la prevaricazione di un
genere (quello maschile) sull’altro (femminile). Si vuole ridurre ancora
una volta un delitto che riguarda tutti e tutte a un fatto privato tra
due soggetti. NON CI STIAMO!
Ci chiediamo inoltre a chi questa
sentenza possa portare giovamento. Nessun uomo o donna di buon senso può
onestamente sostenere che un presunto stupratore – laddove esistano
“gravi indizi di colpevolezza” – non meriti il carcere (preventivo) come
misura efficace per allontanare immediatamente il carnefice dalla sua
vittima. Lasciare il presunto reo a piede libero… alimenta la percezione
che violentare donne o minorenni, indurre minori alla prostituzione non
sia un delitto grave. È invece un fatto gravissimo! Ci viene il
sospetto che qualcuno tema un sovraffollamento delle carceri italiane,
alla luce delle denunce di pedofilia che hanno colpito alcuni preti
cattolici e delle dichiarazioni del Vaticano di timida presa di distanza
dalle azioni di pedofilia di alcuni suoi prelati, non più affidati al
giudizio degli alti papaveri della Chiesa ma alla giustizia penale
italiana. Si vuole evitare che si svuotino gli oratori e si riempiano le
già straripanti prigioni italiane?
La violenza sessuale non è un reato come un altro, è uno specifico odioso reato di GENERE. Noi lo sappiamo bene. E gli uomini?
Quoto pienamente, lo stupro è un reato contro un genere.
la rilevanza collettiva c’è eccome e c’è pure il pericolo permanente. ma dove vivono questi della corte costituzionale? non lo sanno che lo stupro è un’arma di guerra, che serve a intimidire e minacciare migliaia di donne e che per ognuna che è stata stuprata cento altre vengono educate alla sottomissione sessuale?