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Le scuse della Cauldron

couldron
Dal sito delle Donne in Quota, che ci lasciano questa comunicazione, a proposito della pubblicità che una ragazza ci aveva segnalato ritenendola offensiva per le donne, ecco le scuse del titolare dell’azienda Cauldron. Ricordando che a Milano, Roma, Firenze le donne si sarebbero sentire offese allo stesso modo e che esiste una grande differenza tra insulto, ingiuria e diritto di critica antisessista su una immagine pubblica, vi auguriamo una buona lettura!

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Spett. Associazione donne
in quota

La presente per rispondere alla Vs comunicazione in merito alla
campagna pubblicitaria “scandalo” da voi sotto riportata e rassicurarVi
del fatto che i cartelli saranno sostituiti in giornata.

mi scuso personalmente per il movimento creato dal messaggio,
definito da alcuni dei Vs collaboratori  indecoroso e sessista, di
certo non era una campagna creata per fare scalpore,  se pur vero che
contenesse  un messaggio forte,  non si discosta tanto dalle migliaia
di campagne pubblicitarie propinateci giornalmente da aziende di
lingerie o dai media che trasmettono su canali frequentati da bambini
messaggi e immagini hot in orari pomeridiani, ma soprattutto essendo un
imprenditore che ha avuto la fortuna di operare su territori diversi,
Milano, Firenze, Roma, dove la comunicazione è piena di messaggi
sarcastici e  coadiuvanti dove una campagna come quella proposta dalla
nostra azienda sembrerebbe un messaggio innocente e simpatico e di
sicuro stimolo, non mi sarei mai aspettato un riscontro di immagine
negativa in questo senso, ,in una città che si ritiene tanto aperta dove
 basta fare una passeggiata sul percorso pedonale  per vedere donne
uomini che di sicuro trasmettono molto meglio la parola ” osceno ” nei
movimenti abbigliamento ecc… e mi chiedo:  anche in quel caso dovremmo
tenere i ns bimbi in casa? non vuole essere una polemica ne un mezzo di
giustificazione, quindi la risposta alla vostra domanda cioè se il
prodotto trattato dalla mia azienda poteva essere meglio narrato
ovviamente rispondo credo di si..   viste le critiche mosse in questo
senso, ovviamente ci tengo a sottolineare che abbiamo ricevuto
tantissime telefonate e mail di richieste sul nostro prodotto nonché
complimenti per la campagna pubblicitaria e questo anche da donne che
sicuramente non si sono sentite offese o  disturbate, è importante
capire che ne io ne la mia società abbiamo intenzione di far crescere
messaggi e o atteggiamenti svilenti per la donna o per l’umanità in
genere, all’incontrario appoggiamo in questo senso la crescita di una
società consapevole e razionale che non proponga atteggiamenti negativi
come esempio per i nostri figli. Di conseguenza chiedo scusa a nome mio
e della Cauldron se il messaggio lanciato dalla società di
comunicazione al quale ci siamo rivolti lede in qualche modo lo spirito
sopra descritto, aggiusteremo  senzaltro il tiro riguardando più e più
volte le campagne proposte dalle agenzie di comunicazione,  allo stesso
modo mi ritengo però danneggiato da componenti di alcune associazione a
cui voi fate riferimento che a differenza della Vs comunicazione che
ci è pervenuta e avete lanciato nei vari organi competenti ma con
grande onestà e spirito di riflessione anno optato per insulti e
ingiurie senza neanche riflettere sul percorso della mia azienda che
rappresenta senzaltro un grande esempio di valorizzazione di
imprenditoria giovanile in italia e che crea decine di posti di lavoro
in loco,   e soprattutto senza riflettere sul fatto che da 6 anni a
questa parte che operiamo sul territorio mai una delle nostre campagne,
gesti o azioni era stata sottoposta a critiche di qualsiasi natura,
questo dimostra la nostra buona fede, è sarebbe senzaltro più giusto il
dialogo piuttosto che l’aggressione. Detto questo Vi ringrazio per il
vostro appunto e spero che comprendiate la buona fede con il quale si è
svolta la campagna.

Calderone Federico

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali.


8 Responses

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  1. lanoisette says

    del resto, cosa ci si può aspettare da una persona che, inviando una lettera “ufficiale” di scuse non si premura di controllarne ortografia, sintassi, punteggiatura?

    parafrasando Nanni Moretti: “Chi scrive male pensa male e vive male”

  2. Aubrey1 says

    Balle, ha capito tutto invece! Sta solo utilizzando la solita strategia (ricordate? la miglior difesa è sempre l’attacco! o non siete per caso donne e uomini abituati a vivere su un pianeta non antisessista e antimaschilista?), il che denota che non ha un minimo d’inventiva.
    Prima il solito trito uso dell’immagine di un buco associato ad una donna che sottolinea “te la dò gratis” e poi anziché scusarsi sposta l’oggetto del discorso dall’offesa discriminante alla censura, e attacca “per colpa vostra avrò un’immagine negativa dell’azienda”.
    Ma come fate a dire che non ha capito?

  3. Federica says

    Non ha capito un tubo della protesta, in sostanza.

  4. sara says

    “essendo un imprenditore che ha avuto la fortuna di operare su territori diversi, Milano, Firenze, Roma, dove la comunicazione è piena di messaggi sarcastici e coadiuvanti dove una campagna come quella proposta dalla nostra azienda sembrerebbe un MESSAGGIO INNOCENTE e SIMPATICO e di SICURO STIMOLO, NON MI SAREI MAI ASPETTATO un riscontro di immagine negativa in questo senso, in una città CHE SI RITIENE TANTO APERTA”…
    “quindi la risposta alla vostra domanda cioè se il prodotto trattato dalla mia azienda poteva essere meglio narrato ovviamente rispondo credo di si..”
    E questa sarebbe una lettera di scuse? ne fa una questione di morale, di scandalo, di osceno e anzi, ci tiene a sottolineare a quanti quella campagna sia piaciuta, praticamente da del bigotto a chi si è sentito offeso! io non ho parole! tutto ciò è avvilente e offensivo quanto il cartellone stesso, che cmq è chiaro non esisterebbe se non ci trovassimo davanti a un maschilista, sessista della peggiore specie…per lui non c’entra niente il sessismo più schifoso, ne fa al massimo una questione di volgarità, e soprattutto di immagine dell’azienda…
    “ovviamente ci tengo a sottolineare che abbiamo ricevuto tantissime telefonate e mail di richieste sul nostro prodotto nonché complimenti per la campagna pubblicitaria e questo anche da donne che sicuramente non si sono sentite offese o disturbate”
    Ma io mi chiedo, ma di cosa c’è da complimentarsi di una campagna pubblicitaria del genere? O è solo per suggerire come le donne dovrebbero essere per risultare più simpatiche, “aperte” e sopratutto non rompere i maroni? ossia compiaciute e accondiscendenti?
    “chiedo scusa a nome mio e della Cauldron SE il messaggio lanciato dalla società di comunicazione al quale ci siamo rivolti lede in qualche modo lo spirito sopra descritto”
    se??? ……

  5. walai says

    CHE GRAN XXXXXXXXX

  6. Lorenzo Gasparrini says

    Sono contento che il sig. Caldirone abbia risposto, ma se leggo bene, il sig. Caldirone ha esposto le sue scuse come se: (1) noi che gli abbiamo scritto avessimo appeso un sei per tre con lui in perizoma a novanta gradi e una bella scritta “avanti c’è posto”; (2) noi che gli abbiamo scritto lo avessimo sorteggiato tra le altre migliaia di pubblicità sessiste – che invece ci piacciono molto – giusto per il gusto di prendersela con qualcuno ogni tanto; (3) noi che gli abbiamo scritto gli avessimo intimato – sulla base di non si sa quale potere – di chiudere l’azienda, invece di togliere quel cartellone osceno e di rivolgersi, gentilmente, a pubblicitari sani di mente.
    Certo,”meglio di niente”. Già è tanto che ha risposto, non poteva pure aver capito.

  7. Arguzia says

    Delle scuse parecchio discutibili.
    Il senso mi sembra essere:
    – lo fanno tutti
    – la gente in giro è conciata peggio della modella a pecorina
    – noi diamo lavoro ai giovani, quindi non soffermatevi solo sulla detta modella.
    Bah.

  8. Serbilla says

    Sottolineando però che:
    – i messaggi che si vogliono trasmettere vanno ponderati e “forte” non significa molto, una cosa può essere forte in senso positivo come in senso negativo, questo era negativo;
    – se un’azienda di biancheria propone manifesti con una donna in mutande e reggiseno può considerarsi più coerente col prodotto (poi ci sono tutte le declinazioni), rispetto ad una che vende impianti, da montare, perchè il prodotto di quel manifesto era una donna da montare non dei pannelli;
    – condividere con altri il degrado non rende meno colpevoli, a meno che non si sostenga di avere scarsa capacità critica, cioè di non ragionare con la propria testa ma con quella collettiva o di un altro;
    – Milano, Firenze e Roma ovvero si insinua che la critica al manifesto è bigotta e provinciale, insomma nella grande città quella pubblicità sarebbe passata inosservata perchè lì capiscono meglio l’ironia, ciò dimostra che non ha capito affatto che la sua pubblicità di ironico non ha niente ma è solo offensiva;
    – a meno che le donne e gli uomini che passeggiano in centro da quelle parti non lo facciano nudi accoppiandosi ripetutamente in pieno giorno, non riesco ad immaginare quali possano le oscenità, forse il modo di vestire? ma il modo di vestire non è un fatto personale? cioè delle scelte delle persone? e non c’è differenza tra la comunicazione pubblicitaria e le singole persone? una donna e un uomo che si baciano in pubblico stanno offendendo qualcuno? no. Montami con una donna accovacciata per vendere pannelli offende qualcuno, si.
    – la società cresce meglio se per pubblicizzare dei pannelli da montare si usano i pannelli, cioè l’oggetto reale in vendita, non di certo uno stereotipo offensivo, l’intento era di attirare lo sguardo del maschio che tiene il portafoglio per pagare l’impianto, usando la cosa che lui desidera di più (nella testa di chi ha pesato la pubblicità) montare la femmina;