Skip to content


Automobili, schiavitù e consumo

http://subvertising.noblogs.org/gallery/4357/panda-schiavi-pomogliano.jpg

Parliamo di automobili. La prima immagine viene da Subvertising.org. Quello che dice lo leggete anche voi. Si riferisce a quello che sta facendo la fiat con i dipendenti e al referendum nel quale si sarebbe deciso che gli operai sono carne da macello.

http://www.youtube.com/watch?v=FqR9oZsb7HU

Questa è invece una pubblicità vera, che non viene trasmessa in italia, dove stanno ben attenti a limitarsi al sessismo implicito, quello in cui questa macchina è riconoscibile dal suono austero della chiusa della portiera, quella in cui si ammicca all’ordine e alla sobrietà.

E’ doveroso ricordare come questa marca di automobili si sia arricchita durante il nazismo perchè in fabbrica c’erano gli schiavi dei campi di concentramento.

Lo spot del video sarebbe rivolto ai giovani, quelli che trangugiano stupri di gruppo e bocchini simbolici. Quelli che si fanno l’auto per farsi le donne e poi stuprano le donne se queste non vogliono svendersi al prezzo di un giro in macchina. Quelli che programmano di fare sbattere forte la testa ad una donna per farla svenire e farla cadere in posa da pompinara, giusto per fare felici gli altri cretini del branco.

Non saprei dire se si tratta più di istigazione allo stupro o alla violenza sulle donne in senso generale. Fa schifo uguale.

Qual è il rapporto tra le due immagini? Il fatto che con la seconda pubblicità si tende a nascondere quello che invece è chiaro nella prima immagine. Ovvero che ci sono schiavi che producono auto, altri schiavi che le comprano, e per invogliarli a comprarle bisogna schiavizzare sessualmente le donne per convincere un coglione che con quell’auto godrà di un particolare status e che le donne lo apprezzeranno di più se farà il ganzo a bordo macchina. Tutto torna, no? 

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali.


3 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. paola says

    Sì, purtroppo tutto torna, e sulla linea della fabbrica tedesca di automobili si è allineata, con un approccio più soft, una fabbrica italiana di scooter: a Roma si possono vedere pubblicità (non avevo con me la macchina fotografica) che dichiarano, sotto l’immagine del motorino, che “al primo appuntamento non avrai bisogno di parlare”, non solo, ma per sedurla “non dovrai offrirle la cena”. Dunque, c’è tutto: il veicolo di cui il maschio è proprietario, costituisce il solito prolungamento fallico, anzi, della sua intera personalità, anche quella parte che presiede alle strutture di pensiero-parola, ed agirà magicamente nell’assicurare la fascinazione della donna. E per comprare “le grazie”, come si diceva all’epoca dei trisnonni, della donna in questione, il proprietario del magico veicolo non dovrà ricorrere al solito scambio cibo-sesso, o se vogliamo denaro (quello che basta a pagare il conto di una cena)-sesso, ma sarà sufficente l’ostentazione di prestigio costituita dal motorino. Trent’anni fa una pubblicità del genere avrebbe provocato, se non sommosse di piazza, certamente qualche sobbalzo di opinione. Oggi c’è la rete e la mail bombing, basterà?

  2. Natla says

    Pare che non sia uno spot ufficiale. Ho letto che è stato realizzato da un branco di sfigati dell’accademia di cinema a Ludwigsburg Purtroppo tutti applaudono alla “bella idea” (e comunque fan pubblicità) dei geni…

  3. Martina says

    Ma non è controproducente lo spot con i ragazzotti bavosi e la faccia da cretini?
    Cioè.. sembrano proprio ritardati.. non credo che mi identificherei in un personaggio del genere, se fossi maschio.