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E ora esigono la donna-metadone per “confortare” l’astinenza dei maschi violenti!

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[nella foto la Pink Gang]

Ora è tutto chiaro. Da due settimane muoiono donne al ritmo di una al giorno per mano di maschi assassini. Ogni giorno leggiamo di uomini che non si rassegnano alla fine di una storia e che piuttosto che avere rispetto della scelta dell’altra si mettono a perseguitarla fino a toglierle la vita. Si tratta di persone che non hanno alcuna cognizione di ciò che significa la parola "consensualità". Persone che vivono i rapporti come colonizzazione delle altrui vite. Che vedono la donna non come l’altr@, diversa, avente proprie esigenze, idee, diritti, ma piuttosto come "oggetto" annesso, come un possesso.

Contemporaneamente leggiamo di strane teorie che evocano il complesso edipico, o tirano fuori cifre strampalate per negare un fenomeno innegabile. Come non aspettarci il solito articoletto che fornisce l’attenuante perfetta a questi assassini?

Qualche giorno fa leggevamo di teorie falsamente scientifiche che alcuni vorrebbero far riconoscere come malattie vere e proprie. Tra queste ce n’è una che sembra fatta apposta per creare l’attenuante agli stupratori.

Oggi leggiamo l’Ansa che fornisce l’attenuante agli assassini. Lo dice con chiarezza "quando un amore finisce è come se andasse in crisi di astinenza" e ancora "l’abbandono (…) genera reazioni ‘folli’ nel cervello del triste innamorato, tanto folli che a volte potrebbero portare a gesti inconsulti".

E’ la seconda volta in questa settimana che L’Ansa interviene per placare gli animi e seminare un po’ di disinformazione. La prima quando porge alcune parziali statistiche sulle morti italiane in un modo che sembra fatto apposta per fare un favore ai negazionisti (muoiono più donne per mano maschile che persone in generale per mano della criminalità organizzata, il resto sono chiacchiere). La seconda che sembrerebbe ricalcare le teorie sull’abbandono descritte da Il Fatto Quotidiano qualche giorno fa.

Ci sfugge davvero come si possa speculare sulla vita delle donne rintuzzando gli animi misogini d’italia. Ci sfugge assolutamente la teorizzazione del dramma del "triste innamorato" (le parole sono importanti, triste e innamorato una pippa. si chiamano assassini!). Ci sfugge davvero come possa riguardarci tanta cura in questo arduo sforzo di comprensione dell’assassino che tutta la società, prona, sta compiendo. Ci sfugge perchè mentre si fornisce agli assassini un nuovo motivo, come se non ce ne fossero a sufficienza, per chiedere l’infermità mentale dall’altra parte nessuno si occupa delle vittime.

Come mai a morire sono solo donne? Come mai questo assillo viene solo agli uomini? Come mai le donne alla fine di una storia reagiscono diversamente? Dunque questa modalità da cerebrolesi fottutamente dominanti è maschile? Dopo il femminicidio sociale, culturale, fisico dobbiamo anche sorbirci la presa per i fondelli e il ricatto morale?

Cosa dovrebbero fare queste donne? Ditecelo voi che sembrate avere le idee così chiare su quanto e cosa dovrà sopportare una donna. Deve restare con un uomo anche se non vuole? Deve fargli da balia? Deve fare la mammina? Deve disintossicarlo poco a poco? Esiste un corrispondente del metadone per sostituire le donne e aiutare la disintossicazione dei tossici relazionali? Sarà mica colpa nostra se i maschi sviluppano una dipendenza egocentrica dall’oggetto che ritengono una proprietà? Sarà colpa nostra se tanti maschi ritengono le donne schiave che non possono osare "liberarsi", pena la morte?

No, non è colpa nostra. E la responsabilità sociale va innanzitutto verso le vittime rispetto alle quali ancora una volta non leggiamo nessuno sforzo di ragionamento, nessuna valutazione solidale, nessuna analisi in prospettiva. Solo una folla di persone che invitano la società ad avere cura degli assassini, a trattarli bene perchè si sa, poverini, sono malati. Accoltellano, strangolano, investono con la macchina le ex, danno fuoco alle loro case, sparano e poi le lasciano tra immondizia e rive di fiumi puzzolenti ma noi dobbiamo "capirli". Certo. Come no. 

E sappiamo bene da quale cultura viene questo genere di ragionamenti. Da chi invita alla comprensione per i violenti e se ti rifiuti di farlo e ti schieri con le vittime allora ti rimprovera di non avere "compassione" e ti rifila un pippone sulla cultura del "perdono" costruita ad arte da potenti che vendevano le indulgenze a chi quel "perdono", ovvero l’impunità, poteva permetterselo.

L’avevamo scritto qualche tempo fa e di fatto è così: la nostra è una società che si muove per soddisfare le esigenze dei violenti e degli assassini. Le donne, così come i bambini, sono solo psicofarmaci sociali

Sarà per questo che dovremmo tutte dire con forza che disertiamo il ruolo di pillolina per fare stare buono il violento. Riprendiamoci le nostre vite e non accettiamo di farci prendere in giro da nessuno, Ansa compresa.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. newsexology says

    Sì, negli ultimi anni, sempre più spesso, articoli non scientifici (e maschilisti) sono pubblicati (chi sono i Reviewers che li accettano???…) da riviste internazionali e poi ripresi da Ansa ecc. Ma, oltre a denunciarli come in questo sito, come “rispondere” scientificamente a questi articoli? Visto che l’Ansa non riporterà mai un articolo di femminismo al sud ecc, ci sono ricercatrici serie (femministe o non) che possono fare ricerche obiettive da fare poi pubblicare nelle stesse riviste?…