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La “fortuna” di essere stuprate solo un pochino

C’è questa notizia di un uomo, italiano, che avrebbe abusato della figlia dodicenne di alcuni amici. La notizia è già abbastanza triste senza che ci si aggiunga il commento del titolista che invece immancabilmente sottolinea come "per fortuna non avevano avuto rapporti completi".

A noi che siamo sicule questa frase evoca tante cose. Tutte brutte.

Ci ricorda i processi per stupro in cui lo stupro viene riconosciuto sulla base dei centimetri di penetrazione. Ci ricorda la giustificazione che viene offerta agli stupratori che comunque sono stati così "carini" da essersi concessi toccatine, seghe e altre cose disdicevoli ma non hanno comunque intaccato quella che è la cosa ritenuta più importante in una cultura medioevale: "la verginità".

Essere abusate, tanto o poco, e già stabilirne la misura è esattamente come la proposta di riconoscimento della lieve entità che alcuni parlamentari del pdl volevano introdurre nel codice penale, è uno scempio enorme. Se lo sei da bambina lo è ancora di più.

Immaginiamo una difesa per un uomo che ha stuprato una bambina di 7 anni, l’ha solo accarezzata, si è fatto toccare e poi ha eiaculato davanti a lei, su di lei… e diteci che queste cose non vi danno il voltastomaco perchè non vi crediamo. Ma di questo si parla quando parliamo di pedofilia e in questi casi, qualche volta, non c’è la penetrazione. Dunque è meno grave?

Davvero nella percezione di voi persone non violente, che non stuprano e abusano donne e bambini, c’è lo spazio per una misura massima o minima di abusi sopportabili?

Davvero il punto chiave di uno stupro ad una ragazzina è se "ha avuto la fortuna di non essere penetrata" oppure no?

Di quale fortuna parlano? Che linguaggio stanno parlando? Con cosa abbiamo a che fare?

Noi una idea ce l’abbiamo. E voi?

—>>>immagine da Riotclitshave

Posted in Corpi, Pensatoio.


18 Responses

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  1. paola says

    prima volta che passo di qui.
    siamo tante, a non aver parlato. rimosso. resistito. a esserci sentite dire che tanto “per fortuna” era un “mezzo stupro”.
    io per prima l’ho chiamato cosi’ per molto tempo.
    siamo tante e siamo mute e invisibili. sotto quella luce che ci processa se parliamo, prolungando la violenza. dietro il velo dei “meno male”, del “non si puo’ rovinare il futuro di un ragazzo per una cosa cosi’ “.
    e non siamo per sempre vittime, in effetti.
    ma davvero sarebbe importante poter uscire alla luce del sole. anche solo per mostrare alle altre che poi si vive. incredibilmente, inaspettatamente.

  2. Phoenix says

    Bisogna sempre essere aperte con le persone e dire sempre la verità e le cose come stanno, se si subisce una violenza bisogna dirlo, mai chiudersi in se stesse e far finta che non è stata violenza.

    Ho letto l’intervista della ragazza di Montalto di Castro dove tutto il paese si è schierato contro di lei, questa ragazza non usa più la migonna, veste molto coperta e non esce più di casa sola perchè è stata colpevolizzata dalla società e si sente in colpa, crede che è la “Natura” ha fare dell’uomo un essere abusatore (cacciatore) e la donna un oggetto sessuale (preda) a favore del più forte (chi se la prende prima sarà sua per sempre, il mito della “verginità”) è immagina che sia un “Dovere” per una donna prendere precauzioni per evitare che ciò possa riaccadere.

    La gente accetta la violenza e per non attaccare pubblicamente il sistema patriarcato/capitalismo la chiama amore o in questo caso “fortuna che non è stata penetrata”.

    Quindi a tutte le donne, esistono donne vere con le ovaie, donnette e quaquaraqua (così come per gli uomini), non fatevi MAI SOTTOMETTERE, sempre testa alta, pugno chiuso e parlate parlate parlate, non fatevi mai intimorire.

    Vi abbracco a tutte da lontano e sappiate che non siete sole, così come la mafia o i regimi non vengono rovesciati da singoli individui ma da gruppi di persone, il patriarcato verrà rovesciato dalla sorellanza reciproca che ogni donna riuscirà ad instaurare con la propria simile e da ogni uomo che si riconosce parte di unica realtà.

  3. e.b says

    per fortuna i parlamentari che hanno emanato la legge non hanno avuto stuprato nelle loro famiglie….
    pochi discorsi: niente ergastolo, niente soluzioni chimiche, niente…solo evirazione…

  4. Anita says

    Ho scoperto il significato dell’espressione abuso sessuale per la prima volta in una calda notte estiva di metà anni ’90. Avevo 10 anni, e l’abuso è andato avanti fino a quando, a 17 anni, me ne sono andata di casa. Non ricordo molto degli abusi che seguirono quel primo, ma quella sera la posso rievocare nei minimi dettagli. Sono stata “fortunata”, perchè non c’è stata penetrazione, ma qualcosa dentro di me si è rotto per sempre.
    Ancora oggi il suo odore (tanfo più che altro) e i suoi occhi sono inchiodati nella parte nascosta del mio cuore, e ogni volta che la memoria viene riattivata precipito in quell’orrendo buco nero dove l’unica luce viene da quei due spiragli di male puro.
    Per anni non ho detto niente, perchè in fin dei conti, come diceva anche lui, non sta succedendo niente, mica (e qui quoto a memoria) “te l’ho mai messo dentro”. E la cosa più triste, la cosa che mi lasciava più sola nella mia disperazione era il fatto che agli occhi di tutti aveva ragione. Non avevo prove, ero troppo “fortunata” ad avere un abusatore che conosceva i suoi limiti.
    E poi negli anni a venire, le prime mezze confessioni a qualche amica fidata. I commenti “meno male che non ti ha violentata” o “ma in fin dei conti non è successo niente” che facevano male come stilettate.
    Tracciare linee di separazione riguardo qualunque trauma, ma in special modo quello di natura sessuale, non solo è vergognoso e immorale, ma anche pericolosissimo, perchè toglie alla vittima la possibilità di affrontare la violenza per quello che è: una cosa SEMPRE negative, SEMPRE sbagliata, dalla quale deve difendersi anche prima che il prezioso imene si sia strappato. Il voler fare dei distinguo su cose che sempre e comunque rovinano la vita dimostra non solo miopia e ignoranza riguardo al fenomeno, e dimostra, casomai servisse, che non solo la nostra classe dirigente ma gran parte della società civile, che certi esponenti li vota e li supporta, non sono in grado di affrontare argomenti più complessi dei mondiali di calcio.
    Non è stata la rottura (o meno) dell’imene a rovinarmi l’infanzia e l’adolescenza, ma lo spezzarsi di qualcosa dentro di me. E, posso garantirvelo, quel qualcosa si sarebbe spezzato con o senza penetrazione.

  5. Martina says

    Non avrei voluto commentare in questo post, ma leggendo i precedenti commenti, da parte di vittime di molestie, non posso fare a meno di associarmi a loro.

    @Lilith, teresa, l’amica di mary, Moni, paola.. e quante altre ancora!
    Sento una solidarietà profonda con voi.

    Dopo 20 anni ho avuto il coraggio di rivelare quel segreto vergognoso, quella colpa con cui mi fustigavo ogni giorno.
    Quello che posso dire è che, a volte, ho desiderato che la violenza, la penetrazione, ci fosse stata. Per sentirmi meno colpevole, per giustificarmi di non aver reagito.

    Mia madre mi disse: “che ci vuoi fare, è capitato a tutte, almeno una volta nella vita”.
    Queste frasi, questi tentativi di minimizzare, di ricondurre alla normalità – forse per istinto di protezione – sono la cosa che mi ha ferito di più. Anche se più tardi ha avuto modo di dimostrarmi la sua rabbia, la sua sofferenza.

    “Ovviamente”, ci era passata anche lei..

    Un abbraccio a tutte,
    M.

  6. ale69 says

    Anch’io non penso che il cronista volesse minimizzare l’accaduto,ma indubbiamente ha usato una espressione infelice, suscettibile anche involontariamente di inviare messaggi sbagliati: del resto c’è un motivo se il nostro legislatore considera violenza sessuale qualsiasi atto di prevaricazione,compresa la cd “manomorta”(che tanto morta non è). Sono un uomo, e penso che poche cose più vergognose dello stupro un uomo possa commettere,non parliamo poi su di un minore.Poche cose danno più il voltastomaco.Per quello che vale,per quello che può servire, la mia solidarietà più profonda alle donne stuprate,la mia indignazione più autentica.

  7. ry33 says

    Come uomo provo il vomito a leggere simili bestialità,
    il rapporto sessuale deve essere un rapporto, mai una prevaricazione o violenza, non trovo nessuna giustificazione, attenuanti o limitazione, se non fossi un pacifista direi “alzo zero e fuoco tutta” a questi promotori di morte psicologica, qualsiasi forma sia diretta che subdola di giustificazione deve essere fermamente bloccata, sarebbe opportuno pubblicizzare i nome di questi squallidi personaggi.
    Ry

  8. il ritorno says

    bhe io voglio spezzare una lancia in favore del titolarista che penso abbia voluto commentare che almeno dal punto di vista fisico non era stata abusata non aveva subito ferite fermo restando la gravita dell’abuso che dal punto di vista psicologico è più grave perchè è una ferita che una bambina si porta dentro per tutta la vita ma dare addosso al cronista in questo modo mi sembra enfatizzare una frase che io penso non avesse l’intenzione di sminuire l’accaduto

  9. paola says

    Ho subito una violenza all’età di 14 anni. sono stata costretta a fare una cosa talmente ripugnante che non riesco neppure a chiamarla con il suo nome. Nessuna penetrazione almeno nel senso comune del termine. Non ho più camminato per un anno. Semplicemente il mio cervello aveva concentrato il dolore su un arto, eliminandolo dal cuore e dalla mente…i segni però purtroppo li ho portati dentro di me fino a qualche anno fa, ritrovandoli quotidianamente nelle miei insicurezze, paure, difficoltà a rapportarmi con gli uomini. Ora che ho 44 anni, credo di averli superati grazie alla presenza di un uomo intelligente che mi ha saputo capire e a cui, per la prima volta, sono stata in grado di raccontare tutto. E’ stata durissima . E’ estremamente sbagliato distinguere stupro con o senza penetrazione. e’ assurdo, veramente assurdo.

  10. Lilith says

    Avendo letto le altre risposte mi viene spontaneo dire che non si può dimenticare.Si può rimuovere per un certo periodo,ma prima o poi,complici altre esperienze,riemerge tutto.Però,che sia stupro con penetrazione o non,si può tornare a vivere ed essere felici.Si può superare,come tanti drammi e traumi dell’esistenza umana.Certo rimarrà una cicatrice che alle volte fa male(come ogni brutto ricordo),ma non condizionerà più la vita.Quantomeno non totalmente.
    è giusto che sia leggittimizzato il nostro dolore,è importante per rielaborare il tutto,ma non dobbiamo chiuderci nel vittimismo.Siamo state vittime durante l’abuso,ma adesso siamo vive e consapevoli.Quello che ci è successo è ingiustificabile,senza senso,ma noi possiamo trasformarlo in forza,in voglia di vivere e amare,in primis noi stesse.è l’unico modo per tornare a vivere ed è anche la vendetta più grande che possiamo avere nei confronti di chi ci ha fatto tutto ciò.

  11. Moni says

    Che dire….detesti l’ alcool e chi beve…è difficile dire perchè ma poi riaffiorano i ricordi…crudi, dolorosi e allora comprendi, ma non accetti e comunque capisci il perchè di tante cose, di tanti pensieri e paure. E’ accaduto con violenza ma è stato necessario per comprendere e riuscire finalmente a vomitare il dolore e le paure…ricordo ancora quella sera quando il mio compagno mi fece violenza verbale per poi riuscire finalmente nel pianto liberatorio di quei ricordi di bambina. E allora è stato facile rispondere alla domanda perchè odi l’ alcool…il mio legame con l’ alcool è di una bambina fatta ubriacare per poi….
    E adesso sono consapevole di ciò che sono stata e sopratutto di ciò che sono….sono forte!

  12. Paolo says

    Sono un uomo che ha vissuto gran parte della vita assegnatagli. Non mi scandalizzo facilmente perchè ne ho viste e sentite di cotte e di crude. Non credo che lo stupro possa trovare alcuna giustificazione nè perdono. Lo stupratore merita la castrazione. La legge degli uomini dovrebbe, perciò, essere molto severa e punire molto duramente. Se lo stupratore è da consuderarsi un ammalato, cosa fa la società per accertare lo stato potologico, curarlo al fine prevenire le conseguenze? Non credo abbastanza.

  13. teresa says

    …è stata l prima domanda di tutti: “ti ha toccata”? Per “toccare” intendevano se mi ha penetrata. Sarà stata questa “mancata” penetrazione ad annoverarmi tra le “fortunate”? Ero salva, tutto il resto non contava molto per il mio equilibrio psichico. Assistere alla sua masturbazione, doverlo toccare per verificare lo stato di eccitazione, sopportare il suo disgustoso tanfo. I sensi di colpa, sentirsi continuamente sporca e inadeguata, osservata da tutti come se tutti sapessero. Sono anche stata tentata di ucciderlo, non l’ho fatto perchè mi mancava l’arma; il coraggio e la disperazione me lo avrebbero permesso. Poi sono stata abbandonata a me stessa. Il tempo, dicevano, farà dimenticare. Ho quasi 50 anni sono moglie e madre felice di 3 splendidi figli…ma sono quì a scrivere senza aver MAI dimenticato.

  14. EROS says

    Anche se maschietto l’ idea di stupro mi causa
    conati di vomito (figuriamoci su minori) e trovo
    a dir poco allucinanti le difese e le sentenze in
    tribunale di simili porci (e mi scuso con la razza suina che nulla c’entra).
    La vittima profondamente profanata nel suo
    cervello, nel suo essere, nel suo credo e nel suo approccio con la vita, viene completamente sconvolta. E aucuni buontemponi con la nomina iniqua di senatore parlano di lieve entità (roba da plotone di esecuzione con tanto di risarcimento del costo delle pallottole sciupate).

  15. Bruno says

    Da uomo non violento , avrei voluto fare un volantinaggio di fronte alle porte del parlamento distribuendo a tutti le foto dei parlamentari che hanno proposto l’emendamento .
    Ero rimasto allibito e allibisco ora nel leggere il titolo del giornale riportato .
    Mi piacerebbe vedere in faccia il giornalista .

  16. CYRANO18 says

    La differenza tra lo stupro senza e con penetrazione è evidente: il primo meriterebbe l’ergastolo il secondo la pena di morte.
    A volte mi vergogno di far parte del sesso maschile

  17. mary says

    A me sembra una vera follia non definire tutto questo comunque una violenza sessuale. Una mia carissima amica in tenera età da uno zio subì una cosa simile: toccatine, carezze, proiezione di filmati a luci rosse in sua presenza ecc. ecc. senza mai comunque arrivare ad una penetrazione. Questa mia amica adesso ha 38 anni ed è in cura solo da qualche hanno presso uno psicologo. Ho parlato molto con questa mia amica e mi ha raccontato di come lei avesse “dimenticato” tutto questo per poi emergere un giorno in seguito ad un aborto spontaneo. Quest’ avvenimento ha fatto scatenare dentro di lei tutto il dolore che aveva provato nell’infanzia riportando alla mente fatti che lei aveva completamente rimosso. La vita di questa mia amica è stata da una vita piena di insicurezze, diffidenza verso gli uomini, difficoltà ad avere rapporti sessuali, difficoltà anche nel relazionarsi con gli uomini in generale… solo adesso ha capito il perchè di tutto questo!!!! Ditemi voi se questa non è una violenza!!!!!!

  18. Lilith says

    Permettetemi di commentare da diretta interessata.
    Concordo in pieno il post,però un paio di cose vorrei aggiungerle.
    La prima è che lo stupro,probabilmente,è più shockante e insidioso,perchè fisicamente più doloroso e lesivo,estremamente intimo nel contatto ed erroneamente associato ad un rapporto sessuale,cosa sinceramente a me incocepibile.Ma ciò che tanti dimenticano è che quella sensazione di morte,di presa allo stomaco che da la nausea,quel senso di violazione e d’impotenza,quel terrore che dilata e distorce il tempo ce l’hanno tutte le vittime di abuso sessuale.Così poi tutto quel che ne segue,come la rabbia ,lo sporco ,i sensi di colpa ,il rifiuto di se stessi ,le difficoltà nel relazionarsi con gli altri.Anzi,parlo per esperienza personale,il fatto di non riconoscere tutto ciò,il modo distorto con cui la società impone di vedere le cose fa si che se non ti hanno stuprato,ma “solo” violentato in mille altri modi,ti devi sentire fortunata e magari,come faccio io,farti venire i sensi di colpa per questa”fortunata concessione”.Il che,assicuro,non aiuta di certo a superare i propri traumi.
    La seconda cosa che volevo aggiungere è sul concetto di verginità.Direi di lasciare alla chiesa l’idea che la verginità fisica esista,in quanto come scientificamente provato l’imene può rompersi prima o dopo il primo rapporto o addirittura non esserci proprio.Lascerei invece al secolo scorso l’idea di purezza e d’innocenza,che oltre a non aver un senso pratico,sono “cose”che il sesso non può compromettere,perchè non è un qualcosa di sporco.A mio modesto parere bisognerebbe educare le nuove generazioni-mia compresa-ad un concetto più sano e reale di verginità.Per come la vedo io è semplicemente lo stato psico-fisico di una persona che non ha mai avuto rapporti sessuali completi.Pertanto,a mio opinabile parere,una bambina o ragazza che ha subito uno stupro è ancora vergine,perchè uno stupro è violenza e privazione,non sesso.E non è un modo pietoso per consolarle,è la realtà,basta rifletterci un po’ su.L’inizio della propria vita sessuale è un passaggio importante,che va vissuto in modo consapevole,autodeterminato nel rispetto di se stessi,dei propri desideri e del patner,e nessuna violenza può rubare ciò.Indubbiamente spesso le vittime di abusi si troveranno ad affrontare difficoltà e paure maggiori a causa dei traumi,ma si possono superare,anche con aiuto esterno se necessario,avendo come tutti la propria prima volta e una sana vita amorosa.Anzi spesso è proprio la miglior cura.
    Perdonate la lunghezza del post,ma ci tenevo davvero ad esprimere la mia opinione.Grazie.